Realismi socialisti: grande pittura sovietica 1920-1970
Dopo la monografica dedicata ad Aleksandr Deineka, l’Azienda Speciale Palaexpo presenta, nell’ambito del programma di scambio Italia-Russia 2011, una mostra sulla grande figurazione realista di età sovietica con spettacolare rassegna di capolavori.
Comunicato stampa
Dopo la monografica dedicata ad Aleksandr Deineka, l’Azienda Speciale Palaexpo presenta, nell’ambito del programma di scambio Italia-Russia 2011, una mostra sulla grande figurazione realista di età sovietica con spettacolare rassegna di capolavori. «L’intento è di sottrarre le opere del Realismo socialista alle interpretazioni svolte in chiave propagandistico-politica – dichiara il Presidente dell’Azienda Speciale, prof. Emmanuele F.M. Emanuele - e restituire questo peculiare, e tuttavia imponente movimento artistico del XX secolo al giudizio del pubblico nella sua dimensione propriamente storico-artistica».
Pertanto, scevra da qualsiasi connotazione ideologica, la mostra propone una ricostruzione rigorosa della storia della pittura in Unione Sovietica, mettendo in luce tanto l’eccellenza dei singoli talenti ancora poco noti in occidente (oltre Deineka, si ricordino Juri Pimenov, Izaak Brodsky, Georgj Rublev, Aleksandr Samokhvalov, Efanov, Archadi Plastov, Dimitri Zhilinsky, Geli Korzhev), quanto la grandiosa scala geografica (dai Balcani alla Kamchatcka) e cronologica (dagli esordi rivoluzionari agli esiti ultimi, paralleli al dissolversi dell’URSS) su cui questo fenomeno artistico si è sviluppato.
Realismi socialisti: grande pittura sovietica 1920-1970 è la più completa rassegna di questo movimento mai presentata fuori della Russia ed è stata fatta in collaborazione con il Museo Statale Russo di San Pietroburgo, la Galleria Statale Tret’jakov di Mosca e il ROSIZO e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.
La mostra segue lo sviluppo della pittura del Realismo socialista dalle ultime fasi della Guerra civile all’avvio della stagione brezhneviana, arrestandosi all’apertura degli anni Settanta, data oltre la quale le tendenze dell’arte ufficiale sovietica seguiranno direzioni varie e incoerenti, tali da far tramontare definitivamente il dominio culturale delle correnti realiste-socialiste.
L’esposizione è organizzata in sequenza cronologica attraverso le sette gallerie del Palazzo delle Esposizioni. All’interno di ogni galleria è presentata una molteplicità di temi e di approcci formali all’arte di ciascun periodo. Sarà messa in evidenza la grande varietà di soluzioni con cui gli artisti risposero alla sfida del Realismo socialista, non solo nello svolgersi del tempo ma anche nella simultaneità delle singole scansioni cronologiche, ribaltandolo il mito del Realismo socialista come forma d’arte monolitica, riassumibile in una formula univoca.
All’interno dello schema cronologico complessivo, si possono evidenziare alcuni precisi orientamenti tematico-curatoriali quali il soggetto generalizzato dei dipinti che è, nelle sue più varie rappresentazioni, il popolo, tema privilegiato dell’estetica realista. In conseguenza, generi compresenti ma non intrinsecamente legati all’estetica realista-socialista, come il paesaggio o la natura morta, occupano di fatto un posto marginale.
Inoltre, in considerazione del gigantismo caratteristico proprio di questo movimento, la “grande scala” dei dipinti assume in mostra una precisa valenza tematica.
E infine, la mostra, come detto, preferisce concentrarsi sull’interesse artistico piuttosto che sull’aspetto ideologico, anche laddove predominante. E’ questo il principio informatore della selezione di dipinti; principio che ha comportato tanto l’esclusione dalla rassegna di alcuni protagonisti della stagione realista sovietica, celebri ma non eccellenti, così come l’inserimento di figure meno note ma ritenute meritevoli di riconsiderazione storico-critica.
Il catalogo è edito da Skira.