Renato Mambor – Mambor campionatore
Questa personale di Renato Mambor (Roma, 1936), fondamentale esponente della cultura figurativa italiana della seconda metà del ‘900, è la prima a svolgersi nella città di Brescia.
Comunicato stampa
Osservo la divisione, la separazione, la solitudine, e non rappresento la sofferenza, il dolore. Non vedo attraverso il mio corpo ma vedo il mio corpo nello spazio. Renato Mambor
Questa personale di Renato Mambor (Roma, 1936), fondamentale esponente della cultura figurativa italiana della seconda metà del ‘900, è la prima a svolgersi nella città di Brescia. L’occasione è offerta da Marzia Spatafora – Spazio Culturale. Questo importante artista, oltre alla partecipazione a ben tre Biennali a Venezia, recentemente ha in corso una personale al Macro di Roma fino al 9 marzo, al Museo Pino Pascali di Polignano a Mare (BA) ha partecipato fino al 26 gennaio alla mostra Compagni di Strada, nel 2012 ha esposto una personale all’ Istituto di Cultura Italiana a Praga, nella mostra Con il Gruppo 63. Artisti curata da Achille Bonito Oliva presso la Fondazione Marconi di Milano alla fine dello scorso anno c’era anche il suo contributo e infine fino al 23 marzo è in corso un’altra sua personale presso le Fruttiere di Palazzo Te a Mantova.
È chiaro il percorso che Marzia Spatafora vuole intraprendere nel suo Spazio Culturale a Brescia: dopo l’apertura di gran successo del 30 gennaio, la gallerista intende continuare a proporre un tipo di arte dal riscontro deciso, diretto e di risonanza nazionale, optando per delle mostre che siano in grado di essere un arricchimento culturale per la città, una proposta di livello, una scelta consapevole.
Sarà esposta una selezione dell’opera del pittore romano per creare un excursus: le fotografie degli anni 60, sia a colori che in bianco e nero, che immortalavano le sue famose azioni performative presenti anche a Mantova; i Gargoyles, dipinti che rappresentano i leggendari mostri che proteggevano dal male esposti anche a Praga; la famosa Quadreria, caratterizzata dalla presenza dell’ Osservatore come stimolo per il recupero del giudizio individuale in contrapposizione al pensiero globalizzato e in parte presente a Palazzo Te; i Raccoglitori di Pioggia, opera installativa concepita e poi esposta alla Biennale di Venezia del 2011; infine i Papier Maché, dei dipinti su carta che recuperano i motivi iconografici degli anni Sessanta.
Il titolo MAMBOR CAMPIONATORE è volto a sottolineare l’opera di un artista che sulla ripetizione, sulla moltiplicazione iconica, sullo stretto legame tra segni e codici mediatici ha definito la propria cifra stilistica, consegnata nei decenni a un peculiare modo di campionare la figura umana, gli oggetti, le materie e i segni del presente. L’intento è volto anche a creare un legame con la mostra in corso a Palazzo Te a Mantova: il titolo è il medesimo, la curatela è di Gianluca Marziani e Marzia Spatafora ha contribuito alla realizzazione.
Forte di una produzione artistica estesa nel tempo e ricca, nel suo stile maniacale e ripetitivo, di varianti espressive e tecniche - fotografia, pittura, performance, scultura e installazioni - Renato Mambor ha trovato in Achille Bonito Oliva una critica fedele e puntuale, che dalla sua prima presentazione nel ’66 lo ha accompagnato fino al 2009. Ma la grandezza di Mambor non può essere colta fino in fondo escludendo il suo percorso parallelo in ambito teatrale, attivo nella sua esistenza fin dagli anni Cinquanta e intrapreso con passione e apprezzabili riscontri fino alla fine degli anni ’80 quando l’artista – nella più intera accezione del termine – sceglie di tornare definitivamente alle arti visive.