Riccardo Pocci – Myland
Pittura, scultura, fotografia e installazioni sono i molteplici mezzi espressivi utilizzati da Riccardo Pocci nella mostra Myland che presenta in 26 opere alcuni luoghi e monumenti significativi del capoluogo lombardo.
Comunicato stampa
Pittura, scultura, fotografia e installazioni sono i molteplici mezzi
espressivi utilizzati da Riccardo Pocci nella mostra MYLAND che
presenta in 26 opere alcuni luoghi e monumenti significativi del
capoluogo lombardo. Lo fa mettendo in scena alcuni scorci dai netti
contrasti che paiono vere e proprie istantanee di luce e colore
sospese tra passato e presente. Uno spunto di riflessione per
l'autore su temi, sogni e disillusioni di un'epoca – quella
risorgimentale – che i festeggiamenti di questo lungo anno hanno
riportato alla nostra attenzione, e un'occasione in più per riflettere
sull'attualità.
Ancora una volta il Laboratorio Cagliani si apre all'arte
contemporanea divenendo galleria temporanea e ospitando le nuove
opere di un artista che è particolarmente caro ai due curatori: Davide
Cagliani e Stefania Bacci (catalogo e mostra sono accompagnati da
un testo critico di Sabrina Piscaglia).
In un intreccio di materialità e sogno, sono presentate le immagini di
alcune vedute e monumenti cittadini ai quali dedichiamo di solito la
nostra distratta attenzione. Ad essi Riccardo Pocci riesce a dare
nuova vita, significato e vigore. Come per esempio il monumento di
piazza Missori con la sagoma nera che si staglia sulle pareti degli
edifici circostanti, alle spalle del Duomo: il cavaliere ha la spada
rotta, il cavallo è sofferente e tutti e due sono come smarriti
all’interno della città che li contiene, quasi non la riconoscessero,
sbigottiti o forse abbattuti per aver combattuto in nome di ideali in
parte poi disattesi. A Giuseppe Missori, che partecipò a numerose
battaglie per l'Unità d'Italia e al quale la città di Milano dedicò questa
scultura equestre realizzata da Riccardo Ripamonti, sono ispirate le
prime due opere che danno il titolo alla mostra.
MYLAND,
gouache su struttura di bancali da tipografia, 170x205
La sagoma del monumento nella stessa prospettiva è anche
riprodotta in una scultura di poliuretano espanso con anima in legno,
400x435.
Un'altra opera è invece dedicata all’uomo che teorizzò l’Unità d’Italia,
Giuseppe Mazzini, il quale morì a Pisa presso la famiglia Nathan-
Rosselli nel 1872, dove era giunto in incognito da ricercato, sotto lo
pseudonimo di Mr. Brown. Di fronte al Duomo un altro magnifico
monumento equestre domina la piazza. Da lassù Vittorio Emanuele
II, primo re d'Italia osserva, immobile, i passanti. Ed è stato
collegando questa immagine a Mazzini che l'autore ha pensato a un
inseguimento immaginario dei due personaggi per le strade di
Milano, spunto dal quale è nata la terza opera – I wanna know who’s
Mr.Brown e un video della durata di tre minuti con colonna sonora
originale firmata da Patric Benifei (Casino Royale) che deriva
dall’inno italiano e “Mr. Brown” di Bob Marley.
I WANNA KNOW WHO’ S MR. BROWN,
Giclée print, 50x40, 5 + 2 p.a.
Torna nell'opera di Pocci il tema degli alberi, protagonisti del gioco
percettivo che ha condizionato il suo lavoro a partire dal 2007. Il
senso di collegamento e di sviluppo nella rappresentazione di questo
soggetto si ricava da alcune opere, presentate in serie, che
analizzano simbolicamente, oltre al contesto cittadino e conseguenti
rimandi storici, il collegamento con la terra, nostra madre.
L’albero ci somiglia non appena diventiamo cittadini milanesi, perché
si ritrova organizzato e ben disposto, con una propria identità non
urlata o incolta, bensì elegante e dignitosa. E’ ben saldo a terra e
cresce, come questa città ha imparato a fare di recente, in verticale.
