Renato Birolli – Figure e luoghi 1930-1959
La mostra documenta l’intera produzione pittorica dell’artista con oltre novanta opere dall’Espressionismo lirico alla ricerca sul colore e sulla luce, oltre che due temi fondamentali della sua indagine: la figura e il rapporto con la natura.
Comunicato stampa
La mostra documenta l’intera produzione pittorica dell’artista con oltre novanta opere dall’Espressionismo lirico alla ricerca sul colore e sulla luce, oltre che due temi fondamentali della sua indagine: la figura e il rapporto con la natura.
Il percorso espositivo muove dagli esordi di Birolli nella Milano degli anni Trenta intorno al critico Edoardo Persico; prosegue attraverso la stagione realista di Corrente di cui è protagonista e giunge infine agli esiti astratti e informali degli anni Cinquanta, in cui la pittura dell’artista entra in risonanza con l’Espressionismo astrattto americano.
Protagonista engagé della vita e del dibattito artistico italiano nei decenni centrali del Novecento, Birolli ha fatto del lirismo cromatico la chiave di una lettura allo stesso tempo critica e poetica del reale, unendo la sensibilità veneta del colore con la lezione di Van Gogh e Cézanne, come annotava nei Taccuini nel 1936: «Il colore non è materia, è nucleo emozionale».
Sono esposti i principali capolavori dell’artista provenienti, oltre che dalla collezione Birolli e dalle maggiori collezioni private italiane ed europee, da istituzioni e musei italiani: la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Museo del Novecento di Milano, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, la Galleria d’arte Moderna di Udine e la Collezione Banca Intesa.
Completano il percorso documentazioni e foto d’epoca che provengono dal fondo dell’Archivio milanese e dall’Associazione Renato Birolli recentemente costituita. Accompagna la mostra un catalogo con testi di Elena Pontiggia e Viviana Birolli in cui vengono pubblicati, per la prima volta, documenti inediti del «Fondo Renato e Rosa Birolli», conservato a Firenze presso il Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux.