Roberta Filippelli – BluBlu 100%

Informazioni Evento

Luogo
BLUBLAUERSPAZIOARTE
Via Rodolfo Morandi 4, Alghero, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
22/03/2014

ore 19

Artisti
Roberta Filippelli
Curatori
Laura Vittoria Cherchi
Generi
arte contemporanea, personale

All’interno della rassegna ZIP mostre lampo, sabato 22 marzo blublauerspazioarte inaugura BLUBLU 100%, la personale di Roberta Filippelli a cura di Laura Vittoria Cerchi.

Comunicato stampa

All’interno della rassegna ZIP mostre lampo, sabato 22 marzo blublauerspazioarte inaugura BLUBLU 100%, la personale di Roberta Filippelli a cura di Laura Vittoria Cerchi.

Nella cultura zen,
la tazza di tè perfetta è la meno cara,
mentre quella che presenta degli sbagli e delle deformazioni
è destinata all'Imperatore.

Gaetano Pesce

Il filo appartiene a un universo di riferimenti culturali e suggestioni simboliche fortemente connotato. È il richiamo ad un'operatività tipicamente femminile, ad una gestualità lenta e metodica, quasi rituale, poetica ed insieme rigorosa. Nell'intreccio che crea la trama prende forma la costruzione di un senso, il racconto di un vissuto, la ricerca di un ordine. Ma sono anche fili che possono spezzarsi, sfilarsi, annodarsi, ingarbugliarsi, ingannare. I rapporti che la ricerca artistica ha intessuto con la sfera della tessilità sono segnati dal superamento della tradizionale distinzione tra un'arte cosiddetta pura e il dominio delle arti applicate, dell'artigianato. Roberta Filippelli realizza una collezione di maglie lavorate ai ferri che gioca su questa “confusione” identitaria e, attraverso la creazione di un brand, intercetta dinamiche socio-economiche contingenti alla nostra contemporaneità.
Roberta Filippelli è un'insaziabile osservatrice della realtà che la circonda. Nell'ordinario e nel quotidiano, spesso venati di note autobiografiche, risiede la spinta primaria per la genesi delle sue opere. Non stupisce, dunque, che BLUBLU 100% abbia avuto inizio quasi per caso, nell'intimità della sua casa-atelier, come uno sferruzzare per diletto scatenato dall'accidentale scoperta di una svendita di fili di cotone. Non è però nella dimensione domestica e autoreferenziale di un passatempo fine a sé stesso che risiede il significato dell'operazione messa in atto dall'artista. Lo ritroviamo, piuttosto, nel suo reinventarsi designer, stilista, ideatrice di un marchio e persino sua testimonial, con uno spostamento di campo che investe l'identità stessa dello spazio espositivo modificandola nei termini di un temporary shop, recente strategia di marketing incentrata sulla transitorietà che l'artista fa aderire a quel formato “a tempo”, “zip”, già adottato per le proprie esposizioni. La formula del “100%”, ironicamente prelevata dal più classico dei lessici da venditore, si fa chiave d'accesso immediata e diretta alle linee guida della collezione: 100% blu, e solo blu, in ogni sua tonalità, perché questo è il colore che da sempre ossessiona la poetica e la vita dell'artista; 100% handmade, in corrispondenza con il ritorno generazionale al “fatto in casa, realizzato a mano e naturale” che oggi, al di là dell'essere divenuto una moda, si tinge di connotazioni politiche proponendosi quale modello di produzione alternativo; e ancora, 100% non finito, perché le trame intrecciate dall'artista restano volutamente incompiute, spezzate, interrotte. Un'estetica dell'imperfezione, che prende le distanze dalla serialità e dalla standardizzazione del prodotto commerciale per fare dell'irregolarità, del difetto, del disordine, non più gli indici dell'errore e dello scarto ma i segni di un valore aggiunto, di quell'unicità che appartiene all'opera d'arte. Un'estetica dell'incerto, che si fa immagine dei tempi presenti, della frammentazione delle identità, assenza di forme definite ma al contempo possibilità aperta di trasformazione.
Disposte in fila lungo la parete, appese ordinatamente una accanto all'altra, le maglie intrecciate da Roberta Filippelli ridisegnano l'ambiente attraverso un ritmo calcolato di gradazioni di colore e, nella loro apparenza di sagome vuote, evocazioni di corpi sfilacciati, ne dilatano la percezione da luogo fisico a spazio mentale ed emozionale.

Laura Vittoria Cherchi