Per rafforzare il connubio uomo-monumento-albero, Pocci presenta il
ritratto ispirato a un busto, ritrovato in un parco cittadino, di un illustre
musicista ottocentesco che fa mostra di sé, con un beffardo sorriso e
baffoni d’altri tempi, circondato da una fitta vegetazione.
Non è importante l’identità del ritratto ma l’identificazione dell' “uomo
che non c’era”, per citare i fratelli Cohen, con la natura. Così è nata
l'opera dal titolo
GIA’ COSA
gouache su assemblaggio di pancali
Un'altra serie riprende il tema monumento-uomo-natura
riproponendolo in verticale. Come il coronamento di un'unione
d’intenti, l’albero gioca con gli stimoli che trova intorno: il Caffè
Radetzky, la sede di Equitalia, la sede della Edison (prima
compagnia capace di fornire energia elettrica in Europa), la sede Rai
di Corso Sempione, in un rimando continuo a citazioni e significati
usati per descrivere noi stessi, la città e il legame profondo che ci
unisce.
Le opere di questa mini serie sono
L'ALBERO DI JESSE, 94x69, gouache su carta nera intelata
IL PLATANO ILLUSTRE, 80x130, gouache su carta nera intelata
RADETZKY, 80X120, gouache su carta bianca intelata
EQ'IO, 130x90, gouache su carta Aetna montata su legno
UNA VERA BICOCCA, 84X138, gouache su carta bianca intelata
Si ritorna alla composizione orizzontale con un lavoro
rappresentativo dell’intera serie: la ribellione degli alberi che partono
alla conquista del Pirellone, centro nevralgico del potere milanese
ASSEDIO AL PIRELLONE, 180x110, gouache su carta nera intelata
Una doverosa contrapposizione all’“Assedio al Pirellone” è il suo
contrario, cioè la rappresentazione della città dall'alto negli scatti
fotografici realizzati dall'ultimo piano dell’edificio, tra i simboli della
città. Una di queste vedute è protagonista di una delle carte nere
prodotte su espressa richiesta dalla cartiera siciliana Aetna.
PROSPETTIVA AEREA 01, 190x100, gouache su carta nera Aetna
Della stessa serie sono:
BAFFONE, gouache su carta nera Aetna
MINISTRAZIO, 150x100, gouache su carta nera Aetna
CI E' SCAPPATO IL MORTO, 100x100, gouache su carta Aetna
CRANI, 150x100, gouache su carta nera Aetna
Due piccoli lavori raffigurano marchi, firme di moda, istituti finanziari,
tutti al contrario, sfruttando l’effetto ottico dato dalle sagome delle
insegne installate lungo i portici commerciali nel cuore della città.
MH, gouache su cara intelata
ACNAB, gouache su cara intelata
Chiude la mostra la serie di carte artigianali dipinte in nero che ci
ripropongono alcuni soggetti approfonditi graficamente
BARTOLINI IN, 70x70, gouache su carta bianca Aetna
BARTOLINI OUT, 70x70, gouache su carta bianca Aetna
MYLAND, marchio registrato70x70, gouache su carta bianca Aetna
STORIA DELLA COLONNA INFAME
Il rimando all’opera di Alessandro Manzoni viene utilizzato da
Riccardo Pocci per descrivere gli ultimi trent'anni di attualità
milanese. Le colonne infami che l'autore ha utilizzato sono due,
anch’esse simboliche, e per questo sono fatte interagire in forma di
dittico
La prima è la torre Mediaset, a Cologno Monzese, con le sue
parabole e i loghi delle tre reti che da tre decenni trasmettono su
scala nazionale. E’ disegnata su carta artigianale a gessetti.
La seconda è una scultura su poliuretano espanso che ha la forma
del dito di Cattelan, tutt’ora in bella vista di fronte al Palazzo della
Borsa. Sul poliuretano è applicata una carta bianca disegnata a
grafite che riprende la tridimensionalità della scultura fotografata di
notte, in bianco e nero. Saranno allestite l’una di fronte all’altra ad
interagire quasi che la prima sia l’ombra proiettata della seconda e
viceversa.