Riccardo Dalisi – Un’esca a catenelle

Informazioni Evento

Luogo
ANDREA NUOVO HOME GALLERY
Via Monte Di Dio 61, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra sarà visitabile fino al 27 Luglio 2024 negli orari d’apertura della galleria.

Vernissage
25/05/2024
Artisti
Riccardo Dalisi
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale.

Comunicato stampa

…In ogni essere, in ogni cosa (e in ogni cosa in noi) agiscono contemporaneamente molte presenze […]. Tutto ciò in unità (e non sempre) con alterne dominanze. Ogni struttura ha il suo ritmo e dunque la sua geometria, esplicabile come tale. Ognuna di esse si dinamizza, sviluppa e genera situazioni e ne genera altre […] Fare l’esperienza del far uscire una forma o una figura dalle proprie mani a contatto con la materia. Sperimentare la continuità tra cuore, mano, mente, materia, forma nascente”. R. Dalisi.

 

Riccardo Dalisi

Un’esca a catenelle

 

 

dal 25 Maggio al 27 Luglio 2024

 

Opening

25 Maggio, h 16:30 > h 21:00

L’Andrea Nuovo Home Gallery è lieta di invitarvi all’inaugurazione di “Un’esca a catenelle,” personale dedicata alla poliedrica figura di Riccardo Dalisi.

Dopo l’importante retrospettiva “Radicalmente” al museo MAXXI (Roma) di Riccardo Dalisi, la proposta dell’Andrea Nuovo Home Gallery viene ad aggiungere un ulteriore tassello per esplicitare la visione utopistica, il linguaggio complesso e allo stesso tempo elementare – di avanguardia in definitiva – che connota la vasta produzione di Dalisi.

In un’esca a catenelle ogni figura o forma attira l’altra, innescando nel fruitore o meglio nell’interlocutore (sulla scia di una comunicazione empatica con il pubblico), uno sguardo quasi avido, onnivoro, in un continuum di sensazioni tra meraviglia e stupore. “Con un rapido colpo di umido, il dito intinto in po’d’acqua, ecco, il tocco pittorico sull’inchiostro che si espande come vuole con riflessi sempre diversi…”. (R. Dalisi).

La mostra presenta una selezione di 25 opere, realizzate prevalentemente tra gli anni 2011 e 2017, dalle quali si evince una ricerca di nuovi valori sia nelle forme che nel gioco cromatico, nel segno di una sperimentazione quasi frenetica dove il gesto e l’impulso vitale dell’artista acquisisce una dimensione più immediata e comunicativa, quasi euforica, più vicina ai sensi, allontanandosi ancora un gradino dall’universo oggettivamente controllato del design e della dialettica razionale.

Il progetto espositivo comprende sculture di piccolissimo, medio e grande formato, e pitture e disegni su carta per lo più inediti. In ogni lavoro appaiono figure impossibili oppure semi-possibili che esprimono l’ibridazione, la libertà di pensiero, la fantasia e lo spirito anticonformista e radicale di colui che diede loro vita. Il periodo di gestazione delle opere esposte coincide anche con la nascita dell’Archivio d’Arte di Dalisi – ideato e curato, durante quel frangente, da Andrea Nuovo –  risorsa fondamentale perchè è la memoria di un luogo speciale (l’antro nelle parole di Riccardo), un punto di osservazione distaccato dal mondo esterno, più una condizione mentale che uno spazio legato all’esercizio dell’arte.

Per Dalisi non esistono materiali inutili o brutti: la latta, il forex, la carta di imballaggio o di caramella, gli oggetti in disuso e persino declassati – anche materiali inconsueti come il caffè – sono per lui semplicemente materia che attende solo di ricevere un alito di vita, di essere tramutata. Dalisi la dota di una voce che partecipa all’immensa orchestra delle sue chimeriche creature che emergono da segmenti, che si muovono danzando in diverse direzioni: sono parte di uno “uno spazio che si agita aritmicamente come una musica” (R. Dalisi). Un’estetica quindi che non ha nulla a che fare con schemi collaudati, che non risponde a regole fisse, anzi le rifiuta per dare via libera all’autogenerazione e al rinnovamento costante.

Instancabile e ironico narratore del nostro tempo, Dalisi si circondava delle sue opere, con la loro carica poetica, con i propri valori simbolici e con la propria identità, un’estensione di sé stesso in tutte le sue possibili ed impossibili declinazioni.

Riccardo Dalisi

Nato a Potenza nel 1931, ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale.

Negli anni settanta, insieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva tutti i gruppi e le persone che in Italia coprivano l’area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli e, negli ultimi anni, l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regia della sua vita.

Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana. Negli ultimi trent’anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura e il design, la scultura e la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona. Nel 2009, dopo una lunga indagine preparativa, ha promosso la prima edizione del “Premio Compasso di latta”, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della ecocompatibilità e della decrescita. Nel 2014 ha vinto il secondo Compasso d’Oro per la ricerca nel sociale.

Diverse mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite in Italia e all’estero. Tra queste: MAXXI di Roma, la Biennale di Venezia, il MoMA di New York, la Biennale di Chicago, Palazzo Reale di Napoli, la Galleria Lucio Amelio di Napoli, la Fondazione Cartier di Parigi, il Tabak Museum di Vienna, il Museo Zitadelle Spandau di Berlino, Castel dell’Ovo a Napoli, Sunden di Stoccolma, la Reggia di Caserta. Importanti istituzioni custodiscono le sue opere tra le proprie raccolte: Triennale di Milano, Guggenheim, Museo del Design di Denver, Museo delle Arti Decorative di Montreal, Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, Museo di Copenaghen, FRAC D’Orleans, Museo MADRE di Napoli e Centre Pompidou a Parigi.