Roberta Savelli – Lasciati andare
Nell’accettare l’invito, rivoltole da Enrico e Cristiano Verger, di dare vita ad un “open studio-fuori studio”, l’artista Roberta Savelli trasferirà il proprio percorso creativo all’interno degli spazi di Verger.
Comunicato stampa
Nell’accettare l’invito, rivoltole da Enrico e Cristiano Verger, di dare vita ad un “open studio-fuori studio”, l’artista Roberta Savelli trasferirà il proprio percorso creativo all’interno degli spazi di Verger. Potrebbe quindi, capitarvi che mentre siete nel locale per bere un caffè, cenare o acquistare uno dei selezionati capi di moda, d’entrare a far parte dell’universo visivo di Roberta Savelli.
L’artista proverà, infatti, ad indagare e ad accumulare lungo le due settimane di “occupazione-residenza” ( dal 4 al 18 giugno) i suoi attuali esercizi creativi applicandoli a possibili nuovi modelli di socialità, capaci di trasmettere la modernità del gesto.
Ripensando alle parole di “Estetica relazionale” (Postmedia Books, Editore ) , in cui Nicolas Bourriaud evidenzia come per gli artisti degli anni settanta trovare una forma di convivialità fosse una costante storica, ( vedi serie “I met” di On Kawara (1968-1979), " Food", il ristorante aperto nel 1971 da Gordon Matta-Clark, le cene organizzate da Daniel Spoerri o il negozio ludico di “La cédille qui sourit” aperto da George Brecht e Robert Filliou a Villefranche ) mentre per quelli degli anni novanta il problema non sia più allargare i limiti dell’arte, ma mettere alla prova le capacità di resistenza dell’arte all’interno del campo sociale globale.
E’ all’interno di questa ricerca che si colloca il lavoro dal titolo “Lasciati andare” di Roberta Savelli. Riprendendo l’idea dagli ultimi lavori realizzati su carta, in cui disegno, scrittura e cancellatura sono sospese attraverso la mimesi di un fermo immagine di una lavagna, l’artista tenterà attraverso la provocazione gestuale di ribaltare quello che viene normalmente chiamato per un artista l’ universo intimista a favore di un più interessante universo relazionale.
“ Bisogna accettare il fatto, assai doloroso, che alcune domande non vengono più poste…..scrive Nicolas Bourriaud nell’introduzione a Estetica relazionale, ed è proprio dalle domande che questo nuovo progetto prende il via, domande su lavagna ( poste dall’artista ) cui il pubblico sarà libero di rispondere, libero di cancellare, libero di intervenire fisicamente e non sulla materia prodotta dall’artista, il cui risultato formale sarà del tutto casuale e non controllabile, seppur generato dalle energie e relazioni umane osservate nelle due settimane di residenza/occupazione di Verger.
Roberta Savelli classe 1969 vive e lavora a Milano, ha ideato le sue principali istallazioni combinando pittura e disegno, ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero.