Reynier Leyva Novo – El peso de la muerte
Galleria Continua ha il piacere di presentare la prima mostra personale in Italia di Reynier Leyva Novo.
Comunicato stampa
Galleria Continua ha il piacere di presentare la prima mostra personale in Italia di Reynier Leyva Novo. Rappresentante della più giovane generazione di artisti cubani, Novo ha già avuto modo di presentare il suo lavoro in importanti contesti internazionali come la Biennale dell’Avana, la Biennale di Venezia, il MARTE Museo d’Arte Contemporanea San Salvador, la Biennale di Liverpool. El peso de la muerte è un progetto ideato appositamente per Galleria Continua e raccoglie una serie di opere inedite in cui la ricerca e il procedimento sono aspetti essenziali.
Profondamente poetico ma anche carico di interrogativi, il lavoro di Reynier Leyva Novo si inserisce nel contesto delle battaglie quotidiane per giungere al fondo dell’identità individuale e collettiva. Nel suo fare artistico avanza volgendo le spalle al futuro, penetrando negli interstizi più reconditi della storia per offrirci un rinnovato dialogo e una prospettiva d’osservazione diversa. Le sue opere sono spesso il risultato di sforzi congiunti e coinvolgono storici, cartografi, alchimisti, botanici, musicisti, designer, traduttori, strateghi militari, tutti impegnati nell’eterna lotta per il raggiungimento della libertà, individuale e collettiva, nel tentativo di mettere in moto ingranaggi ideologici paralizzati dalla ruggine e dai sedimenti accumulati in anni di immobilità e letargia.
Nonostante nel corso dell'umanità i conflitti armati siano stati costanti, il XX° secolo è considerato il centennio delle grandi tragedie umane: le due guerre mondiali, la guerra in Vietnam, la Guerra del Golfo, i conflitti in Medio Oriente sono solo alcuni esempi. Il XX° secolo è segnato dai regimi totalitari; proprio nel contesto della Seconda Guerra Mondiale essi raggiungono il loro apice e concorrono a registrare il più alto numero di morti nella storia. Partendo da questa riflessione Reynier Leyva Novo concepisce El peso de la muerte, il ciclo di lavori che dà anche il titolo a questa mostra. L’opera prende forma dalla quantità di inchiostro utilizzato per stampare gli elenchi di vittime ufficiali della Seconda Guerra Mondiale pubblicati da ogni paese belligerante ed i certificati di morte dei Capi di Stato coinvolti nel conflitto. Il calcolo viene effettuato utilizzando INk 1.0, il software progettato per calcolare area, volume e peso dell'inchiostro di manoscritti e documenti stampati a partire dalle immagini digitalizzate dei documenti originali.
Da questa procedura di calcolo nascono anche Cinco noches, Nueve leyes e La última pena, una nuova serie di opere che l’artista raggruppa con il titolo El peso de la Historia. Cinco noches raccoglie cinque libri politici del XX° secolo che hanno costituito, in larga parte, la base ideologica di cinque sistemi totalitari in parti diverse del mondo. Nueve leyes si focalizza su una selezione della legislatura applicata dalla Rivoluzione Cubana dal suo inizio ai nostri giorni. La última pena è l’applicazione di INk sulla parte del codice penale cubano che regola l’applicazione della pena di morte dal 1987 ad oggi”.
“La storia delle morti dovute non solo alle guerre ma anche alle decisioni di alcuni leader e all’applicazione delle loro politiche sarebbe però incompleta se priva di un riferimento alle armi. Oggi si stima che nel mondo esista un arsenale di 639 milioni di armi da fuoco, la cui metà nelle mani di civili e il resto a disposizione dei corpi di polizia e sicurezza - argomenta l’artista e prosegue - le armi da fuoco sono fabbricate con materiali diversi, ma senza acciaio non sono efficienti, non hanno nessuna funzionalità, perlomeno non per uccidere. È la solidità di questo materiale che garantisce la resistenza della canna e del meccanismo attraverso il quale passa il proiettile. Mi sono avvalso della galleria in quanto persona giuridica per acquisire le armi da cui estrarre l’acciaio; dalla fusione ho modellato nuovi oggetti la cui perfezione e utilità risiedono unicamente nella loro forma”. L’acciaio nelle mani di Novo si trasforma in un set di pesi mobili che si aggiungono alle bilance per equilibrare i carichi e determinare il peso piuttosto che in utensili per lavorare la terra. Ciascun oggetto riporta un’iscrizione: i dati tecnici dell’arma distrutta oltre al titolo e l’edizione dell’opera. Quando si acquista un’arma si acquisisce una proprietà che permane come un documento legale, anche se l’arma stessa viene distrutta. Il processo messo in atto da Reynier Leyva Novo fa si che la proprietà dell’arma diventa proprietà dell’opera d’arte.
Reynier Leyva Novo nasce a L’Avana, Cuba nel 1983. Vive e lavora a L’Avana. Conseguito il diploma presso il Centro d’Arte Sperimentale Antonio Díaz Peláez, prosegue il suo percorso di studi a L’Avana, prima alla Scuola di Belle Arti San Alejandro (2003) poi al Dipartimento di Comportamento Artistico diretto da Tania Bruguera (2007); dal 2004 al 2008 studia presso l’Istituto Superiore di Belle Arti. Tra le più recenti mostre personali ricordiamo El peso de la Historia, evento collaterale della XII° Biennale de L’Avana, Parco Morro-Cabaña, L’Avana (2015) e El polvo, la sangre, el sueño común, Bildmuseet Museo d’Arte Contemporanea e Cultura Visiva, Umeå, Svezia (2013), El deseo de morir por otros, XI° Biennale de L’Avana, Collegio di San Gerónimo, L’Avana (2012). Numerose le collettive che hanno dato modo all’artista di esporre il suo lavoro in tutto il mondo: nel 2015 al Pérez Art Museum di Miami, al Museo Ebraico di New York, alla Fondazione Valentín de Madariaga di Siviglia; con Project 35 Volume 2 in Slovenia, Venezuela e America nel 2015 e in Tailandia, Singapore, Indonesia e Hong Kong nel 2014. Le sue opere fanno parte di numerose importanti collezioni: Museo Nazionale di Belle Arti, L’Avana; Museo d’Arte del Bronx, New York; Museo di Hirshhorn, Washington DC; Centro d’Arte Walker, Minneapolis; PAMM Museo d’Arte Perez, Miami; Museo d’Arte Jordan, Oregon, Fondazione CIFO-Europa, Spagna, Fondazione Misol, Bogotá, Colombia, Collezione Farber, New York e Collezione Pizzuti, Ohio negli Stati Uniti.