Roberta Musi / Franco Tarantino
Robera Musi presenterà il ciclo “I Tarocchi”, mentre Franco Tarantino esporrà il ciclo “I Segni zodiacali”.
Comunicato stampa
La coppia di artisti milanesi Roberta Musi e Franco Tarantino, dal 20 giugno al 12 luglio esporranno in una mostra personale a due, alla Galleria Arianna Sartori di Mantova in via Ippolito Nievo, 10.
Robera Musi presenterà il ciclo “I Tarocchi”, mentre Franco Tarantino esporrà il ciclo “I Segni zodiacali”.
La mostra sarà inaugurata Giovedì 20 giugno alle ore 18.00 alla presenza degli artisti.
ROBERTA MUSI
I tarocchi
I morbidi segni di Roberta Musi interpretano attraverso 22 carte ciò che è legato al futuro: sogni, sensazioni, destini...
Melzi Giorgio, Roberta Musi - fermo immagine pp 84
I tarocchi
Traspare, nei Tarocchi di Roberta Musi, un sapore alchemico antico, una ricerca esoterica di una chiave perduta ed un frammento di mosaico che si va ricomponendo con onestà e maestria. Ritengo che solo in questa maniera si potrà ridare ai Tarocchi, sia pur con fatica, il loro significato.
Pituello Enzo, Milano, aprile 1992, Roberta Musi - fermo immagine pp 84
I tarocchi
Hai intuito e saputo cogliere l’arcano di ogni lama e svelarlo con meraviglioso linguaggio del disegno.
Fior Adelchi, Roberta Musi - fermo immagine pp 84
I tarocchi
Ancora una volta e probabilmente non ultima, mi sono cimentata nella stesura degli Arcani Maggiori e mi sono servita di una tecnica antica e sempre attuale: l’acquaforte. L’incisione è su rame, materiale che imprigiona nel sue celere, il sole, fonte di vita. Dalla vita sono nate queste figure, pensate come ciò che siamo stati e come diventeremo. Queste righe non vogliono essere una lettura agli Arcani Maggiori, perché ognuno di noi deve essere libero di vedere in essi ciò che il proprio cuore detta, ma piuttosto a quello che ho pensato e a cui mi sono ispirata nel disegnarli. Ho pensato alla vita, a come è formata, ai quattro elementi vitali: aria, acqua, terra, fuoco. Le due figure che si ripetono, siamo noi, l’umanità, immersi nell’aria, forgiati dall’acqua, dalla terra e dal fuoco che arde in noi, alimentato dalla voglia di sapere, dai desideri, dall’amore, dall’odio. Siamo parte dell’universo, universo noi stessi.
Il Matto è l’inizio del cammino della vita, il Mago e già una scelta di vita. La Papessa ricorda le nostre origini, da dove preveniamo e dove possiamo attingere la conoscenza che non ha confini. L’Imperatrice, con il profumo dei suoi fiori, ci ricorda come certe sensazioni sono così profonde e impalpabili, è contrapposta alla forza tangibile dell’Imperatore. Il Papa apre le porte del sapere e del divenire. L’Innamorato con le sue scelte difficili, impulsive, pensate, scelte che sempre pone la vita. Il Carro che guida e cerca di tenere le redini della vita. La Giustizia che non sempre è ascoltata dalla mente e dal cuore. L’Eremita, dopo aver domato i sette punti vitali, e alla ricerca di se stesse. La Ruota della Fortuna è la ruota della vita. La Forza è in noi e ci aiuta quando pensiamo di non averne più. L’Impiccato, con la sua attesa, non passiva, meditata. La Morte non è che un passaggio alla vita. La Morte, una carta difficile, che ho pensato al centro del cosmo. L’Uovo, forma primordiale di vita, l’ho portato al centro del cosmo. La Temperanza con il fluire tra le mani della terra e dell’acqua. Il Diavolo, una carta pensata che nasce dal buio per poi aprirsi nel fuoco e fondersi nel materiale. La Torre l’uomo colpito al petto si spezza. Le Stelle e la Luna: pensieri e forza attinti dall’universo, come il Sole che ci nutre e ci accompagna con il sue calore. Il Giudizio: cavalli che corrono verso di noi per portarci e toglierci aria, acqua, terra, fuoco. II Mondo, il ritorno all’Uovo, simbolo di vita, ai quattro elementi ed il cerchio si ricongiunge al Matto, l’inizio del cammino.
