Reinier de Graaf – The century that never happened
Prende il via il progetto biennale Brave New World, ideato e curato da Marina Engel, responsabile del Programma di Architettura della British School at Rome, con la conferenza dell’architetto Reinier de Graaf, partner dell’Office for Metropolitan Architecture (OMA), mediator culturale di MANIFESTA2018, dal titolo The century that never happened, che si terrà nella sede di via Antonio Gramsci 61 a Roma.
Comunicato stampa
Mercoledì 15 maggio 2018, alle ore 18.00, prende il via il progetto biennale Brave New World, ideato e curato da Marina Engel, responsabile del Programma di Architettura della British School at Rome, con la conferenza dell'architetto Reinier de Graaf, partner dell'Office for Metropolitan Architecture (OMA), mediator culturale di MANIFESTA2018, dal titolo The century that never happened, che si terrà nella sede di via Antonio Gramsci 61 a Roma.
Reinier de Graaf introduce il programma Brave New World in una lecture incentrata sul tema della relazione tra politica, economia e architettura. Il programma della BSR, infatti, sin dal titolo evoca ironicamente e provocatoriamente gli immaginari shakespeariani de La Tempesta e dell'omonimo capolavoro di Aldous Huxley, in cui l'uomo si trova di fronte alla sfida rappresentata dal 'nuovo' e dallo 'sconosciuto.' Il progetto si propone di approfondire alcuni aspetti sullo sviluppo dell'architettura all'indomani dell'alba del nuovo millennio.
Reinier de Graaf, partendo dalle teorie economiche del francese Thomas Piketty basate sull'analisi delle disuguaglianze di reddito e ricchezza in campo sociale, le riformula nell'ambito dell'architettura, osservando come gli ultimi venti anni sembrino aver cancellato il secolo scorso, quasi non fosse mai esistito. Le architetture che fino agli anni settanta del novecento incarnavano la mobilità sociale, ora sembrano prevenirla, ostacolarla. Nonostante il continuo incremento dei tassi di povertà e senzatetto, le grandi edilizie sociali vengono demolite con sempre maggiore risoluzione. La rovina del ventesimo secolo, dunque, troverebbe, secondo de Graaf, una prova concreta nella metodica rimozione della stessa materia che lo aveva così fortemente caratterizzato rispetto ai precedenti.
La conferenza descriverà il mondo in cui si sta formando la generazione dei giovani architetti e designer di oggi, soffermandosi sulla realtà economico-socio-politica che hanno ereditato. Impossibile non fare i conti con le conseguenze dovute alla crescita della disuguaglianza di benessere e salute, alle condizioni di lavoro instabili e precarie, ai costi sempre più cari e inaffrontabili di affitti e acquisti nel settore immobiliare, senza dimenticare il radicale cambiamento dei valori legati alla famiglia e ai ruoli di genere.
Reinier de Graaf, architetto olandese, urbanista e scrittore, è partner dell'Office for Metropolitan Architecture (OMA) e responsabile di progetti di Europa, Russia e Medio Oriente. E' co-founder dell'AMO (il think tank di OMA) e insegna all'Università di Harvard, nel Graduate School of Design. E' autore del libro Four Walls and a Roof: The Complex Nature of a Simple Profession (Harvard University Press, 2017) definito come il miglior libro del 2017 sia dal Financial Times che dal Guardian.
Pippo Ciorra, architetto, critico, docente, collabora con giornali e riviste ed è autore di molti saggi e pubblicazioni. E' professore di progettazione e teoria presso la SAAD di Ascoli Piceno e direttore del programma di dottorato internazionale Villard d'Honnecourt presso lo IUAV. Ha curato e allestito mostre in Italia e all'estero; dal 2009 è senior curator per l'architettura al MAXXI di Roma.
Programma Brave New World
La sensazione diffusa tra molti giovani architetti e artisti è che l'attuale sistema di progettazione dell'ambiente antropizzato non affronti le esigenze economiche e sociali della loro generazione. Tutti gli architetti presenti in questo programma, e molti altri ancora, cercano di superare il ruolo tradizionale dell'architettura, dando vita a imprese sociali volte a supplire al ruolo dello stato, spesso sentito come manchevole o non sufficiente. Allo stesso tempo i millennial, grazie alla capacità di utilizzare e condividere le informazioni sul web, sono la prima generazione che dipende più dai propri pari che da figure autorevoli. Ciascuno è il motore dei progetti che avvia. Assemble, uno degli studi che partecipano al nostro programma, si definisce impegnato nella prassi non solo del fare ma del fare accadere.
Questa generazione è ritenuta la forza propulsiva della nuova sharing economy, con l'incremento di spazi di lavoro in comune e di spazi abitativi condivisi. Sono in molti a ritenere che i nativi digitali produrranno un effetto rivoluzionario sull'architettura, sull'urbanistica e sul modo in cui viviamo lo spazio, e che questo a sua volta influenzerà il modo in cui lavoriamo, ci svaghiamo e socializziamo.
Brave New World si propone di approfondire la natura di alcuni dei cambiamenti che questa nuova generazione di architetti e designer sta realizzando. A questo scopo apre una serie di interrogativi: Quali forme assume questa nuova visione dell'architettura? I progettisti più giovani sono spinti da una nuova coscienza sociale e da un ideale più utopico riguardo alle finalità dei loro progetti? Oppure, al contrario, sono semplicemente pragmatici? E che tipo di dialogo intercorre tra gli architetti britannici e quelli italiani?