Roberto Ciaccio – Inter/vallum
L’esposizione si costituisce come opera/installazione site specific, in stretto rapporto all’identità architettonica del luogo. Il carattere di temporalità sospesa della Sala delle Cariatidi e il ritmato scandirsi a “intervalli” delle Cariatidi rendono il luogo quanto mai appropriato alla poetica del tempo, della traccia e della “revenance” espressa dall’opera di Roberto Ciaccio.
Comunicato stampa
Curatori:
Remo Bodei - Filosofia - UCLA (University of California Los Angeles);
Kurt W. Forster - Architettura - Yale University, New Haven;
Arturo Schwarz - Arti Visive - Tel Aviv Museum of Art
L’esposizione monografica di Roberto Ciaccio Inter/vallum segue due importanti eventi espositivi e costituisce il terzo momento di un percorso che mette a confronto l’opera di Ciaccio con l’architettura (Milano 2011 Palazzo Reale Sala delle Cariatidi), con la filosofia (Berlino 2006 Kulturforum Kupferstichkabinett Musei Statali) e con la musica (Roma 2008 Istituto Nazionale per la Grafica – Palazzo della Fontana di Trevi).
L’esposizione si costituisce come opera/installazione site specific, in stretto rapporto all’identità architettonica del luogo. Il carattere di temporalità sospesa della Sala delle Cariatidi e il ritmato scandirsi a “intervalli” delle Cariatidi rendono il luogo quanto mai appropriato alla poetica del tempo, della traccia e della “revenance” espressa dall’opera di Roberto Ciaccio.
Soglie, aperture, specchi della Sala interagiscono con le opere in un percorso architettonico illusionistico e musicale, intriso di tempo, di riflessi, di visioni e di suoni. Gli “intervalli” che spazialmente descrivono il luogo nei suoi ritmi essenziali sono riecheggiati dalle sequenze seriali delle grandi lastre metalliche che si sviluppano secondo fughe prospettiche.
Le grandi lastre di metalli diversi – ferro, rame, ottone, zinco – e le grandi opere su carta, così come la serie dei piccoli fogli di papier japon, aprono spazi illusori tridimensionali al proprio interno attraverso le molteplici stratificazioni dei piani e dei valori cromatici.
Dalla sottile modulazione delle velature dei colori dal timbro oscuro – dai viola ai blu, ai rossastri, ai bruni – scaturiscono figure come presenze fantasmatiche – Revenants - in un continuo apparire e dissolversi dell’immagine, in un suo divenire nella trasparenza stessa dell’opera.
Un forte magnetismo cromatico - che oltrepassa la grande stagione dell’astrazione lirica da Kandinsky, a Klein, a Rothko - impregna lo spazio atmosferico irradiandosi dalle cangianti e oscure textures delle opere. Pervasi sottilmente dalla luce e da un apparente monocromatismo, i lavori di Roberto Ciaccio ad una attenta percezione rivelano invece infiniti colori, affidando alla visione un’arte spirituale, solenne e misteriosa.
Tra le opere che costituiscono l’installazione - lastre di metalli diversi e opere su carta – i grandi Revenants della Suite Cariatidi, appositamente realizzati per l’esposizione, tracciano nella loro immaterialità un percorso magnetico della luce e del colore.
La serie dei rinvii, dei rispecchiamenti e dei riflessi risulta infinita, soprattutto nelle sequenze delle lastre metalliche dall’intensa e abbagliante luminosità.
Se il rigore delle serie, il loro ritmo, la scelta dei materiali freddi come i metalli e taluni procedimenti analitici sembrano aderire ad una accezione minimalista dell’opera, una dimensione più intensamente lirica ne pervade tuttavia la poetica.
I caratteri timbrici, cromatici delle opere e il ritmo delle loro variazioni sequenziali inducono un pensiero visivo intensamente musicale in cui la tensione intervallare e il riverbero del suono assumono particolare rilevanza.
“Nelle lastre l’armonia arriva, con i riflessi, a includere anche lo spettatore, a farlo diventare attore di una rappresentazione che lo impegna nel decifrare le minime variazioni, che lo fa precipitare in un altro tempo o in un altro luogo, in tempi e spazi qualitativi di meditazione e di scoperta …Inseriti nello spazio architettonico della mostra, i lavori di Roberto Ciaccio, nella loro studiata disposizione, creano inter-valli, cadenze, serialità con variazioni, differenze e ripetizioni. Organizzano lo spazio visto e quello vissuto, sostengono architravi percettive e costruzioni emotive. Costituiscono un unico grande quadro, come una composizione musicale fatta di scansioni melodiche e armoniche.” (Remo Bodei)
La singolarità e la specificità del lavoro di Roberto Ciaccio lo collocano nel solco delle più interessanti e innovative ricerche nel panorama artistico contemporaneo; in particolare è da segnalare il rapporto del suo lavoro con la filosofia: dal pensiero heideggeriano a quello fenomenologico di Merleau-Ponty, fino alle più recenti riflessioni di Gilles Deleuze e Jacques Derrida.
