Regina Margherita
Una grande occasione di valorizzazione per la reggia che aprirà le sue porte al pubblico raccontando la storia di Margherita, prima regina d’Italia, che qui ha vissuto con Umberto I. Ogni stanza rivive grazie ad oggetti, arredi, abiti appartenuti alla regina.
Comunicato stampa
Per i 150 dell’Unità d’Italia la Regina Margherita torna a Monza e apre gli appartamenti di Villa Reale. A partire da venerdì 29 luglio le stanze del primo piano nobile della reggia apriranno per la prima volta al pubblico grazie agli allestimenti della mostra “Regina Margherita”, curata da Elena Fontanella, ideata e promossa da Fondazione DnArt , che inaugurerà ufficialmente il 12 settembre prossimo.
Gli arredi e gli oggetti che animeranno gli appartamenti provengono in gran parte dalla mostra “Regina Margherita. Il mito della modernità”, promossa da DnArt, che si è appena conclusa, con un grande successo di pubblico, alla Villa Reale di Napoli.
“Il centro dell’esposizione è la villa le cui stanze sono le vere protagoniste del progetto – spiega Elena Fontanella, curatrice della mostra e Presidente della Fondazione DnArt -. Una grande occasione di valorizzazione per la reggia che aprirà le sue porte al pubblico raccontando la storia di Margherita, prima regina d’Italia, che qui ha vissuto con Umberto I. Ogni stanza rivive grazie ad oggetti, arredi, abiti appartenuti alla regina. E dal 12 settembre, con l’inaugurazione ufficiale della mostra, gli appartamenti si arricchiranno con un percorso storico e nuovi approfondimenti sulla figura di Margherita”.
Dipinti, sculture, arredi, oggetti, abiti, gioielli, documenti e fotografie accompagnano il visitatore tra le stanze di Villa Reale. Contenuto e contenitore si fondono in un unicum storico, dove l’uno rimanda all’altra e viceversa. Perché la storia di Margherita non può prescindere dal suo legame con Monza e con la Villa. Un luogo prestigioso e suggestivo che assume un ruolo di primaria importanza a cavallo tra il XIX e il XX secolo nelle vicende legate all’Unità d’Italia e ai sovrani della nuova Nazione. La Reggia, infatti, è il dono di nozze di Vittorio Emanuele II al principe Umberto, erede al trono del Regno d’Italia, e a Margherita di Savoia, figlia di Ferdinando duca di Genova (fratello di Vittorio Emanuele II) e di Elisabetta di Sassonia che si sono uniti in matrimonio il 22 aprile 1868 a Torino. Margherita è entusiasta di questo dono e stabilisce sin da subito un legame profondo con la villa e la sente, come lei stessa scrive, “casa nostra veramente, perché il re ce l’ha assegnata in proprio”.
Qui Margherita, che ama la cultura, si diletta nella musica e si circonda di poeti, intellettuali e artisti che trovano in lei una fonte di ispirazione e un modello di grazia ed eleganza. La maggior parte degli interventi, sia strutturali che decorativi, subiti dalla villa nel corso degli anni per adeguarsi alle nuove esigenze di comfort e funzionalità generate dai repentini mutamenti della società sono voluti da Margherita. La regina dà una forte impronta personale agli arredi e alle decorazioni, il suo gusto raffinato si coglie nelle scelte che compie nelle tappezzerie, negli arredi, nelle vaselle e nelle suppellettili in generale. A partire dalla tavola. In mostra, infatti, vi è anche la grande tradizione delle tavole della Casa Reale Savoia. In questi anni, infatti, anche l’arte della cucina e della tavola è investita dallo spirito della modernità che soffia impetuoso in tutti gli ambiti della vita. Lo stile e l’impronta di Margherita incidono anche nell’organizzazione delle tavolate, sulla presentazione delle pietanze e sulla scelta del menù.
Margherita costituisce un interessante soggetto storico e privato nell’ambito della lettura della storia unitaria italiana, non solo per essere stata la prima Regina dell’Italia unita, ma anche per quel particolare stile che Margherita impose con la propria forte personalità e il proprio ruolo sull’opinione pubblica italiana, tanto da creare un vero riferimento culturale e sociale per oltre mezzo secolo. Il fenomeno del “margheritismo”, fondato sul sottile potere di attrazione che la regina esercita non solo su artisti e intellettuali, ma anche sulla gente comune, viene a costruire uno dei volti identitari del nostro paese sullo scenario d’Europa: è il trionfo della bellezza femminile, che lo stile della regina riesce ad incarnare in tutte le sue più svariate e articolate sfaccettature.
Margherita, inoltre, proprio come una sovrana moderna, ha vissuto gioie e dolori personali e della nazione. L’unione tra Margherita e Umberto ha avuto per Vittorio Emanuele II un alto significato politico: doveva rinnovare e rafforzare l’immagine della dinastia regnante, uscita indebolita dalla terza guerra d’Indipendenza contro l’Austria e avvicinare il popolo alla Corona. In seguito, poi, il matrimonio felice si trasforma in un rapporto di indifferenza tra i due coniugi. Umberto, infatti, ancor prima del fidanzamento ufficiale con Margherita frequentava altre donne. In particolare la duchessa Eugenia Litta Bolognini, che abitava nell’omonima villa di Vedano, poco distanze dalla reggia monzese. Il re era solito percorrere il sentiero che univa le due dimore, dopo l’aperitivo con la regina, per andare a cenare con la sua favorita. Margherita una sera, entrando nella camera da letto del marito lo sorprese impegnato con la Litta e decise di andarsene e abbandonare il marito infedele. L’intervento del suocero, che le ricordò il suo ruolo, le fece cambiare idea. Del resto Margherita, non si sottrasse mai al suo ruolo di regina stando sempre accanto al marito e sostenendolo in qualsiasi scelta politica. Fino al 1 luglio del 1900 quando Umberto viene ucciso per mano dell’anarchico Bresci, lasciando così Margherita in uno stato di costernazione e di malinconia che la accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni.
La mostra è ideata e promossa dalla Fondazione DnArt, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza, Comune di Monza e con il sostegno di Intesa Sanpaolo.