Riccardo Arena – Hyphae. Dove le cose cadono e non ritornano più a se stesse
Hyphae – Dove le cose cadono e non ritornano più a se stesse, mostra personale di Riccardo Arena concepita come un’articolata installazione che si sviluppa nelle due sale della galleria e orchestra collage, fotografie, disegni, sculture e materiali d’archivio.
Comunicato stampa
RICCARDO ARENA
HYPHAE
Dove le cose cadono e non ritornano più a se stesse
A cura di Katia Anguelova
22 aprile - 24 luglio 2021
PUBLIC PROGRAM
CONFERENZE
di Giuliano Boccali e Maurizio Barracano
5 maggio 2021 | Ore 18.00
PERFORMANCE MUSICALE
di Fakhraddin Gafarov e Lorenzo Pierobon
26 maggio 2021 | Ore 18.00
WORKSHOP
29/30 maggio 2021
Tutte le info sulla mostra e sul public program ed eventuali variazioni di date orari su
www.riccardoarena.org e www.galleriamilano.com
La Galleria Milano è lieta di annunciare Hyphae - Dove le cose cadono e non ritornano più a se stesse, mostra personale di Riccardo Arena concepita come un’articolata installazione che si sviluppa nelle due sale della galleria e orchestra collage, fotografie, disegni, sculture e materiali d’archivio.
La mostra è accompagnata da un Public Program ideato come parte integrante dell’opera che prevede un panel di conferenze sulle tematiche che hanno nutrito l’immaginario di Hyphae a cui parteciperanno il professore di Indologia, Sanscrito e Tibetologia Giuliano Boccali e il restauratore di tappeti e arazzi, studioso di simbologia e di religioni Maurizio Barracano, oltre a una performance musicale di Fakhraddin Gafarov e Lorenzo Pierobon, un workshop e una serie di visite guidate.
Dopo i progetti a lungo termine sviluppati in Cina, Argentina e Russia, dal 2017 l’artista intraprende un nuovo percorso di ricerca tra Iran, Armenia ed Etiopia. Le esperienze di viaggio, gli studi e le investigazioni in questi Paesi si cristallizzano in un poema metafisico diviso in 21 capitoli dal nome “LuDD! - Topografia della Luce”, pubblicato nel 2019.
Il libro costituisce l’architettura di Hyphae, opera compositiva progettata per gli spazi della Galleria Milano e sviluppata come una guida per orientarsi negli immaginari dello scritto. Il poema, come racconta l’autore, «narra la genesi e il collasso di un Tappeto di luce filato attraverso il sacrificio di un Toro Primordiale imprigionato dentro un acceleratore di particelle, nelle cui trame si manifestano misura, geometria, tetragiardini, e miraggi di coscienza. Una cartografia rituale attraversata da una figura solitaria, che al seguito di una guida fluviale, intraprende un viaggio dissolutivo votato alla ricerca della mano che ha ordito il sacro tessuto».
In analogia con le ‘Hyphae’ (dal greco sin. huphḗ, rete) - i filamenti con cui l’apparato vegetativo dei funghi entra in simbiosi con altri organismi e crea un reticolo sotterraneo di relazioni invisibili, interdipendenti e inestricabili - l’autore intreccia una fitta maglia di corrispondenze tra biografie, teorie scientifiche e mitologie per fondere e trascendere in una dimensione poetica le parti che la compongono: la mistica della luce e del riflesso nelle opere di Rūmī, Aṭṭār e Suhrawardī; il Dasht-e Lut, deserto più caldo del mondo costellato da formazioni di sabbia simili a vestigia di un impero in dissoluzione; i Girih, complesse tassellazioni aperiodiche impiegate nell’architettura islamica medievale, connesse ai modelli teorici dei quasi-cristalli proposti cinque secoli dopo da Penrose; i cromatismi delle Isole Hormoz nel Golfo Persico, considerate il “paradiso dei geologi” e abitate dagli Zaar, enigmatici cantori sciamani; Nur, il fuoco perenne e l’influenza che la figura di Zoroastro ha avuto nelle origini delle culture monoteiste; il simbolismo dell’intessitura del tappeto legato al destino delle popolazioni nomadi; l’utopia lunare nella campagna di Alessandro Magno; la saggezza pietrificata nei complessi monastici di Sanahin e Haghpat in Armenia; le rovine di Ani, dove Gurdjieff racconta di aver trovato il fondamento delle teorie che lo condussero in Etiopia alla ricerca della Fratellanza Sarmoung; la spedizione dell’esploratore scozzese James Bruce votata alla scoperta della sorgente del Nilo; i monasteri del Tigray scavati come geodi all’interno delle rocce dove i sacerdoti etiopi custodiscono i Tabot, simulacri dell’arca dell’Alleanza.
In occasione della mostra sarà presentata la seconda edizione di “LuDD! - Topografia della Luce” corredata da immagini, con una tiratura limitata di 350 copie numerate e firmate, pubblicata da Kunstverein Publishing, Milano & Boîte Editions, Lissone.
PUBLIC PROGRAM
CONFERENZE di Giuliano Boccali e Maurizio Barracano
5 maggio 2021 | Ore 18.00
La giornata di conferenze, concepita come parte integrante della formalizzazione del progetto, si concentra sulle tematiche che hanno nutrito l’immaginario di Hyphae. Dopo un’introduzione dell’artista, prenderanno la parola il professore di indologia, sanscrito e tibetologia Giuliano Boccali con un intervento sull’estetica della poesia indiana; e il restauratore di tappeti e arazzi, studioso di simbologia e di religioni Maurizio Barracano con un intervento sul mistero del silenzio.
PERFORMANCE MUSICALE di Fakhraddin Gafarov e Lorenzo Pierobon
26 maggio 2021 | Ore 18.00
Due voci e due microfoni dialogano con live electronics e con strumenti tradizionali a corda pizzicata e a fiato (tar, ney, balaban, bendir, ud), per dare vita ad un suggestivo ed inedito percorso tra oriente e occidente, tra tecnologia e tradizione. Le trame elettroniche della voce e del canto armonico si intrecciano ai fiati e alle corde di strumenti ancestrali e trasportano gli spettatori in una terra di confine, tra improvvisazione, tradizione e innovazione.
WORKSHOP
29/30 maggio 2021
DURATA: 4 giornate
DATE: 29 /30 maggio, le successive due giornate saranno identificate con i partecipanti
LUOGO: Galleria Milano + Studio dell’artista.
PARTECIPANTI: Max. 12 persone
ISCRIZIONE E INFO: [email protected]
In occasione della presentazione del progetto Hyphae, viene proposto un percorso laboratoriale teorico pratico condotto dall’artista e accompagnato dall’intervento di Nicola Pellegrini (Galleria Milano), Katia Anguelova, Andrea Wiarda ( Kunstverein Milano) e Giulia Brivio (Studio Boîte).
Il workshop è votato a indagare i contenuti filosofici e simbolici delle “immagini” - qui intese come veicoli e catalizzatori culturali - attraverso la molteplicità di esperienze coinvolte nella creazione e formalizzazione dell’immaginario di Hyphae; a far sperimentare strumenti di “visual thinking” atti a stimolare e indagare i propri processi associativi; e a introdurre i partecipanti alla dimensione editoriale del libro di artista.
Riccardo Arena (Milano, 1979) sviluppa la sua pratica artistica nella creazione di riflessioni visive e processi narrativi articolati, da cui originano installazioni, film, disegni, stampe, libri, storie, seminari e workshop concepiti come dispositivi di conoscenza immaginativa.