Roberta Musi, Roberta Musi - fermo immagine pp 85
FRANCO TARANTINO
I segni zodiacali di Franco Tarantino
Nelle sue dodici tavole lignee, Franco Tarantino interpreta, con briosa, saturnina, freschezza, la magia ipnotica degli antichi segni (che dall’antica concezione babilonese, con l’Ellenismo, entrarono anche nella cultura popolare occidentale) come in una sacra e profana danza di satiri nella quale siano risvegliati, dall’ebbrezza dell’arte, desideri e sogni ancestrali, che un torpore teneva assopiti in un angolo del cuore. Nella delineazione delle complesse simbologie dell’immaginario collettivo, l’artista dispiega, proprio come in una turbinosa danse, il suo mondo immaginifico, fanciullesco e onirico. Squarci di luce –come attraverso un giocoso caleidoscopio– fanno sgorgare gioiosa l’emozione del colore, vivo e canoro come una zampillante sorgente. Al contempo, l’artista traccia un’interpretazione umanissima e pensosa di queste figure simboliche alle quali Carl Gustav Jung riconobbe un qualche valore psicologico . In queste poche linee, cercheremo di cogliere ciò che ha ispirato l’artista, ciò che egli interpreta con l’unica grande, vera, magia: quella dell’arte. L’artista decifra segni e simboli senza restare paralizzato in una forma di fatalismo: questa che vivifica e rinnova è la via maestra dell’arte che è sempre ispirata dalla tabula rasa sulla quale la creatività, nella sua sovrana libertà, prende forma. E proprio la creatività artistica -che in Tarantino si manifesta come gioiosa, naturale, espressione dei sensi, che nel colore vivo e materico fuoriesce dal legno- ci ricorda che nell’esistenza non vi è alcun fatalismo. Molto è nella nostra coscienza dove i moti spontanei della creazione artistica e dell’amore abbracciano l’Umanità intera e insieme ad essa l’intero Universo che un’armonia profonda e misteriosa anima dall’interno. Meraviglioso è l’Ariete dell’artista: tenero e forte, nella sua azzurrina, soave, pastorale evocazione di un mondo bucolico ancestrale. Sulla sua groppa, una figura umana, che tiene del bambino e del sogno, rannicchiata in una posizione onirica, quasi fetale, evoca il mistero della natività e ci ricorda che l’uomo vive dei suoi sogni, che il bambino che è in noi non sospende di sognare; egli vive nascosto in un angolo del nostro cuore, anche quando sorride sulla bocca sdentata di un vecchio stralunato e svaporato: “We are such stuff as dreams are made on, and our little life is rounded with a sleep” (Shakespeare, The Tempest, Act v, Scene I). Sulla tavola di legno di Tarantino, un Toro, scuro, focoso e sanguigno Minotauro dell’antichissima tauromachia, troneggia con la sua forza vitale, come un antico vulcano, un Polifemo assopito, suscitando timori ed emozioni. Il toro (l’artista) sollevando il vaso di Pandora delle passioni segrete, proietta nel firmamento il sogno del corpo femminile animato e trasfigurato dal desiderio. Un’aerea donna mediterranea, vaporosa e candida come una nuvola di sogno, matrice e nutrice di tutti i sogni come la Via Lattea, formosa come un desiderio della carne, ispirata e risvegliata nei sensi, si libra nel suo immaginario. Onirica e ancestrale, vulcanica e tellurica, con un’anima gitana, l’interpretazione che l’artista dà di questo segno, il Toro. I Gemelli sono raffigurati dall’artista come due gaie fanciulle che una sola conchiglia di Nautilus abbia generato. Esse sorridono, come a voler deridere la pretesa del principium individuationis a definire, identificare, con certezza apodittica, l’identità dell’uomo, ad alludere al mistero indecifrabile dell’uguaglianza nella diversità, che lega non solo i gemelli ma tutti gli umani, infinita variatio sul tema. Il Cancro con le sue chele conduce instancabilmente la sua ipnotica danza; nel cielo, dietro di lui, una fanciulla sembra destarsi dal suo sonno come un candido Pierrot di Watteau che si fosse assopito nella sua mezzaluna. Focoso è il Leone, che con fierezza, coraggio e libertà interiore guarda davanti a sé, lontano nella luce incandescente della Savana, dove sembra che nulla si muova. Un cucciolo si arrampica, senza timori, sul suo corpo a ricordare che soprattutto la leonessa è una madre temeraria, generosa e protettiva, capace di sollevare con delicatezza i