Ricordo di Libero De Libero e Umberto Mastroianni
La mostra, che durerà fino al 18 novembre 2021,
presenta due libri d’artista che accomunano il poeta,
l’artista e il loro luogo d’origine: la Ciociaria
Comunicato stampa
Il 4 luglio 2021, alle ore 18.30, in occasione del quarantennale della scomparsa di Libero De Libero, attraverso due libri d’artista viene ricordata l’amicizia del poeta di Fondi con l’artista di Fontana Liri Umberto Mastroianni. E non è un caso che uno dei due libri sia Ascolta la Ciociaria di De Libero, un poemetto del 1951 uscito per la prima volta con De Luca nel 1953 e ristampato, in 100 esemplari numerati da 1 a 100, da L’Arco Edizioni d’Arte Roma nel 1977 con un’acquaforte di Umberto Mastroianni preparata per i torchi di Renzo Romero.
Il poemetto, che in più occasioni ha messo a confronto la Ciociaria di De Libero con l’Andalusia di Lorca, è dedicato all’amico Guido Mosillo ed è un invito a conoscere la terra d’origine del poeta e dell’artista, tappa imprescindibile per entrare nella creatività di due maestri del Novecento e fissare il rapporto con questi territori del Lazio a sud-est di Roma.
Boschi, fiumi, colline, strade, paesi, vicoli, donne, miti, colori, profumi: bellezze di una terra che l’ultima strofa dell’inno esemplifica: “O mia voce deserta, Ciociaria, / conservami un sasso delle tue colline / se non torno e nell’avida acqua / dei tuoi fossi cerca l’immagine mia”.
È sempre Romero lo stampatore-editore di Vento furente, il libro d’artista uscito nel 1972, con una introduzione di De Libero, prose e poesie di Umberto Mastroianni che lo correda di 12 incisioni all'acquatinta e all'acquaforte tirate in 83 esemplari (60 numerati da 1 a 60, VIII numerate da I a VIII con un disegno originale e 15 siglati da A a Q).
Come scrive De Libero, gli scritti di Mastroianni non sono “paginette di taccuino o quaderni di un diario”, convogliano “riflussi ed esiti dentro gli imbuti dell’arte sua”. Ed è proprio il vento furente “che inarca e contorce e dilania forme e significati nelle creazioni telluriche di lui, a dirompere questo fraseggiato temerario fino ad arruffarne la smodata vegetazione della sintassi. In quello spinoso scendere e salire d’immagini fitte ricorrono non poche scintille delle martellate che scheggiano pieghe e anfratti e nodi nel metallo e la pietra delle sue sculture”. E delle incisioni che, in controcanto, illuminano testi quali L’arena, Fiesta, Juke-box, La festa del redentore, Maremma, La terra trema, La mandria, Il vento, Deserto, L’uomo del bosco, La vita che corre, Il vulcano spento di Fontana Liri, La cava di pietra o poesie come questa: In ogni muro / una sentenza / in ogni pietra / un sepolcro. / La vita fugge / l’oro che apparve / breve nel nostalgico / gioco della fortuna dove lo specchio di Ascolta la Ciociara di De Libero si fa subito esplicito e chiarificatore.
NOTIZIE BIOGRAFICHE
Libero De Libero nasce a Fondi, in provincia di Latina, il 10 settembre 1903. Per un anno soggiorna in un convento-seminario a sud di Roma con la promessa di farsi frate; testimonianza, come ben scrisse Piovene, di quanto "fosse drammatica la situazione di un intellettuale italiano sotto una certa latitudine, obbligato a simili scelte". Da questa esperienza deriverà il romanzo autobiografico Camera oscura, scritto nel 1950 e pubblicato nel 1952. Il suo noviziato avvenne nel periodo degli studi classici, tra Ferentino e Alatri, con letture di Dante e Petrarca ma anche di Leopardi e Baudelaire. Nel 1927 si trasferisce a Roma per frequentare i corsi della facoltà di giurisprudenza che, in realtà, furono l’occasione per pubblicare i primi racconti sul Popolo di Roma e sull'Ambrosiano di Milano. Alla Sapienza incontra Luigi Diemoz e insieme, nel 1928, danno vita a L'Interplanetario del quale usciranno otto numeri, con collaboratori quali C. Alvaro, M. Bontempelli, A. Moravia, M. Gallian L. Sinisgalli. Nel febbraio 1928 A. G. Bragaglia gli rappresenta al teatro romano degli Indipendenti il lavoro scenico Frangiallo. Gli anni 1928-1934 