Rizòmata – Raffaele Quida / Luca Vitone
Presso gli Studi legali “Malinconico_Lenoci_Cassa,Catalano & Pastoressa_Legal Research-Gentile & Partners_La Pesa” in via Sciuti 103 a Palermo, s’inaugura la mostra di Raffaele Quida con Luca Vitone: quarta puntata di Rizòmata, un progetto artistico ideato e organizzato da Cosessantuno Artecontemporanea col patrocinio del Mibact, a cura di Antonella Marino.
Comunicato stampa
Venerdì 21 aprile 2017 alle 18, presso gli Studi legali “Malinconico_Lenoci_Cassa,Catalano & Pastoressa_Legal Research-Gentile & Partners_La Pesa” in via Sciuti 103 a Palermo, s’inaugura la mostra di Raffaele Quida con Luca Vitone: quarta puntata di Rizòmata, un progetto artistico ideato e organizzato da Cosessantuno Artecontemporanea col patrocinio del Mibact, a cura di Antonella Marino. Il progetto si articola in cinque personali (di Sarah Ciracì, Federico Pietrella, Stefania Galegati, Raffaele Quida, Carlo Bernardini) e una collettiva finale, anticipate da una tavola rotonda rientrante nel programma di lavoro e di pianificazione proposto dagli Studi legali. Presupposto comune, come suggerisce il titolo, è l’idea di un confronto reticolare tra saperi e punti di vista, che focalizza l’attenzione sui “beni comuni” naturali e culturali.
Per l’occasione Raffaele Quida ha realizzato due nuove serie di opere, che nascono dall’esigenza di instaurare relazioni spazio - temporali non omologate con il territorio. Nella prima, “Ritagliare gli spazi”, grandi carte bianche, all’apparenza monocrome, rivelano a ben guardare, impercettibili geometrie. Sono le impronte delle strutture architettoniche di un cantiere edile: tra le sue mura incomplete o abbandonate l’artista ha infatti collocato i fogli fotosensibili, lasciando che la luce ne “disegnasse” i rapporti tra pieni e vuoti.
Nella seconda,” Black noise”, abbiamo invece superfici scure di diversa gradazione e profondità. In questo caso Quida ha “dipinto” con olio combusto ricavato da macchine industriali, con l’obiettivo di farcene “vedere” anche il rumore (reso esplicito anche dall’inserimento di un dvd con la registrazione del suono). Sempre da material di cantiere - colate di gesso con tondini delle fondamenta, ferro zincato con saldature a vista - sono composte due microinstallazioni, che rimandano anch’esse a spazi urbani in costruzione. Mentre su due “Superfici”, vecchi fogli di archivio per la classificazione di terreni agricoli s’integrano con fotografie random di terreni.
L’idea di lasciare che il luogo si autoracconti anche attraverso l’utilizzo di fenomeni atmosferici e elementi naturali e la volontà di trattenerne le tracce identitarie, presentano singolari affinità con la ricerca di Luca Vitone, da anni impegnato in una complessa riflessione sull’ identirtà di specifici luoghi. In rapporto dialogico e di reciproco confronto si pongono così in mostra tre suoi importanti lavori (col supporto critico di Paolo Falcone): “Finestra III” del 2004, acquerello su carta con polvere raccolta alla Stecca degli Artigiani di Milano; “Io, Roma (Via del Porto Fluviale”) del 2005, una tela di lino lasciata dipingere dagli agenti atmosferici in un punto della capitale; e “Il Piffero delle Quattro province”, scultura in ceramica legata invece alla città di Genova.
Raffaele Quida (Gallipoli, 2 giugno 1969)
Raffaele Quida sviluppa la sua passione per l’arte terminata la maturità classica quando frequenta il centro di arte sperimentale Man Ray di Cagliari. Risale infatti al 2001 "Compressioni", una serie di dipinti appartenenti alla cultura informale dove macchie di colori vanno a comprimersi fra loro all’interno di uno spazio ideale. Si configura in queste opere la dialettica che rimarrà costante nel lavoro di Quida e che lo porterà alla sperimentazione di nuovi materiali destinati a rendere l'idea dello spazio, dei suoi confini e del suo contenuto. I suoi lavori si basano su elementi prevalentemente scultorei e su Installazioni site specifici, su progetti grafici basati sulla percezione dello spazio architettonico e sull’utilità delle cose di tutti i giorni. Oggetti e installazioni di vari materiali e compositi prevalentemente utilizzati nell’edilizia e spesso reperiti sui cantieri edili, ma anche elementi naturali che in un certo senso interagiscono con quei materiali e geometrie architettoniche: la luce, l’aria, l’ossido, l’acqua gli agenti atmosferici e prodotti industriali come alluminio, ferro zincato e vetro a celle utilizzati prevalentemente nell’edilizia. Si parla di una architettura ufficiale dove sono presenti i temi dell'urbanistica e il luogo, riconfigurando quei materiali attraverso una propria percezione.