suoi cuccioli, con gli acuminatissimi denti, senza ferirli. La Vergine è una Venere, armonicamente tutta raccolta su se stessa, con un volto soave –dolcemente reclinato il capo su un lato– a contemplare la propria bellezza interiore, e quella dell’universo. L’artista ne mostra il pudore ad indicare come la via platonica della bellezza conduca all’amore, non solo dei corpi ma anche delle anime. L’interpretazione che l’artista sembra voler dare della Bilancia concerne la delicatissima alchimia della vita di relazione, che include quella intima della coppia a sottolineare che accanto a molte esistenze dominate dalla solitudine -forse dall’istinto dell’autoaffermazione che interdice una vera, profonda unione- vi sono coloro che si amano in silenzio, nel segreto della loro alcova, quasi nascosti alla vista del mondo che onora e celebra solo quanto fa scalpore e si vede: “Voici mon secret. Il est très simple:on ne voit bien qu'avec le cœur. L'essentiel est invisible pour les yeux ». (Antoine de Saint Exupéry, Le Petit Prince). Lo Scorpione, nell’interpretazione dell’artista, suscita timore; come in una danza di flamenco che ruoti su se stessa in un cerchio perfetto e perfettamente chiuso, lo Scorpione fa guizzare la sua coda velenosa per paralizzare e catturare, nell’arte della seduzione senza amore, le sue vittime. Il Sagittario, mito equestre di una speranza o Nike alata, è rappresentato da Tarantino come l’ippogrifo del desiderio della felicità, che scoccando una freccia, si proietta nel firmamento come una meteorite, che stella cometa o stella cadente, ci ricordi che viviamo dell’effimero e che tendiamo nel de-siderio, verso l’infinito, quella polvere di stelle, siderea, antichissima matrice dell’essenza stessa delle nostre cellule. Sulla lignea tavola dell’artista, il Capricorno siede pensoso e caparbio, astante e immoto con la sua antichissima saggezza semita, mentre, sul fondo, l’artista disegna un cosmo nel quale siano ancora possibili teofanie. L’Acquario è raffigurato da Tarantino come una sirena, ninfa dei mari, seducente, fulva, musa dell’emozione e del sogno in cui tutto fluisce come l’acqua, antichissima metafora del flusso delle generazioni che la trama del grembo materno fa sgorgare fuori di sé come l’acqua del ‘brodo primordiale’, logos spermaticos, da un’anfora. I Pesci, che l’artista disegna, traendo forse ispirazione dalla pittura cinese, son soavi. Essi nuotano, sempre in coppia, in un mondo d’acque verdi e cristalline e di cineree sabbie; il cielo delle stelle fisse vi si riflette poiché tutto l’universo lo riflette. Il loro vitreo, ceruleo, sguardo ne rivela l’ingenuità e lo spirito giocoso.
Cecilia Maria Di Bona
Roberta Musi
Nata a Parma dove ha frequentato l’Istituto “Paolo Toschi” nella sezione di affresco sotto la guida di Lorenzo Antonelli, Renato Vernizzi e Ghino Baragatti. Si è dedicata alla pittura spaziando nel campo della scenografia, della ceramica e dell'incisione. Suoi quadri sono in Collezioni pubbliche e private come: Comune di Milano, Cariplo, Museo d'Arte Contemporanea Comune di S. Ruffano, Coll. Sen. Giovanni Spadolini, Coll. On. Giuseppe Amadei, Coll. Indro Montanelli, Coll. Vittorio Feltri. Ha effettuato due Murales (200x600) al Teatro Smeraldo di Milano (1999). A Monclassico (Tn), paese delle meridiane, per la Casa Asperti-Fossi ha realizzato la 31° meridiana (2009). Factory Biscaldi – Castello di Cardiff (2005). Arma dei Carabinieri di Milano (2009). Una croce in legno di cirmolo dipinti per il Museo Diocesano d’Arte Moderna di S. Salvatore a Corte di Capua (2009).
Recenti esposizioni: Ciclisti, aspettando il Giro d’Italia, Cesenatico - Circolo dellla Stampa di Milano - Bormio, maggio 2010.
Sogni e luci del Piemonte in Egitto. Damanhour, luglio 2010. Galleria Vittorio Emanuele, Milano, ospite dell’aeronautica Militare, novembre 2009. Voli d’Autore, Mostra itinerante con gli artisti: Vasconi, Tarantino, Mele, Buttarelli, Baroldi, che ha toccato: Galleria Rallo, Cremona; Galleria Rodolfo Falchi, Comune di Diano Marina; Galleria Ti.Va, Colorno (Pr); Magazzini del Sale, Venezia.
Ha preso parte al Calendario 2011 “Progetto di Senso” per l’Ente Bilaterale del Turismo dell’Area di Venezia, Carnevale di Venezia (2011), “Quando l’eroe è donna”.
