Richard Nonas – Out Away Back

Informazioni Evento

Luogo
NEOCHROME
Via Stampatori 4 10122, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
26/04/2018

ore 18

Artisti
Richard Nonas
Curatori
Filippo Fossati
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra Out Away Back di Richard Nonas curata da Filippo Fossati, in collaborazione con esso artvisory New York.

Comunicato stampa

Neochrome è lieta di invitarvi all'inaugurazione della mostra Out Away Back di Richard Nonas curata da Filippo Fossati, in collaborazione con esso artvisory New York, che si terrà in Via Stampatori, 4, nel secondo cortile, a Torino giovedì 26 aprile dalle 18 alle 20.30.

Richard Nonas è uno dei massimi esponenti di una stagione dell’arte irripetibile. Nasce a Brooklyn nel 1936 e dalla metà degli anni '60 vive a Manhattan. Studia letteratura e antropologia sociale all’Università del Michigan e all’Università della Carolina del Nord. Continua le sue ricerche nel campo dell’antropologia vivendo e lavorando prima con la tribù dei nativi Papago nel deserto del nord del Messico e in Arizona, poi in villaggi di Inuit, nella baia di James e nel territorio dello Yukon, nel nord del Canada. La sua biografia comincia così. L’esperienza che ha fatto fino allora segna Richard Nonas e definisce il suo percorso, che continua ormai da quasi sessant’anni. I temi intorno a cui ruota tutta la sua opera sono quelli che lo hanno attratto fin da ragazzo: il rapporto tra gli esseri umani e la loro relazione con lo spazio che li circonda. Ogni scultura di Nonas esprime un sano rifiuto dei termini tradizionali di spazio e rileva le ambiguità nella sua percezione. Nonas ama scrivere e chiama le sue opere: “luoghi”. Il linguaggio che usa quando parla o scrive ricorda un mondo infantile, un mondo a più dimensioni istantanee, in cui l’energia vitale non si é ancora appropriata delle relazioni con l’esterno. È un dire con modi riflessivi e ponderati, che pensa al significato delle parole e al loro effetto generale. Anche il suo lavoro é così. Essenziale, sintetico, preciso e definito, senza l’apatico distacco dell’arte minimal. Il grande collezionista italiano, il conte Giuseppe Panza di Biumo, ha scritto nel suo libro di memorie: ... Nonas è il più radicale degli artisti minimalisti che ho collezionato negli anni '70. Ha trasformato la sua ricerca antropologica per la natura primordiale degli esseri umani nelle sue sculture. È uno scultore complesso nella semplicità di un'emozione pervasiva nella ruvida forma fisica astratta. La scultura per Nonas riguarda la condizione umana. È materia ambigua. Corporea e incorporea insieme. Ha una fisicità scientifica, una presenza fatta di materia, di legni, ferri, pietre. Contemporaneamente é immateriale, é la dilatazione della coscienza stessa, che emerge ordinata secondo gli schemi empirici e sintattici dell’artista. Nonas rende sensibile lo spazio fisico nelle energie che lo compongono e nel modo in cui si determinano di fronte all’intervento creativo. I suoi “luoghi” diventano lo spazio che vivono. L’artista li crea e li fa esistere per provocare una condizione fisica e anche uno spazio mentale. Anzi, sarebbe meglio dire uno spazio psicologico, cioè della densità che é propria dei fenomeni psicologici. Lo spettatore é spiazzato di fronte alla sua manifestazione. Lo sforzo di indagare la vita e stabilire via via i risultati e i comportamenti é maestoso e sublime. Del lavoro di Nonas mi intriga e attira la fenomenologia sottilmente riportata al sogno di modelli ideali. Una limitazione che restituisce all’umana ambiguità ciò che di naturale ha perso. [from The Excavation of Harrison Street, by Potassio Pliffi and Richard Nonas, Compress Publisher, NY 2018]

Da Neochrome, Richard Nonas presenterà un gruppo di sculture in legno e acciaio, tra cui una nuova serie a parete chiamata Ledger Drawings, ispirata ai disegni fatti dai prigionieri nativi americani detenuti nei forti dell'esercito americano durante le Guerre Indiane d'America del 1800 e 1900.

