Robert Pan / Aron Demetz – L’Interno Estero
Mostra: “L’Interno Estero”, protagonisti Robert Pan e Aron Demetz.
Comunicato stampa
Artribù, contemporary art gallery, è lieta e orgogliosa d’invitarla, mercoledì 25 novembre 2015 dalle ore 20 in via Agostino Depretis, 86 Roma, alla straordinaria vernice della mostra: “L’Interno Estero”, protagonisti Robert Pan e Aron Demetz.
I 2 artisti altoatesini (terra che ha dato le origini ad alcuni dei più celebri artisti contemporanei mondiali come Stingel e Gilbert di Gilbert&George) presi singolarmente, ad una prima occhiata superficiale, sembrerebbero contrastare violentemente in tutte le peculiarità dei loro lavori.
Genere, tecnica, cromatismi, messaggi paiono esser l’uno agli antipodi dell’altro ma poi scopriamo con stupore che accostandoli, nell’anarchia dell’arte, nasce un intenso dialogo, fatto di materia, cultura e profondità concettuale.
Il dialogo presto muta e si trasforma in comunanza, fusione.
L’immagine di copertina dell’invito ne è un chiaro esempio: sono due macro dei lavori degli artisti... compenetrate l’una nell’altra, perfettamente fuse, la resina di Robert Pan che attraverso le innumerevoli stratificazioni (l’Interno) dona le immagini informali dei suoi suggestivi “quadri” e la resina naturale di pino di Aron Demetz che colata sulle sculture (Estero) offre allo spettatore una nuova e profonda espressività figurativa.
Robert Pan, la sua opera è di difficile definizione: è insieme pittura e scultura e tecnicamente non è propriamente ne l’uno ne l’altro. E’ contraddistinta da inediti cromatismi, creati senza quasi applicare nessun colore al pigmento, è in pratica «chimica» in quanto l'artista corrode con acido lastre di rame ottenendo tonalità blu e verdi, oppure i marroni da ferro arrugginito o impiegando semplice catrame per ottenere il nero.
Sovrapposizioni di innumerevoli strati di resina, cromaticamente diversificati da attenti processi chimici, trovano nella luce e nel colore la propria forma espressiva.
E’ per questo che è stato definito un alchimista del colore.
Il suo continuo immettere per poi sottrarre colle, colori e resine, su varie tipologie di reti al posto della più comune tela, l’utilizzo del fuoco per scaldare e poi ancora asciugature e fresature, è... stupefacente.
Lavori dalla superficie lucida che colpiscono per la forza espressiva.
Opere di grande intensità, capaci di suscitare emozioni contrastanti: grandi paesaggi surreali e misteriosi nei quali perdersi, macrocosmi e microcosmi che aprono le porte al mondo dell’immaginazione.
Le opere di Robert Pan rapiscono il nostro sguardo e ci trasportano lentamente in mondi sconosciuti, avvolgendoci prima all’interno della materia per poi tornare ad osservare da lontano visioni di colore e luce, di eterei azzurri e scuri terreni. (Lucia Rossi 4.11.2014)
Numerose le esposizioni museali nazionali e internazionali, ed oggi i lavori di Robert Pan raccolgono consensi a livello nazionale e internazionale e sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Aron Demetz esplora gli aspetti e le potenzialità della materia in relazione alla forma e all’espressività della figura umana.
Sperimenta principalmente su legno e metallo i naturali processi di trasformazione della materia (combustione, ossidazione, insorgenza di funghi), anteponendo l’intervento umano sulla forma all’azione naturale del tempo sulla materia, metafora delle trasformazioni che il tempo opera sull’uomo. Questi sono i materiali più usati dall' artista, proprio perchè creano una fisicità plastica unica e particolare. Inconfondibile.
Quasi tutte le opere di Demetz affrontano temi quali il pregiudizio, la guarigione e la metamorfosi. Gli occhi, in particolare, con le loro espressioni inconfondibilmente potenti, animano le figure a grandezza naturale.
Scolpite in legno di cedro, più scuro e rustico di quello di tiglio, sono le opere della serie chiamata “Resin”. La resina è una secrezione organica prodotta da molte piante, in particolare le conifere, per cicatrizzare le lesioni apportate al tronco quand’esso viene tagliato o colpito da un fulmine. L’artista la raccoglie dal tronco del pino e l’applica sulle sculture, talvolta coprendole completamente, talvolta limitandosi alle zone vitali per eccellenza, come gli occhi, la testa e il petto. “Restituire la resina al tronco è per me come dare all’albero la possibilità di rifarsi sulle ferite che gli ho inflitto scolpendolo”, spiega Demetz. Grazie a essa, le figure acquistano un’energia e un aroma che le ricongiunge spiritualmente alla loro esistenza precedente, nelle foreste della Val Gardena.
… altere, imponenti, algide, le figure di Aron Demetz rappresentano l’emozione di una bellezza eterna, il segreto poetico di un volto enigmatico che, al di là dell’offesa mutilazione della resina, offre una sguardo sereno, suggerisce un sottile fascino, evoca un desiderio inconfessabile.
Sculture della serie “Burning”. Nate anch’esse dal legno, queste figure vennero prima bruciate e poi fuse in bronzo, materiale che ne mantiene la superficie identica a quella del legno carbonizzato. Chi sono? Com’erano prima di essere incendiate? – sono solo alcune delle domande che sorgono guardandole. Elemento essenziale è qui, ancora una vola, l’evoluzione da uno stadio all’altro del corpo e della materia. “Ciò che m’interessa non è tanto l’atto del bruciare ma la fragilità del legno bruciato. La sua superficie mi regala il passaggio tra quello che c’era prima e quello che c’è adesso, stimolando l’immaginazione dello spettatore”, precisa Demetz. Il fuoco non ha quindi una connotazione distruttiva ma rigenerante, come lo sono quegli incendi che divampano spontaneamente e favoriscono il naturale rimboschimento delle foreste.
Numerose le esposizioni museali nazionali e internazionali, invitato nel 2009 alla Biennale di Venezia espone nel Padiglione Italia. Oggi i lavori di Aron Demetz raccolgono consensi a livello nazionale e internazionale e sono presenti in collezioni pubbliche e private.