“Le ali del tempo” (217x300 acrilico su tela) grande opera realizzata per l'aeronautica Militare in collaborazione con il pittore Franco Tarantino, (settembre 2011). Opera presente alla Rassegna curata da Vittorio Sgarbi, di Torino, Padiglione Italia, sala Nervi per la Biennale di Venezia (gen./feb. 2012). Per il Premio Bagutta 2012, ha effettuato due opere.
Di lei hanno scritto: Francesca Bellola, Tiziana Cordani, Gianmarco Corrieri, Alberto D'Atanasio, Dino Del Vecchio, Rodolfo Falchi, Giorgio Falossi, Carlo Franza, Luigi Galli, Mario Greco, Francesco Liguori, Guido Marchetti, Domenico Montalto, Mario Monteverdi, Julie Oswald, Claudio Rizzi, Giovanni Serra, Ugo Zanobio.
Franco Tarantino
Nasce a Monopoli (Ba), dopo aver frequentato l’“Istituto d’Arte di Bari”, consegue la maturità artistica presso il “Liceo di Lecce”. Successivamente segue il corso degli “Artefici” di Brera di Milano e l’“Istituto Superiore di Scultura al Castello Sforzesco”. Pittore, scultore, grafico, da anni si muove nel Panorama Artistico Nazionale organizzando Mostre ed Eventi importanti.
Ha Ideato e curato in qualità di Presidente dell’UCAI (Unione Cattolica Artisti Italiani) di Milano le mostre: “Via Veritatis” alla Biblioteca Umanistica dell’Incoronata di Milano, 27 Artisti contemporanei e “Via Pacis” al Palazzo Cusani di Milano, “46 pittori testimoniano”.
Curatore della mostra collettiva per ogni Forza Armata “Festa dell’Unità Nazionale” alla Loggia dei Mercanti in Piazzetta Reale a Milano. Espressioni Artistiche Liberi Confronti alla Villa Ormond di San Remo. Ideatore e curatore della Mostra “Crocifissioni. L’Immagine dell’Umanità Sofferente” al Cenacolo di Bagutta a Milano.
Collettiva di Artisti Contemporanei al Circolo della Stampa di Milano con Asta a favore dei Bambini Farfalla.
Ha realizzato il Manifesto per l’evento a Cesenatico “1 Day-2Win” a beneficio dei Bambini colpiti dalla sindrome dei Bambini “Farfalla”.
Ha realizzato il Manifesto per i 200 anni di Chopin al Circolo della Stampa di Milano.
Ha realizzato il Calendario 2011 “Progetto di Senso” per Ente Bilaterale Turismo dell’Area Veneziana di Venezia.
Ha realizzato una grande opera dal titolo (insieme alla sua collaboratrice Roberta Musi) “Le Ali Nel Tempo” nel Palazzo dell’Aeronautica di Milano.
Esposizione opere in collaborazione con L’aeronautica Italiana all’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele di Milano.
Bormio - Ciclisti - in collaborazione con il Giro d’Italia.
Realizzazione di francobollo per il 25°Anniversario dei Caduti di Kindu – Istituto Poligrafico e della Zecca dello Stato.
Ha illustrato la copertina de “Il Classico dei tre Caratteri” di Wang Ying Lin.
Ha realizzato un Murales per le Meridiane di Monclassico.
“Red Emotion”- Mondo Ferrari - Spazio Polifunzionale e di Design “Exed Luxury Events”, Roma.
“Arte e Moda nel Mondo”, Camera dei Deputati, Roma.
“Arte Quantistica” nella Biblioteca Comunale di Rovescala.
“VIII Biennale Internazionale d’Arte Moderna di Roma”, 2010, “Una Vita per l’Arte”.
Biennale di Arte Sacra, Città di Lecce.
54 Biennale Internazionale d’Arte di Venezia – Pad. Italia, Palazzo delle Esposizioni di Torino.
Mostre recenti: - Bologna, Museo MAGI 900 Bargellini, di Pieve di Cento. - Milano, Fondazione Mantovani. - Treviso, Villa Onigo di Trevignano.
- Lecce, “Il Teatro dei Ricordi”, Castello Carlo V°. - Milano, Palazzo della Permanente, “Duemiladieci”. - Cavallino (Venezia), Conference Hall Union Lido. - Vigevano, Galleria Ducale. - Luino, Teatro Ducale. - Mantova, Museo Diocesano F. Gonzaga. - Cremona, Galleria D’Arte Daniela Rallo. - Colorno (Pr), Galleria d’Arte TI.VA. - Milano, Libreria Bocca, 1a Europea “Il Nuovo Costruttivismo Manifesto”. - Milano, “Un Artista fra noi”, Auditorium Rosetum. - Venezia, Magazzini del Sale. - Torino, Consiglio Regionale del Piemonte.