(R)Existenz

Informazioni Evento

L’arte plastica, la forma espressiva tridimensionale ha generato un territorio comune di sperimentazione che coinvolge scultura, architettura e design. Come testimoniano i 20 artisti partecipanti, selezionati nell’ambito delle forme espressive più interessanti della generazione nata negli anni 70’, questo è l’assunto da cui prende spunto la mostra.

Comunicato stampa

La scultura come “pensiero per forma”, uno strumento espressivo in grado di tradurre riflessioni e analisi sull’esistente dialogando con le tecniche e vincendo la resistenza dei materiali.
In una società liquida, all’insegna della precarietà e del pensiero debole, l’arte plastica si affranca dagli obblighi celebrativi e dalla connessa dimensione monumentale e decorativa, per diventare un solido totem del pensiero, un mirabile specchio dello zeitgeist.
L’arte plastica, la forma espressiva tridimensionale ha generato un territorio comune di sperimentazione che coinvolge scultura, architettura e design.
Come testimoniano i 20 artisti partecipanti, selezionati nell’ambito delle forme espressive più interessanti della generazione nata negli anni 70’, questo è l’assunto da cui prende spunto la mostra.
L’arte plastica è una disciplina “aperta” che dialoga con il mondo delle idee oltre che con i materiali e allo stesso tempo ingloba secondo dinamiche osmotiche stilemi e modalità provenienti dal mondo tecnico e scientifico, influenze dalla storia e dalla memoria e soprattutto assimila elementi dalla discipline con cui condivide la sintassi dello spazio, come l’architettura e il design, nelle loro dimensioni funzionale e antropologica.
Le opere in mostra palesano il processo simbiotico o di simulazione che s’instaura tra le opere d’arte e gli oggetti di uso comune e mettono in luce la dialettica tra forma e funzione (caratteristica del design) e fra la tradizione e l’innovazione, la storia e la contemporaneità.
Materiali e tecniche cosiddette classiche convivono con iconografie nuove e materiali industriali o “poveri”, le istanze formali dialogano con quelle relazionali.
La mostra (R)existenz 3D2D prosegue idealmente il percorso di analisi del panorama delle arti plastiche contemporanee intrapreso dalla rassegna annuale Pietrasanta Contemporanea.
L’evento fa parte del progetto “Archeologia del Futuro” dedicato alle arti plastiche nelle loro molteplici componenti, sostenuto dalla Regione Toscana, concepito dalla Fondazione Centro Arti Visive in collaborazione con il Comune di Pietrasanta, l’Accademia di Belle Arti di Carrara e da Artigianart (associazione degli artigiani di Pietrasanta).
La presenza degli artigiani testimonia la volontà del progetto di creare un ponte ideale fra tradizione e innovazione, fra “saper fare” e elaborazione concettuale, fra teoria e prassi, come allo stesso modo la presenza di istituzioni di alta formazione come il Centro Arti Visive e l’Accademia di Belle Arti di Carrara rappresentano la necessità e la volontà di creare nuove formule didattiche e pedagogiche in campo artistico per rispondere alle nuove dinamiche percettive e linguistiche.
Il Comune di Pietrasanta, sottolinea la centralità dell’arte e della cultura come strumenti di crescita e sviluppo di un territorio e della sua identità, come testimonia il comprensorio e la sua storia legata alla produzione artistica.
Un territorio che non si limita più a conservare il ricco patrimonio culturale, ma si adopera per produrre cultura, facendolo interagire con i linguaggi della contemporaneità.
La struttura della mostra raccoglie artisti nati intorno agli anni 70’ e formatisi culturalmente negli anni ‘90’, che hanno creato nell’epoca dell’onniscienza tecnologica digitale, della fine del reale come sostiene Baudrillard e dei movimenti artistici, hanno vissuto la ricerca solipsistica e la precarietà economico-culturale, attraversato il ritorno alla figurazione degli anni 80’ e la poetica dell’oggetto all’ombra dell’immanente concettualità.
Questi artisti hanno saputo creare un proprio linguaggio, sintesi delle varie istanze artistiche, dedicando particolare attenzione alla dimensione relazionale, non rifuggendo quella estetica ritagliando una porzione importante per la componente autobiografica e la dialettica con la storia e la memoria.