Roberto Budicin – Viaggio nel colore
La rassegna propone una trentina tra oli su tavola e su tela e acquerelli, quasi tutti inediti, realizzati dall’artista nel 2013.
Comunicato stampa
VIAGGIO NEL COLORE: MOSTRA PERSONALE DEL PITTORE TRIESTINO ROBERTO BUDICIN ALLA SALA COMUNALE D’ARTE DI TRIESTE
S’inaugura mercoledì 2 ottobre alle ore 18.30 alla Sala Comunale d’Arte di Trieste (piazza Unità d’Italia 4) la mostra personale del giovane pittore triestino Roberto BUDICIN, intitolata Viaggio nel colore, che sarà presentata sul piano critico dall’arch. Marianna Accerboni. La rassegna propone una trentina tra oli su tavola e su tela e acquerelli, quasi tutti inediti, realizzati dall’artista nel 2013. Fino al 16 ottobre (orario: tutti i giorni 10.00 · 13.00/ 17.00 · 20.00).
Talento precoce e figlio d’arte - scrive Accerboni - Roberto Budicin affronta il tema della natura e del paesaggio con una dolcezza che si potrebbe definire quasi insolita per un giovane degli anni Duemila. Con molta professionalità e naturale istinto compositivo il pennello scivola con forza sulla tela, “costruendo” con abilità momenti di luminosa, equilibrata bellezza, che sanno cogliere in modo aderente la realtà, intridendola tuttavia di un lieve senso lirico, che solo la sensibilità di un pittore-poeta sa cogliere e trasfondere con semplicità al fruitore.
Dipingere il silenzio, la luce, le atmosfere, la neve e - a volte - trasporre la cultura mitteleuropea nel milieu veneziano, non è da tutti e Budicin ci riesce con un’elegante naturalezza sostenuta da un approfondito studio delle tecniche e molta dedizione all’esercizio pittorico. In tale ambito sperimentale, il giovane artista ripropone per esempio, tra i vari “segreti” tecnici, un raffinato virtuosismo usato da Tiziano, che consiste nello stendere delle pennellate a secco su un fondo a trama forte, cosicché da lontano l’effetto raggiunto è quello di una morbida vibrazione cromatica.
Attraverso un accurato lavoro nascono in tal modo gli acquerelli, gli oli e le tecniche miste che, oltre al tema del paesaggio silente, spesso scevro di presenze umane, affrontano pure quello quello impervio del ritratto: una pittura spesso idealmente connessa alla grande passione di Budicin per la musica. Il pittore adora infatti Vivaldi, le note classiche e quelle contemporanee - in particolare i gruppi d’avanguardia degli anni ’70 - ha studiato chitarra e suonato in complessi rock; ora invece si esibisce in gruppi che suonano musica irlandese. Lui l’apprezza in special modo per i rimandi antichi che vi echeggiano, così come accade nella mitologia, e per la molteplicità di strumenti, ritmi e modi di cantare che essa offre: una ricerca - conclude Accerboni - condotta da un artista profondo e delicato, tra le note, così come tra i colori.
Roberto Budicin, nasce a Trieste nel 1980. Grazie all’influenza del padre, Sergio Budicin, pittore e illustratore affermato, coltiva fin da bambino la passione per il disegno. Gli stimoli e le critiche lo spingono a continuare finché, a sedici anni, comincia a frequentare l’atelier del pittore accademico Walter Falzari, dove studia i soggetti dal vero e si esercita nel ritratto; nel contempo approfondisce la prospettiva, la figura nelle tre dimensioni, la teoria dei colori e la composizione.
Durante gli anni universitari partecipa, assieme al padre, a Udine, Tarvisio e Pordenone, ad alcune esposizioni collettive incentrate sull’arte naturalistica. Nel 2006 espone a Trieste al Palazzo della Borsa disegni e tempere raffiguranti creature immaginarie e fantastiche, ispirate ai bestiari medievali. Nel 2007, conclusi gli studi universitari, decide di dedicarsi a tempo pieno alla pittura e intraprende un lungo cammino di sperimentazione di materiali e tecniche, guardando a maestri dell’ottocento quali J. Sargent, C. M. Russell, J. Sorolla, A. Zorn, J. Waterhouse e del seicento come Rembrandt e Velasquez.