Ricardo García – Transito al 9no circulo
Protagonista alla 58ma Biennale di Venezia nel Padiglione Venezuela, Ricardo Garcia presenta per la prima volta a Milano recenti lavori che si focalizzano su problemi umanitari quali il dramma dei NINOS SOLDADO.
Comunicato stampa
LAQ - lartquotidien in collaborazione con il Santuario di Santa Maria dei Miracoli presenta dal 29 marzo al 7 aprile alla Basilica di San Celso a Milano: “Transito al 9no Circulo”, mostra personale dell’artista venezuelano RICARDO GARCIA a cura di Elisabetta Mero. L’esposizione, accompagnata da un testo di Celina Pérez Blanco, curatrice indipendente, sarà inaugurata il 28 marzo alle 18.00.
Protagonista alla 58ma Biennale di Venezia nel Padiglione Venezuela, Ricardo Garcia presenta per la prima volta a Milano recenti lavori che si focalizzano su problemi umanitari quali il dramma dei NINOS SOLDADO. In mostra circa 15 lavori su carta di tre formati: 6 di grande e medio formato e 9 sketches che denunciano l’orrore della Guerra e il pericolo della perdita dei diritti essenziali per i bambini precisati nella “Convenzione sui diritti dell’infanzia” stipulata dall’Unicef il 20 novembre 1989. I “bambini soldato”, immortalati dall’artista mostrano volti sofferenti ed emaciati, rimandano alla nostra memoria le figure del periodo blu picassiano. L’esposizione intende dunque porre l’attenzione sull’importanza di proteggere i bambini e di garantire i diritti essenziali per preservare l’innocenza.
I lavori fanno parte di un progetto più ampio dal titolo “Transito al 9no Circulo” che allude al nono girone dell’Inferno nel quale Dante e il poeta Virgilio incontrano i traditori e i fraudolenti, eternamente intrappolati nel ghiaccio. La letteratura universale ha sempre costituito una fonte di ispirazione per l’artista nell’analisi della condizione umana e sociale, la Divina Commedia è un punto di riferimento essenziale (come avviene anche per la serie “Dante soy yo” presentata al Museo de Arte Contemporáneo - MAC di Caracas nel 2016).
Ricardo Garcia osserva con coraggio l’orrore delle guerre che il mondo ha sperimentato e che, purtroppo, sta ancora sperimentando: il dramma dei civili innocenti coinvolti nei conflitti, coloro che sono costretti a fuggire e abbandonare le loro case e le loro famiglie; chi si trova a combattere suo malgrado, come i bambini o i ragazzi costretti a imbracciare un fucile e compiere l’ultima azione possibile: uccidere. Nella sua arte, inserendosi nella tradizione pittorica del suo paese, il messaggio prevale sullo stile che nel suo caso è figurativo con richiami al muralismo messicano di Diego Rivera.
Il pensiero corre immediatamente alla cronaca di questi giorni, agli ultimi eventi che stanno martoriando l’Ucraina. Negli occhi delle figure disperate di Ricardo Garcia, che tanto ricordano le vittime dei “Disastri della Guerra” di Francisco Goya, possiamo ritrovare tutto il dramma dei rifugiati ucraini, di coloro che combattono una guerra assurda, cercando di portare in salvo quelle ultime briciole di umanità, libertà e democrazia.
“La guerra non si può umanizzare. Si può solo abolire”. L’aveva detto Albert Einstein, Gino Strada ne aveva fatto un credo. E Ricardo Garcia, con le sue opere alla Basilica di San Celso, lo ricorda per tutti noi.
Parte del ricavato della vendita delle opere sarà devoluto alla CARITAS a sostegno delle famiglie ucraine arrivate a Milano.