Robert Capa – Storie di guerra
L’esposizione “Storie di guerra” racconta, attraverso gli occhi di questo grande fotografo, le guerre e le tensioni internazionali che si sono svolte dal 1936 al 1954.
Comunicato stampa
Photographica FineArt ha il piacere di presentare per la sua prossima mostra, una selezione di fotografie vintage scattate da André Friedman, in arte Robert Capa.
L’esposizione “Storie di guerra” racconta, attraverso gli occhi di questo grande fotografo, le guerre e le tensioni internazionali che si sono svolte dal 1936 al 1954.
Molti degli scatti sulla Guerra Civile Spagnola provengono da un gruppo di negativi ritrovato recentemente e noto con il nome The Mexican Suitcase, una valigetta rinvenuta sul finire del 2007 e misteriosamente recapitata all’International Center of Photography (ICP) di New York contenente 126 rotoli di pellicola appartenenti a Robert Capa, la sua compagna Gerda Taro e David “Chim” Seymour, eseguiti tra il 1936 e il 1939. Il fatto che i negativi originali fossero scomparsi alla fine del 1939 e poi riapparsi nl 2007, ha reso le immagini originali particolarmente rare e molte di esse, ai tempi furono duplicate per poter essere pubblicate sulle riviste quali Regards, Ce Soir, Vu, e Life.
Oltre alle immagini della Guerra Civile di Spagna, particolarmente efficaci, come quella raffigurante Ernst Hemingway mentre discute a tavola di un’osteria con dei miliziani e un paio di fotografie eseguite da Gerda Taro poco prima di morire nella battaglia di Brunete (1937), vi sono immagini della guerra Sino-Giapponese (Hankow 1938), per poi passare alla Seconda Guerra Mondiale, sul fronte europeo con diversi scatti ripresi in Italia con la 34° Divisione di Fanteria (Salerno e Napoli), poi in Francia con la IV Armata di Patton fino alla liberazione di Parigi, ed in Germania per documentarne la resa, ed infine passare ad alcune immagini scattate in Israele nel 1948 dove Capa documenta l’insediamento dei primi profughi ebrei ad Haifa e la vita nei kibbutz.
Biografia:
Robert Capa/André Friedman (1913 – 1954) inizia la sua carriera come fotografo autodidatta e nel 1931 lavora come assistente per Ullstein e dal 1932 al 1933 per Dephot (Deutscher Photodienst, il servizio tedesco per la fotografia). Nel 1933, si trasferisce a Parigi, dove assume il nome di Robert Capa e svolge l’attività di freelance.
Le sue fotografie della guerra civile di Spagna risvegliano grande attenzione: la prima serie contiene già Morte di un repubblicano spagnolo, la sua opera finora più famosa e
più discussa. Per tutta la vita rimane fedele al mestiere dell’inviato di guerra: soggiorna in Cina, Italia, Francia, Germania e Israele.
Il 25 maggio 1954 viene ucciso in Vietnam. La sua morte è la tragica conseguenza del suo principio: “Se le tue fotografie non sono abbastanza belle, non sei abbastanza vicino”. La sua capacità di sintetizzare con una sola immagine i sentimenti e i dolori di un popolo dilaniato dalla guerra civile o dalla rivolta, suscita grande ammirazione. Tutte le sue opere hanno un elemento in comune: testimoniano il fascino che su di lui esercita l’uomo sempre in bilico tra la volontà di vivere e la propensione all’autodistruzione. La grande passione per il suo lavoro ne ha fatto il più famoso inviato di guerra del secolo: Capa ha senza dubbio fatto scuola e costituito un esempio da imitare non soltanto nel campo della fotografia, poiché la sua opera è al tempo stesso un manifesto contro la guerra, l’ingiustizia e l’oppressione.