Roberta Buccellati – Silenzi Metropolitani
Un palcoscenico urbano, quasi sospeso, che si anima silenziosamente, protagonisti gli scorci della sopraelevata e le vedute di Sampierdarena, soggetti a lungo studiati e fotografati dall’artista. Una ricognizione sulle tracce lasciate dall’uomo che lo sguardo indagatore della Buccellati compie in questi ambienti cittadini trascurati e spesso degradati ma non per questo privi di vitalità.
Comunicato stampa
Prospettive inconsuete, volumi e luci nei Silenzi Metropolitani, la personale di Roberta Buccellati che inaugura giovedì 8 marzo, alle 18 alla Galleria d’Arte Il Basilisco di Piazza della Maddalena 7 e che si protrarrà fino al 31 marzo. Un palcoscenico urbano, quasi sospeso, che si anima silenziosamente, protagonisti gli scorci della sopraelevata e le vedute di Sampierdarena, soggetti a lungo studiati e fotografati dall’artista. Una ricognizione sulle tracce lasciate dall’uomo che lo sguardo indagatore della Buccellati compie in questi ambienti cittadini trascurati e spesso degradati ma non per questo privi di vitalità. 20 i dipinti preparati per questa occasione, capaci di cogliere i volumi, i cambi di piani e di prospettiva e le mille luci di Genova, cui faranno da cornice 30 fotografie ovvero una selezione della laboriosa ricognizione fotografica sottesa ad ogni lavoro dell’artista sempre dedita a guardare dritto dentro le cose e a raccogliere informazioni e testimonianze insite nel territorio.
“E’ sullo spazio ed in particolare quello urbano che si sofferma la mia attenzione; è lo spazio creato dall’uomo a parlarmi attraverso i rapporti fra pieni e vuoti, i materiali e la luce che ricevono; è cosi che la città si crea il proprio carattere, la propria identità. Spesso gli spazi della città vengono ignorati, o perché parte del nostro quotidiano o perché nascosti. I luoghi diventano di conseguenza non luoghi ed è l’immagine dipinta a farli tornare alla memoria. L’architettura urbana ferma il tempo, determina dei punti di riferimento nei nostri spostamenti, negli incontri, negli svaghi, nel lavoro; a volte sono spazi inattesi ma pur sempre spazi che rivelano la storia o collettiva o del singolo individuo. Non perdere la memoria di questi luoghi significa non perdere noi stessi.” Roberta Buccellati
Nel corso del Novecento Sampierdarena, più di altre zone, è stata sottoposta ad un forte processo di trasformazione urbanistica, economica e sociale che ne hanno modificato non solo il tessuto ma anche l’identità dei luoghi. È un’area dai forti contrasti che l’artista conosce bene, in cui vive e si muove tutti i giorni. Nei suoi “viaggi visivi”, nelle sue ricognizioni fotografiche coglie e assimila i cambiamenti del territorio, ne studia le sospensioni, media la visione, offrendoci un punto di vista inedito ed efficace per capire la realtà dei nostri giorni.
“La Buccellati adocchia intensamente le periferie di certo squallore contemporaneo [..] una realtà spettrale, trasfigurata ed una pittura fatta di orizzonti visivi nuovi, quelli degli spazi in abbandono di un’epoca postindustriale, luoghi silenziosi e muti per coloro che non ne ascoltano il vissuto emotivo. [..] Sono inquadrature paesistiche conturbanti perché inclinano ad uno spleen meditativo e del resto il diradarsi del colore ed una pungente atmosfera di melanconia pervade tutte queste opere.” Dario Ferin
Roberta Buccellati è nata a Genova, dove vive e lavora. Dopo la maturità artistica si è diplomata con lode all’Accademia Ligustica di Belle Arti, dove ha avuto come docenti Mario Chianese, Roberta Ferrarese, Nicola Otria, Giannetto Fieschi ed Osvaldo Devoto. Espone dal 1991, anno in cui ha vinto il
Primo Premio del concorso di pittura “La Verna” di Chiusi della Verna (Arezzo). Da allora ha esposto in gallerie e fondazioni con numerose personali e collettive.
La sua attività artistica e professionale si svolge nell’ambito dell’insegnamento, della didattica museale, della pittura e della ricerca fotografica. Sulla sua opera hanno scritto: Francesca Bavazzano, Germano Berlingheli, Monica Bottino, Domenico Camera, Dario Ferin, Giannina Scorza.