Riccardo Monachesi – Addendi
Due sedi museali e due appuntamenti espositivi – uno a Viterbo e uno a Civita Castellana (VT) – per la nuova mostra personale di sculture di Riccardo Monachesi, organizzata nell’anno in cui ricorre il quarantennale di attività dell’artista romano.
Comunicato stampa
Due sedi museali e due appuntamenti espositivi – uno a Viterbo e uno a Civita Castellana (VT) – per la nuova mostra personale di sculture di Riccardo Monachesi, organizzata nell’anno in cui ricorre il quarantennale di attività dell’artista romano. L’esposizione, a cura di Francesco Paolo Del Re, si intitola “Riccardo Monachesi. Addendi” ed è promossa e allestita dalla Società Cooperativa “Girolamo Fabrizio”, gestore dei servizi culturali e didattici del Museo della Ceramica della Tuscia e del Museo della Ceramica “Casimiro Marcantoni”, con il patrocinio della CNA Associazione di Viterbo e Civitavecchia, in collaborazione con la Fondazione Carivit.
Il primo dei due appuntamenti inaugura sabato 17 giugno alle ore 18:30 ed è visitabile fino al 10 settembre 2017 negli spazi di Palazzo Brugiotti, prestigiosa sede del Museo della Ceramica della Tuscia, nel cuore del centro storico di Viterbo (via Cavour 67). Il secondo evento espositivo, invece, inaugura sabato 23 settembre alle ore 18:30 e resta aperto al pubblico fino al 7 gennaio 2018 nel Museo della Ceramica “Casimiro Marcantoni”, all’interno della Chiesa di San Giorgio a Civita Castellana (VT) (viale Gramsci 1).
“Riccardo Monachesi. Addendi” raccoglie un’antologia delle sculture in ceramica realizzate dall’artista, con particolare attenzione alla produzione degli ultimi anni e con alcune significative incursioni nella produzione precedente, a partire dagli anni Ottanta del Novecento. A raccontare e accompagnare il percorso artistico di Riccardo Monachesi, un testo critico di Enrico Parlato.
ARTE COME PROCESSO DI CONTINUA ADDIZIONE - Una nuova personale, un nuovo addendo, a distanza di quattro anni dalla grande mostra organizzata all’interno del Museo delle Mura di Porta San Sebastiano a Roma. “Nel disegno più ampio del percorso della ricerca di un artista – scrive il curatore Francesco Paolo Del Re – ogni nuova tappa espositiva si inserisce come una tessera di mosaico, ponendosi in dialogo con il passato e il futuro della sua sperimentazione e con il contesto culturale all’interno del quale è inserito. In questo senso, la riflessione che ispira il titolo della mostra immagina il lavoro artistico come un fare processuale inserito in un universo di relazioni. Nelle due sedi di Viterbo e di Civita Castellana si presenta dunque una mostra-addendo, per valorizzare le peculiarità della scultura di Riccardo Monachesi, artista che fa dell’addizione di elementi modulari e della variazione all’interno di un principio seriale uno dei suoi punti di forza, con l’intento di trasformare il lavoro plastico in più ampie installazioni che si confrontano attivamente con lo spazio espositivo”.
SCULTURA E CERAMICA - Il lavoro di Riccardo Monachesi si incardina su due principi fondamentali: da una parte il primato della scultura, cioè l’affermazione di un modus operandi che precede la scelta del medium ceramico, dall’altra il rispetto assoluto della ceramica, che deriva da una vera e propria passione per la materia.
Monachesi scolpisce la ceramica da ben quarant’anni. La manipola. La osserva con le mani prima che con lo sguardo. Ne coltiva l’autenticità espressiva. Tenta di imbrigliarla con il giogo dei calchi lavorando sulla serialità e sulla modularità. La impreziosisce, liberandola dal manierismo attraverso l’esaltazione dell’incidente, dell’imprevisto, dell’indeterminato. Ma allo stesso tempo, in altri tipi di lavori, ne educa le potenzialità emotive ed espressive in virtù della sapiente duttilità nell’uso della tecnica del colombino, che asseconda plasticità sentimentali e traccia, come un vecchio giradischi, il solco di una melodia senza suoni.
LE OPERE IN MOSTRA - Il cuore della mostra è costituito da alcune nuove sculture, come per esempio la serie “TerraeMota”, quasi completamente inedita. “Ho iniziato a lavorare a questo progetto nel 2015 durante una residenza in Cile, su invito dell’Istituto Italiano di Cultura di Santiago del Cile. Nel corso del mio soggiorno cileno si è verificato un terribile terremoto e, a partire dall’osservazione della devastazione prodotta da questo cataclisma, ho iniziato a riflettere sul tema della casa franata e squassata. Un lavoro che ho deciso di proseguire anche al mio ritorno in Italia: i terribili terremoti dell’Umbria e delle Marche del 2016 mi hanno infatti convinto della necessità di riflettere con gli strumenti della mia arte sul tema della fragilità della costruzione umana”. Accanto a queste sculture di impegno civile, tra le opere recenti si annoverano anche lavori di respiro più intimo e privato, come “Persino le briciole”, una grande installazione a parete del 2015 che scandisce accenti e pause del verso di una poesia. Ma non è tutto. In un ideale abbraccio che supera il tempo, dagli archivi dell’artista riemergono poi alcuni lavori degli anni Ottanta, come la serie “Tangram” del 1985, composta di sette pezzi, le “Lune” del 1988 e le variazioni sul tema del circolo, oltre ad alcuni grandi vasi del decennio successivo: queste opere, preziose testimonianze di un percorso di ricerca tenace, coerente e di grande rigore formale, vengono esposte al pubblico per la prima volta dopo moltissimo tempo, per raccontare otto lustri di impegno di Riccardo Monachesi al servizio della scultura. Dentro la forma e oltre la materia.