Le opere di Richard Nonas sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei del mondo, tra i quali il MoMa e il Whitney di New York, Il Walker Art Center di Minneapolis, l’Art Institue di Chicago, il Moca e il LACMA di Los Angeles, lo Stedeliijk di Amsterdam, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la Tate di Londra il Musée d’Art Moderne di Ginevra, il Museo Pompidou e il Musée di Saint Etienne in Francia, il Mori Museum a Tokyo tra i tanti altri.

Le recenti installazioni permanenti su larga scala di Nonas includono opere a Bossolasco (CN), nel villaggio abbandonato di Vière, Digne-les-Bains, in Francia e alla Fondazione Ratti. Le sue mostre personali più recenti includono The Man in the Empty Space al MASS MoCA, Massachusetts, 2016, Richard Nonas all'Art Institute di Chicago, 2016-17 e una grande installazione di fronte al Grand Palais di Parigi, novembre 2017.
Richard Nonas
Out Away Back
curated by Filippo Fossati in collaboration with esso artvisory, New York

Opening Reception: Thursday, April 26, 2018 from 6 to 8:30 p.m.
Exhibition Dates: April 26 through June 2, 2018
Hours: by appointment only

Contact Information:
for further information or visuals please contact Marco Marrone [email protected]

Neochrome is pleased to invite you to the inauguration of the Richard Nonas exhibition Out Away Back, curated by Filippo Fossati in collaboration with esso artvisory, New York which will be held in Via Stampatori, 4, in the second courtyard, in Turin on Thursday, April 26 from 6 to 8:30 p.m.

Richard Nonas was born in Brooklyn in 1936 and now lives in Manhattan. He has made and shown his sculpture worldwide for the past 50 years.
Nonas was trained as an anthropologist, lived and worked with Native Americans in the Sonoran Desert of northern Mexico and Arizona, and in both James Bay and the Yukon Territory in northern Canada. Writing about his years as an anthropologist, Nonas says that he slowly came to believe that words were too specific to directly convey the shifting and ambiguous complexity, the immediate all-at-once doubleness, of the reality he was trying to describe. Physical objects —spatial things— he thought, could perhaps be made to capture and hold that doubleness and even communicate it all at once; could be made to function like the bounded physical places imbued with over-arching human emotion he had experienced in the southern desert, the northern forest —and the streets of New York.

Nonas became a maker of those object-made places; those ambiguous spatial presences built from simple and familiar elements. His work continues to combine a radical literalism with the shifting edge of "not quite paradox". The great Italian collector Count Giuseppe Panza di Biumo wrote in his book of memoirs:... “Nonas is the most radical of the minimalist artists that I collected in the 70s'. He has transformed his anthropological search for the primordial nature of human beings into his sculptures. He is a sculptor of complexity in simplicity' of pervasive emotion in rough abstract physical form.”

Nonas speaks of the actual objects he builds as "tools to make charged places happen." His studio, filled with old works and the steel, stone and wood implements he uses to make them, is itself such a place. The studio is his tool, but it is also his home. —And that circularity —tool-using-as-tool-making and place-making-as-place-using; the transformation of one disjunctive set into the other— is the root of his work. And the charged places that result are his art.

Nonas' recent large scale permanent installations include works in Bossolasco, (CN), at the abandoned village of Vière, Digne-les-Bains, France and at the Fondazione Ratti. His most recent solo exhibitions include The Man in the Empty Space at MASS MoCA, Massachusetts, 2016, and Richard Nonas at the Art Institute in Chicago, 2016-17 as well as a large installation in front of the Grand Palais in Paris, 2017.

At Neochrome, Richard Nonas will present a group of wood and steel sculptures, including a new series of wall sculptures called Ledger Drawings inspired by the drawings made by Native Americans prisoners held in US army forts during America's Indian Wars of the late 19th and early 20th.