lo vedono partecipe della “Scuola romana”, detta anche “di via Cavour” dove abitavano i pittori Mario Mafai e Antonietta Raphaël sua moglie e dove facevano capo Scipione, Ungaretti, Longhi e Sinisgalli. Fu “la grande stagione dell'amicizia" che lo porterà a scrivere con continuità di arte e artisti su “L’Italia letteraria” e a dirigere, dal 1935 al 1938, la Galleria della Cometa con annesse edizioni che dureranno anche dopo la chiusura della galleria per motivi razziali. Nel 1941 ottiene la nomina a docente di storia dell'arte al liceo artistico di Roma. Intanto, nel 1934 era uscito Solstizio, nel 1937 Proverbi, nel 1940 Eclisse. La guerra, l’occupazione nazista, il dolore comune, la svolta “civile” trovano il loro spazio ne Il libro del forestiero e Banchetto, scritti tra il 1938 e il 1945, pubblicati rispettivamente nel 1946 e nel 1949. Da quel momento, e fino al 1970, intensa l’attività narrativa e saggistica (Malumore, 1945, Il guanto nero, 1959, Racconti alla finestra, 1969, Amore e morte, 1951, Camera oscura, 1952, Valéry parente illustre, 1955, Volti di Masaccio, 1956, Il trionfo della morte, 1958, Sinisgalli, poeta che disegna,1963). Di brace in brace, che vince il premio Viareggio, è del 1971, Scempio e lusinga del 1972, Circostanze, la sua ultima raccolta, del 1976. Muore a Roma il 4 luglio 1981.
Umberto Mastroianni nasce a Fontana Liri, in provincia di Frosinone, il 21 settembre 1910.
Nel 1924 è a Roma dove frequenta lo studio dello zio scultore Domenico e i corsi dell’Accademia di San Marcello. Due anni dopo si trasferisce con la famiglia a Torino, proseguendo la sua formazione sotto la guida di Michele Guerrisi. Nel 1930 vince il “Premio del Turismo” indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione, nel 1931 inaugura la sua prima personale alla Galleria Genova di Genova. Dal 1933 espone regolarmente alle Sindacali nazionali e alle mostre organizzate dalla Promotrice di Belle Arti di Torino. Filippo De Pisis scrive: “Umberto Mastroianni è artista di grande talento, certo tra i migliori giovani d’Italia”. Nel 1935 è invitato alla II Quadriennale di Roma, dove sarà presente per dieci edizioni, fino al 1992. L’anno successivo partecipa alla Biennale di Venezia, dove tornerà nel 1938 con una sala personale e nel 1958 vincerà il Gran Premio Internazionale per la scultura con l’opera “Battaglia” del 1957. Ai primi anni ‘40 risalgono alcuni lavori pittorici: gessi, cartoni, sacchi colorati e raschiati in cui prendono forma figure geometriche cariche di tensione. Durante gli anni di guerra, conosce e frequenta Libero De Libero, Alfonso Gatto, Massimo Mila, Nello Ponente, Marco Valsecchi, Giulio Carlo Argan Argan, Lionello Venturi, Nicola Abbagnano. Nel 1947, con Luigi Spazzapan, Ettore Sottsass jr. e Mattia Moreni, organizza l’unica edizione del “Premio Torino”. Sono gli anni in cui partecipa anche alle iniziative dell’Art Club. Nel 1951 tiene la sua prima mostra personale alla Galérie de France di Parigi. Tornerà ad esporvi nel 1957. Nel 1964 il Comune di Cuneo gli commissiona l’esecuzione del “Monumento alla Resistenza italiana” che lo impegna fino al 7 settembre 1969, quando viene inaugurato da Sandro Pertini. Nel 1973 l’Accademia dei Lincei gli assegna il Premio Antonio Feltrinelli per la scultura. Nel 1974 il Museo Nazionale d’Arte Moderna di Parigi gli dedica un’ampia retrospettiva, rinnovata nel 1957 al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. Nel 1989 vince il "Premio Imperiale" giapponese per la scultura. Nel 1990 inaugura ad Arpino (Frosinone), il Museo del “Centro Internazionale Umberto Mastroianni”, oggi Fondazione Umberto Mastroianni con sede nel castello di Ladislao, nel 1995 costituisce il Centro Studi dell'Opera di U. Mastroianni, preposto alle autentiche e alla catalogazione. Muore il 25 febbraio 1998 nella sua casa-museo di Marino (Roma).
La lettura dei due libri d’artista, testi e immagini, sarà possibile fino al 18 novembre 2021, tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 17.00 alle ore 20.00.