Ricordi in Micromosaico
Sarà possibile ammirare diverse tipologie di opere in micromosaico, in gran parte inedite, realizzate tra il XVIII e il XIX secolo: parure di gioielli, tabacchiere, placchette provenienti da importanti Collezioni private italiane e francesi, dal Museo Napoleonico e dai Musei Vaticani di Roma.
Comunicato stampa
Dal 30 giugno al 16 settembre 2012 il MAR di Ravenna ospiterà la mostra Ricordi in micromosaico. Vedute e paesaggi per i viaggiatori del Grand Tour, a cura di Chiara Stefani e Claudio Spadoni, grazie al fondamentale sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Sarà possibile ammirare diverse tipologie di opere in micromosaico, in gran parte inedite. Si tratta di parure di gioielli, tabacchiere, placchette, realizzate tra il XVIII e il XIX secolo e provenienti da importanti Collezioni private italiane e francesi, dal Museo Napoleonico e dai Musei Vaticani di Roma
La produzione di questi oggetti è strettamente legata al pubblico del Grand Tour. A partire dal Settecento, grazie anche alla ripresa degli studi sulla cultura classica e a importanti ritrovamenti archeologici, viaggiatori e giovani aristocratici europei compiono quello che viene comunemente definito Grand Tour, una sorta di pellegrinaggio o viaggio di formazione nei luoghi in cui si trovavano vive testimonianze dell’antichità.
L’Italia, per la sua storia e per le sue bellezze artistiche e paesaggistiche, diventa una delle mete preferite dai viaggiatori. Per venire incontro alle esigenze di questo particolare pubblico, desideroso di portare in patria un ricordo dei luoghi visitati, si sviluppa a Roma, tra la seconda metà del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, la tecnica del mosaico minuto o micromosaico.
La produzione di queste opere è strettamente legata all’attività dei mosaicisti romani dello Studio Vaticano del Mosaico che, nel 1757, una volta completati i lavori all’interno della Basilica di San Pietro, cominciano a sviluppare la nuova tecnica, intuendone le potenzialità commerciali. I mosaicisti, attraverso l’uso di tessere di dimensioni piccolissime, anche inferiori al millimetro, realizzano miniature perfette dei soggetti più ricercati dai viaggiatori stranieri, da inserire su mobili o su oggetti di piccolo formato, quali spille, monili, tabacchiere. I soggetti più ricorrenti sono le vedute con rovine, le raffigurazioni di monumenti antichi quali il Colosseo, i Fori Imperiali, i templi di Paestum, che saranno affiancate successivamente da paesaggi di gusto romantico e dalla raffigurazione di costumi pittoreschi locali.
In tutta Roma, soprattutto nella celebre zona di Piazza di Spagna, fioriscono botteghe e atelier privati destinati alla produzione e alla vendita del micromosaico. Tra gli artisti più famosi si ricordano Giacomo Raffaelli, Antonio Aguatti e Michelangelo Barberi.
L’intento della mostra, non è solo quello di esporre splendidi oggetti d’arte, ma di evidenziare come il micromosaico abbia inciso anche nella storia del gusto e nella percezione del paesaggio italiano.
I souvenir in micromosaico, raffiguranti vedute della nostra Penisola, risentono della tradizione del paesaggismo classico di Claude Lorrain e Salvator Rosa, ma anche dei repertori di immagini con scorci monumentali della Roma antica, tipici dell’arte Romantica del XIX secolo.
Il catalogo, a cura di Chiara Stefani, pubblicato da De Luca Editori d’Arte, offre in appendice, come importante strumento di consultazione, una tabella aggiornata con l’elenco - tratto dalle fonti antiche - di tutti i mosaicisti “in piccolo” e dei loro atelier.
Il catalogo è disponibile in mostra al costo di 24 euro.
In occasione della mostra sarà allestita una sala con opere in Micromosaico realizzate dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna