Renato Manuelli – Figure rubate ai sassi
Il tema preponderante è rappresentato dall’uomo nel suo drammatico confronto con se stesso e con la natura. Un uomo che appare nelle sue opere in tutta la sua forza e in tutta la sua debolezza, anche quando Manuelli lo traccia con un segno di imponenza, con metrica classicheggiante, sempre immerso in stratificazioni geologiche che sottolineano la sua dipendenza dalla natura e la lotta che lui compie per meritarsi un’esistenza degna della natura stessa.
Comunicato stampa
Si inaugura lunedì 7 gennaio 2013 alle ore 18.00 la rassegna personale del pittore triestino Renato Manuelli, intitolata FIGURE RUBATE AI SASSI.
“Nei suoi quadri –scrive Franco Rosso nella presentazione-, Manuelli fa parlare la pietra, personifica il Carso che gli dà spunti per reinterpretare la realtà, e compie una sintesi tra figurativo e materico, tra contenuto simbolico e contesto materializzato nella pietra, accostando pittura e scultura, fuse in plastiche rappresentazioni.
Lo fa da poeta, con un vitalismo che sgorga dalle cose semplici e con un linguaggio che rifugge i concettualismi ma lo caratterizza come psicologo degli umori custoditi dai sassi del Carso.
Il tema preponderante è rappresentato dall’uomo nel suo drammatico confronto con se stesso e con la natura. Un uomo che appare nelle sue opere in tutta la sua forza e in tutta la sua debolezza, anche quando Manuelli lo traccia con un segno di imponenza, con metrica classicheggiante, sempre immerso in stratificazioni geologiche che sottolineano la sua dipendenza dalla natura e la lotta che lui compie per meritarsi un’esistenza degna della natura stessa.
Manuelli ci ricorda che bisogna apprezzare ciò che ci è più vicino e caro, per ottenere ciò che più desideriamo: e ci dice anche che bisogna scrostare l’apparente per separare il vero dal falso, per gridare la verità e la forza drammatica delle emozioni umane, rivendicando in questo modo una insoddisfatta sete di giustizia”
Renato Manuelli, nato a Trieste nel 1937, autodidatta, ha iniziato ad esporre nel 1975 con mostre personali e partecipando a collettive in Italia e all’estero. Attivo anche come disegnatore e incisore, ha realizzato opere di ispirazione religiosa che sono presenti in alcune chiese di Trieste.