Roberto Amoroso – Non siamo mai stati moderni
In occasione di questa sua personale l’artista presenta un corpus di opere inedite, per l’esattezza otto acquerelli e un intervento site specific applicato sulla finestra dello spazio.
Comunicato stampa
Non siamo mai stati moderni
Roberto Amororso
a cura di Chiara Boscolo
testo critico di Rossella Farinotti
Dal 02 luglio al 03 settembre 2022
Inaugurazione venerdì 01 luglio 2022, dalle 19.00
10 & zero uno, Campiello dei Lavadori de Lana, Santa Croce 270/D, Venezia
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La 10 & zero uno è lieta di presentare Non siamo mai stati moderni, mostra di Roberto Amoroso (Napoli 1979), a cura di Chiara Boscolo, con un testo critico di Rossella Farinotti (dal 02 luglio al 03 settembre 2022, inaugurazione venerdì 01 luglio 2022, dalle 19.00).
In occasione di questa sua personale l’artista presenta un corpus di opere inedite, per l’esattezza otto acquerelli e un intervento site specific applicato sulla finestra dello spazio.
La ricerca portata avanti da Amoroso ruota intorno alla narrazione visionaria di tematiche spinose che partono proprio dall’organismo umano e da dei dettagli che richiamano una fisicità carnale, viva e in movimento. Ogni lavoro rappresenta un grande ibrido che sfugge dagli occhi, spesso anche un antropomorfismo che non si catalizza mai in una forma unica, precisa, statica, ma è creata dalla stratificazione e interconnessioni di elementi incontrollabili, che continuano ad evolversi, fuoriuscendo dalla gabbia centrale in cui sono stati pensati dall’artista per la loro decostruzione.
Amoroso enfatizza la sua visione, estremizzando alcuni elementi simbolici che fanno parte del suo emisfero visivo: le figure umanizzate disegnate dall’artista appartengono a un universo queer e sono uno specchio necessario per un’analisi identitaria personale. Non siamo mai stati moderni. E non lo siamo ancora oggi. Il titolo della mostra, tratto dall’opera letteraria degli anni novanta di Bruno Latour, non poteva essere più contemporaneo, rivisto oggi attraverso lo sguardo di Amoroso.
I soggetti e i dettagli di Amoroso sono creature “ctonie”, come le definirebbe Donna Haraway, che scrive di unicum contemporaneo e di ibridazioni naturali di genere e di esseri “al contempo antichi e appena nati (…) pieni di tentacoli, antenne, dita, cavi, code a frusta, zampe da ragno e chiome arruffate… (che) fanno e disfanno, vengono fatte e disfatte”. Amoroso attinge anche da qui, rapportando esperienze personali, autobiografiche, a un contesto urgente che va risolto. È fantascienza, ma è reale. Sono ultracorpi, ma sono veri. Se non li abbiamo mai visti, allora non siamo davvero mai stati moderni. Ma possiamo essere futuristi, infrangendo la cortina virtuale che trapassa e mostra ogni ferita, puntualizzando su quel corpo che diventerà, come vuole l’artista, “stabile e immutabile”.
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Il lavoro di Roberto Amoroso (Napoli, 1979) si incentra sulla relazione tra il mondo reale e mondo virtuale. Utilizzando la strategia dell’ipertesto, che accomuna l’utilizzo delle risorse in rete e oggettiva le associazioni della mente trasformandole in collegamenti reali e concreti, il suo lavoro si focalizza sul sottile confine tra il narcisismo esplicitato dalle persone nelle foto postate nei social network e l’esigenza di essere rappresentate da esse. Le foto postate nei social-network vengono quindi archiviate ed elaborate in metamorfosi con i simboli delle applicazioni di telefoni smart-phone e dei tablet, esaltando l’aspetto ambiguo e teriomorfo delle figure. Dopo la laurea in Digital Art presso lo IED di Torino partecipa a diverse esposizioni di rilievo nazionale e internazionale:
SPOT2 Piece of my Art a cura di Eugenio Viola e Adriana Rispoli, Museo Madre, 2009 Napoli;
Esposizione alla 10h Biennal of Miniature Art, Cultural Centre in Gornji Milanovac, 2010 Repubblica of Serbia;
Amorosoteofilo, Annarumma Gallery, 2011 Napoli;
Esposizione al Padiglione Campania per la 54 Biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi 2011;
Premio Cairo a cura di Luca Beatrice, Permanente di Milano, 2011 Milano;
Kunstform der Nature 2.0 a cura di Mihael Milunovic Parobrod, 2013 Belgrado;
The human behaviour, Mars Milano; 2014 Milano;
2000 Maniacs a cura di Andrea Bruciati e Lorenza Boisi, 2014 Verona;
I.P. Indentity Portrait, a cura di Guido Cabib The format, 2015 Milano;
Face to Face, collezione di Ernesto Esposito, Palazzo Fruscione, 2016 Salerno;
Behind the Curtain, Galleria Dino Morra, 2017 Napoli;
Multiplex Conscience, Museo Madre, 2019 Napoli.