Principali Mostre: “Istanze”, Studi legali 'Cassa, Catalano & Pastoressa_La Pesa_Legal Research_Lenoci_Malinconico' Palermo. “Continuum”, Anfiteatro Romano Lecce installazione ambientale, Piazza Del Ferrarese Bari installazione ambientale, capannone industriale Taranto. Temple University Roma, in dialogo con ‘ aeropittore futurista Domenico Delle Site. Performance, MUMI Ecomuseo Urbano Ex Fornace Milano. “Oὐσία", CoArt Gallery Corato. "Acqua” MUST Museo storico città di Lecce. “Italo Calvino” Acquario Romano Casa dell' Architettura Roma. “Quel Centro al Centro”,Centro Culturale Man Ray e Fondazione per l’Arte Bartoli Felter Cagliari. "Luce 01", Palazzo Mongiò dell’Elefante della Torre Galatina. “Et in Arcadia Ego”,Cittadella dei Musei Cagliari.“ E’ ”, Palazzo Mongiò Galatina“N-Gramma”, Palazzo Pantaleo Taranto."NO PANIC" (con Sarah Ciracì) Biblioteca Provinciale "Nicola Bernardini" Lecce.“Orbicular nebulosae" Richard Demarco European Art Foundation Edinburgo."Biennale di Venezia", Padiglione Italia per la Regione Puglia."La ruggine e la luce" Palazzo Zenobio Venezia."Post Avanguardia" Castello degli Estensi Ferrara."Post Avanguardia" Castello Malaspina Massa Carrara."Post Avanguardia" Castello di Carlo V Lecce.
Luca Vitone (Genova, 18 maggio 1964). Dal 2006 è docente di scultura presso la NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano. Vive e lavora a Berlino.
La pratica artistica di Luca Vitone è iniziata nella seconda metà degli anni ottanta, si concentra sull’idea di luogo e ci invita a ri-conoscere qualcosa che già conosciamo, sfidando le convenzioni della memoria labile e sbiadita, che caratterizza il tempo presente. Il suo lavoro esplora il modo in cui i luoghi si identificano attraverso la produzione culturale: l’arte, la cartografia, la musica, il cibo, l’architettura, le associazioni politiche e le minoranze etniche. Vitone risolve lo scarto tra il senso di perdita di luogo che accompagna il postmoderno e i modi in cui il sentimento di appartenenza nasce dall’intersezione di memoria personale e collettiva, e ricostruisce e inventa percorsi dimenticati che si ricompongono in una sua personale geografia.
Luca Vitone studia al DAMS di Bologna e nel 1990 si trasferisce a Milano, dove inizia un lungo sodalizio con la Galleria Emi Fontana. Durante gli anni Novanta partecipa a importanti collettive nazionali e internazionali e dal 1994 collabora continuativamente con la Galleria Nagel, ora Nagel Draxler, a Colonia e Berlino. Nel 2000 espone al P.S.1 di New York e presenta al Palazzo delle Esposizioni di Roma Stundàiu, mostra-omaggio alla sua città natale Genova. Nel 2001 al Casino Luxemburg, Luxemburg (2001) e al Lenbachaus Kunstbau, München; nel 2002 al National Centre for Contemporary Arts, Moscow; nel 2003 al MAMCO, Genève; alla 2nd Bienal de Valencia, Valencia; alla 50th Biennale di Venezia; all’ARC Musée d’Arte Moderne de la Ville de Paris, Paris; nel 2004 al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (mostra personale; all’OK Centrum, Linz; alla Villa Arson, Nice; nel 2005 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; nel 2006 al PAC, Milano. Al 2006 risale la sua prima retrospettiva itinerante Luca Vitone. Ovunque a casa propria. Überall zu Hause presentata al Casino Luxenbourg, poi nel 2007 all’O.K. Centrum di Linz e infine nel 2008 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Il 2010 è l’anno d’inizio della collaborazione con la Galleria Pinksummer di Genova e nel 2012 tiene due importanti personali: Monocromo Variationen al Museion di Bolzano e Natura morta con paesaggi e strumenti musicali alla Fondazione Brodbeck di Catania. Nel 2013 ritorna alla Biennale di Venezia, dopo una prima partecipazione nel 2003 e il rifiuto del 2011, esponendo per l’eternità al Padiglione Italia nella mostra Vice Versa curata da Bartolomeo Pietromarchi., Tra le personali recenti: Homo Faber, Galerie Michel Rein,Parigi; Quando il pubblico rimane privato. Progetti no realizzati di Luca Vitone, MoRE, www.moremuseum.org, curata da E. Modena; Berlino 192010. George Grosz/Luca Vitone, Galleria De Foscherari, Bologna Daniel Maier-Reimer: Journey along the Great Wall of China, presentata da Luca Vitone, Galerie Clages, Colonia
Si ringrazia la Galleria Pinksummer di Genova