Recession Design – MiniRecession
La suggestione nasce dall’inedito dialogo con spazi più contenuti e intimi di quelli usualmente esplorati, e con la funzione cui essi sono destinati, ossia quelli di una galleria d’arte contemporanea. Da qui l’idea di confrontarsi con dei limiti dimensionali, che sono stati stabiliti in 40 cm per due delle tre dimensioni, e con il concetto di pezzo unico, cioè di oggetti che, pur se ottenuti con la stessa metodologia compositiva, possano essere personalizzabili.
Comunicato stampa
Recession Design è un collettivo, nato nel 2009, composto da personalità provenienti da esperienze formative e professionali assai diverse. Raccolti attorno ai membri fondatori, Zoran e Dragana Minic e Nicola Golfari, circa 40 designers, due grafici e un fotografo si sono avvicendati nei tre anni di progetti che il gruppo ha portato avanti, esponendo in importanti eventi, quali il Salone Internazionale del Mobile di Milano (2009, 2010, 2011), e contesti museali (MAK, Vienna, 2009).
La filosofia di Recession Design prende avvio dalla necessità di confrontarsi con una realtà economica e finanziaria estremamente complessa e dura, che ha portato a un ripensamento delle dinamiche consumistiche, e allo stesso tempo dalla voglia di coinvolgere le persone a (ri)pensare ai propri spazi di vita ed elaborare originali soluzioni d’arredo con materiali semplici e di facile reperibilità: il metodo del fai-da-te contro l’appiattimento e la standardizzazione delle idee e delle forme.
In mostra da Allegra Ravizza Art Project il nuovo progetto del gruppo, MiniRecession.
La suggestione nasce dall’inedito dialogo con spazi più contenuti e intimi di quelli usualmente esplorati, e con la funzione cui essi sono destinati, ossia quelli di una galleria d’arte contemporanea. Da qui l’idea di confrontarsi con dei limiti dimensionali, che sono stati stabiliti in 40 cm per due delle tre dimensioni, e con il concetto di pezzo unico, cioè di oggetti che, pur se ottenuti con la stessa metodologia compositiva, possano essere personalizzabili.
Il risultato di questa ricerca ha portato alla realizzazione di manufatti da parete o da terra che acquistano un senso compiuto nella loro interazione con il verde domestico: vasi, contenitori, piani d’appoggio e di lavoro sono stati pensati e costruiti da Zoran e Dragana Minic, Nicola Golfari, Massimo Dalla Pola, Paola De Francesco e Joao Silva, Luigi Fumagalli, Luca Stalla. In mostra anche una selezione delle collezioni degli anni passati.
L’INTERO RICAVATO DELLA MOSTRA VERRA’ DEVOLUTO A: in vita logo
REGALIAMOGLI UNA CANNA DA PESCA, NON IL PESCE!
Questo proverbio italiano è il motto di IN-VITA, associazione non governativa no profit volta allo sviluppo dei villaggi rurali del Mali, nata nel 2007 dalla determinazione di Vieux, malese d’origine ma italiano d’adozione, e dall’entusiasmo di Daniela Bertazzoni.
IN-VITA opera principalmente sulla quantità e qualità di fonti di approvvigionamento e distribuzione del principale elemento di vita dell’uomo, l’acqua, agendo in villaggi che ne sono totalmente o parzialmente sprovvisti.
IN-VITA si propone di aiutare 5 villaggi (Zangarbala, Sonabougou, Karfabougou, Kamalendougou e Sebelinkelé), caratterizzati dalla carenza di acqua, soprattutto durante la stagione secca, che va da dicembre a giugno compresi; una carenza che limita drasticamente la possibilità di sopravvivenza e l’agricoltura.
L’attuale obiettivo di IN-VITA è quello di ripristinare i pozzi non funzionanti a causa dei guasti alle pompe e di scavarne di nuovi, più moderni e profondo, ottenuti tramite trivellazione. Questi pozzi avranno una maggiore portata d’acqua e saranno dotati di grandi serbatoi di raccolta e di pannelli fotovoltaici per l’azionamento della pompa.
Il villaggio di Karfabougou è già stato ripristinato e dotato di una nuova pompa manuale.
Nel villaggio di Zanfarbaia l’intervento è stato più oneroso, poiché sono stati messi i pannelli fotovoltaici, il serbatoio di raccolta d’acqua e la pompa elettrica. Si è potuto così canalizzare l’acqua del pozzo che è locato su una piccola collina a 800 metri di distanza e portarla fino al villaggio.
Attualmente l’associazione IN-VITA sta cercando di ripristinare un pozzo nel villaggio di Sonabougou, la cui portata d’acqua è molto abbondante. Anche qui sono previsti pannelli fotovoltaici, un grande serbatoio e una pompa elettrica. Inoltre è in progetto la realizzazione di una canale di 7 km che raggiungerà il villaggio di Sebelinkelé. Quest’ultimo è il villaggio più sfortunato in quanto IN-VITA ha già effettuato due trivellazioni senza trovare acqua, nonostante il parere positivo del geologo. Tutti i giorni gli abitanti del villaggio di Sebelinkelé sono costretti a fare 14 km per poter prendere l’acqua.
Infine è di fondamentale rilevanza il coinvolgimento diretto delle comunità dei villaggi nella realizzazione dei progetti. Si richiede infatti collaborazione – mano d’opera – al fine di sensibilizzare gli abitanti nella creazione di piccoli fondi comuni per la gestione delle manutenzione e si insegna a operare sugli impianti al fine di far loro assimilare una logica di gestione e organizzazione.
Stime di realizzazione:
1 trivellazione: da 9.000 €
1 trivellazione con serbatoio di raccolta acqua, pannelli fotovoltaici e pompa elettrica: da 20.000 €
1 Km di tubatura: 1.500 €