Risonanze Estetiche
“Ogni uomo è un artista”, con questa celebre frase Beuys affermava l’importanza di una continua ricerca di valori e di significati nel vissuto quotidiano da cui nessuno è escluso. Condividendo questa convinzione, il centro culturale Scaramuzza Arte Contemporanea apre la sua prossima collettiva di opere appartenenti alla collezione privata di Enzo Scaramuzza.
Comunicato stampa
“Ogni uomo è un artista”, con questa celebre frase Beuys affermava l’importanza di una continua ricerca di valori e di significati nel vissuto quotidiano da cui nessuno è escluso.
Condividendo questa convinzione, sabato 18 aprile alle ore 19:00, il centro culturale Scaramuzza Arte Contemporanea apre la sua prossima collettiva di opere appartenenti alla collezione privata di Enzo Scaramuzza con un nuovo evento dal titolo “Risonanze Estetiche” a cura di Chiara Armillis, psicointerprete delle Scienze e delle Arti, con la collaborazione di Silvia Recchia, artista-pittrice e al contempo responsabile della Scaramuzza e il dr. Ennio Brunetta, medico e sassofonista.
Tra le opere i mostra, visitabile fino al 20 maggio, ci saranno una delicata litografia di Sadro Chia dai colori pastello, alcune delle eleganti carte geografiche di Emilio Isgrò, e tante altre opere di nomi importanti come Valerio Adami, Ugo Nespolo, Roberto Barni.
La Galleria Scaramuzza diviene uno spazio pensato per dialogare di Talento, di Potenziale, di Emozioni, per Ri-svegliare la capacità espressiva dell'essere umano che risiede nell'armonia del suo equilibrio interiore, nella Bellezza della sua unicità e specificità quale antidoto alla tentazione di adagiarsi al sentimento dello sfacelo dell'omologazione sociale. Si trasforma così in un contenitore in cui Arte e Scienza si intersecano forgiando scene performative che oscilleranno tra Parole e Suoni.
La pittura,la poesia,la musica rappresentano la scientificità e la complessità dell'espressione dell'Anima che si narra al mondo, sono l'imprevedibilità, l'inconscio. L'evento è un procedimento a ritroso e di ispezione visiva di luoghi immaginali nei quali provare a ripensare i diversi linguaggi dell’umano,il gesto e il simbolo alla luce di una fondamentale “ cassa di risonanza”. Interpretare la poesia che si annida nell'immagine significa ritornare alle origini come forza necessaria al nostro umano cammino.
Sul fondo della nostra anima giace un seme che è un concentrato di caratteristiche uniche e di potenzialità, di immagini che, se coltivate, attivano il nucleo dell'essenza, l'impeto vitale. L'arte accende in noi un istinto profondo che ci aiuta a ristabilire un contatto con il nostro Puer Aeternus, l’essenza di chi siamo veramente, il bambino che è dentro di noi che resta sempre bambino e che mantiene sempre viva la capacità di stupirsi, meravigliarsi, gioire, sorridere e soprattutto di sognare.