Le opere presenti in mostra - grandi lastre di metalli diversi e grandi opere su carta – costituiscono gli esiti più recenti di una ventennale collaborazione di Roberto Ciaccio con Giorgio Upiglio e dell’attuale collaborazione con Alberto Serighelli.
Il lavoro di Ciaccio ha ridefinito le modalità tradizionali degli strumenti e delle processualità della stampa originale, così come il concetto di matrice, di serialità e di riproducibilità tecnica. Le grandi lastre matrici, origine di monoprints e monotipi, divengono nel corso del processo operativo opere a se stanti dotate di una assoluta autonomia ed espressività.
L’ideazione progettuale e la realizzazione tecnica dell’installazione di Roberto Ciaccio nasce dalla sua stretta collaborazione con gli architetti Alessandra Castelbarco Albani e Marco Di Nallo.
In occasione della mostra Skira Editore pubblica un importante catalogo con i saggi dei tre curatori Remo Bodei, Kurt W. Forster e Arturo Schwarz e le illustrazioni, nelle loro diverse e complesse cromie, dei lavori esposti.
Si ringrazia Intesa Sanpaolo per il sostegno all’esposizione come main sponsor.
Le opere di Roberto Ciaccio figurano in importanti musei internazionali: Museum of Modern Art, New York; Tel Aviv Museum of Art. Museo Cantonale di Lugano; MART di Rovereto, Kupferstichkabinett di Berlino, Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, Biblioteca Nazionale Braidense di Milano.
Alcune tra le principali esposizioni monografiche: Galleria Civica d’Arte Moderna Palazzo dei Diamanti, Ferrara 1991. Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Palazzo Forti, Verona 1995. Museo nazionale di San Matteo, Pisa 1997. Fondazione Mudima, Milano 2002. Hellenic American Union, Atene 2005. Kupferstichkabinett, Museo Statale di Berlino, Kulturforum 2006. Galerie Patrick Cramer, Ginevra 2008. Istituto Nazionale per la Grafica, Palazzo Fontana di Trevi, Roma 2008.
Le manifestazioni collaterali: concerti e incontri
Parte integrante della mostra, nella visione di Roberto Ciaccio di un’opera d’arte totale, che abbracci suoni, spazi, immagini nella simultaneità di un ricco dialogo tra le diverse arti, saranno alcune esecuzioni in concerto, nella stessa Sala delle Cariatidi, di partiture musicali novecentesche e contemporanee, alcune delle quali appositamente create per l’opera di Ciaccio. Antonio Ballista ne cura la programmazione insieme all’artista.
Durante tutto il corso dell’esposizione sono inoltre previsti incontri, con riferimento alla filosofia, all’architettura, alla poesia e alle arti visive nei loro molteplici rapporti e interazioni. Il primo, che anticipa la mostra, avrà luogo il 16 settembre alle ore 15 nella sede degli Amici del Loggione del Teatro alla Scala e vedrà la presenza dell’artista con Antonio Ballista, Angelo Foletto e Paolo Bolpagni, coordinati da Francesca Colombo.
KARLHEINZ STOCKHAUSEN MANTRA
Il Comune di Milano in collaborazione con MITO promuove un evento musicale straordinario in occasione dell’apertura della mostra di Roberto Ciaccio alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale il 20 settembre 2011.
Si tratta del concerto Mantra di Karlheinz Stockhausen, nell’esecuzione originale per due pianoforti, radio a onde corte, modulatori ad anello, woodblocks e cembali antichi del duo pianistico Antonio Ballista e Bruno Canino, con Walter Prati e Massimiliano Mariani agli strumenti elettronici, che ripeteranno il mitico concerto già eseguito a Milano – con la regia dello stesso Stockhausen –oltre trentacinque anni fa.
Il concerto incontra in modo unico e irripetibile la poetica di Ciaccio che, nel carattere di una temporalità sospesa e in una condizione di pura contemplazione, sembra riverberare le sonorità stesse, vibranti, metalliche dei due pianoforti attraverso “le partiture del tempo” inscritte nelle grandi lastre di ferro e nell’energia delle vibrazioni cromatiche delle opere “Revenants”. La sala stessa delle Cariatidi, attraverso i suoi specchi e nella intensa e misteriosa suggestione dei suoi spazi, evoca abissi temporali di meditazione, di memoria, di latenza di energie.
Il concerto potrà essere ascoltato e vissuto dal pubblico in diretta, oltre che nella sala stessa delle Cariatidi, - attraverso diffusori acustici ed un grande schermo – nella adiacente Sala delle otto colonne.