Reza Aramesh – Number 207

Informazioni Evento

Luogo
CHIESA DI SAN FANTIN
Campo San Fantin, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
16/04/2024

ore 14

Artisti
Reza Aramesh
Curatori
Serubiri Moses
Uffici stampa
CASADOROFUNGHER
Generi
arte contemporanea, personale

Curato da Serubiri Moses in occasione della 60º Biennale di Venezia, il corpus di opere in marmo realizzate a Carrara di Reza Aramesh è una riflessione sulla condizione umana, che accende i riflettori sull’uso del potere e della brutalità in un confronto cruciale con la storia dell’arte europea.

Comunicato stampa

Il MUNTREF – Museo de la Inmigración di Buenos Aires annuncia
la mostra NUMBER 207 di Reza Aramesh alla Chiesa di San Fantin a Venezia, presentata con
il sostegno dell’Institute of Contemporary Art, Miami (ICA Miami). L'artista britannico di origine
iraniana Reza Aramesh torna a Venezia – dopo aver preso parte al padiglione iraniano della 56º
Biennale – con la sua prima esposizione personale, presentata dal curatore newyorkese Serubiri
Moses. In concomitanza con la 60º Biennale d’Arte di Venezia Foreigners Everywhere, a cura di
Adriano Pedrosa, la retrospettiva è realizzata in collaborazione con la Diocesi Patriarcato di
Venezia, la Dastan Gallery di Teheran e Stjarna.art. NUMBER 207 sarà visibile dal 16 aprile al
2 ottobre 2024, con un'anteprima stampa il 16 aprile alle ore 14:00. Per ulteriori informazioni,
visitare il sito web www.number207venice.com.

NUMBER 207 sarà accompagnata da due pubblicazioni di SKIRA Editore – un catalogo della
mostra con saggio curatoriale di Serubiri Moses, e un catalogo ragionato dal titolo "ACTION:
BY NUMBER" pubblicato da SKIRA Editore, a cura di Serubiri Moses e arricchito dai contributi
di Mitra Abbaspour, Geraldine A. Johnson, Julia Friedman, e Storm Janse van Rensburg.
“ACTION: BY NUMBER” sarà distribuito da ARTBOOK | D.A.P. negli Stati Uniti, in Canada e
nell’America centrale e del Sud, e da Thames & Hudson nel resto del mondo.
NUMBER 207 presenterà un corpus di tre serie scultoree realizzate appositamente in realizzate
in marmo di Carrara, estratto dalla Cava Polvaccio, la stessa da cui Michelangelo Buonarroti
sceglieva il materiale per i suoi capolavori. Allestita in conversazione con l'ambiente
architettonico della Chiesa di San Fantin, l'esposizione trova il suo punto focale nella serie Study
of Sweatcloth, che si compone di 207 pezzi di biancheria intima maschile a grandezza naturale,
scolpiti in marmo di Carrara e disseminati sul pavimento della chiesa. Spogliato del corpo, l'umile
indumento rappresenta l'ultimo brandello materiale di dignità e autonomia corporea del
prigioniero, come testimonianza della sua identità e come simbolo della sua successiva perdita.
Nel sottolineare la graduale assenza della corporeità, la biancheria intima attira efficacemente
l'attenzione sul corpo come luogo politico. Scolpendo il marmo – un mezzo tipicamente
riservato ai soggetti di venerazione o di potere – Aramesh impartisce un senso di permanenza
materiale e di integrità alle vite invisibili andate perse nei moderni atti di guerra e di terrore,
trasformando la materialità di questi soggetti storici in forme scultoree basate sulla storia dell'arte
europea e sull’egemonia della bellezza al servizio del potere.
Ogni opera di Aramesh fa riferimento a immagini di archivio e reportage di guerra dalla metà
del XX secolo ad oggi; la curatela e l'allestimento della mostra rispondono alla storia del sito
stesso, sede dell'Ordine di San Fantin, un ordine ecclesiastico post-medievale che ospitava e
amministrava i condannati in attesa dell'esecuzione. L'immaginario moderno dell'artista è reso
universale dalla realtà travolgente della guerra e del conflitto, qui intesi come un aspetto
persistente della condizione umana. In NUMBER 207, il contesto storico secolare di punizione e
riforma intrinseco nella storia della Chiesa di San Fantin incontra l'immaginario di Aramesh, in
riferimento ai prigionieri di oggi e alla loro tortura, in un intenso appello all'umanità e al suo
precario equilibrio tra empatia e crudeltà.
“Siamo entusiasti di presentare le opere di Reza Aramesh, la cui esposizione NUMBER 207
posiziona il nuovo corpus di sculture in marmo – basato sull'accumulo di "Azioni" – in stretto
dialogo con lo spazio espositivo, la Chiesa di San Fantin a San Marco, fondata nel X secolo con
lavori di ristrutturazione nel XV secolo, e la sua architettura ecclesiastica medievale. Ci interessa
anche il fatto che l'Ordine di San Fantin abbia confortato i condannati prima della loro esecuzione,
il che ha una particolare rilevanza per il gruppo scultoreo di Aramesh e i suoi precedenti lavori
fotografici.”
– Serubiri Moses