Roberto Cicchinè – in|coscienza
Mostra personale in|coscienza di Roberto Cicchinè, presentata dalla Galleria Marconi di Cupra Marittima e da Marche Centro d’Arte.
Comunicato stampa
Si inaugura sabato 19 marzo 2016 alle ore 18 presso la chiesa di San Vincenzo e Anastasio di Ascoli Piceno la mostra personale in|coscienza di Roberto Cicchinè, presentata dalla Galleria Marconi di Cupra Marittima e da Marche Centro d’Arte, a cura di Valentina Falcioni e con l’alto patrocinio del Comune, della Provincia e della Diocesi di Ascoli Piceno.
in|coscienza è il terzo appuntamento della rassegna Cosa c’è di nuovo oggi? che accompagnerà la Galleria Marconi durante la stagione espositiva 2015/2016. La chiesa di San Vincenzo e Anastazio si trova in Piazza Basso Ventidio ad Ascoli Piceno.
La mostra si conclude il 16 aprile 2016.
“Nell’antica platea inferior di Ascoli Piceno, la piazza che in epoca medievale ospitava il mercato manifatturiero della città, si erge la chiesa romanica dedicata ai santi Vincenzo e Anastasio. Roberto Cicchinè, artista che vive e lavora a Massignano (AP), ha intrapreso un dialogo profondo e complesso con questo ambiente sacro che dalla seconda metà del XIII sec. accoglie anche una cripta dedicata a San Silvestro. Una conoscenza capillare dell’animo umano fa di Roberto un interprete elegante dell’universo spirituale e sensibile. Il “linguaggio silenzioso” difatti è un esempio di comunicazione non verbale che l’artista marchigiano ha esaminato nel corso degli anni fino a renderlo oggetto principale della propria ricerca artistico-espressiva. Negli ultimi lavori, tuttavia, è iniziato a trapelare qualcosa di decadente, in bilico fra malinconia, insofferenza e bisogno di cambiamento. L’uomo è diventato un tempio da tutelare e allo stesso tempo un bozzolo pulsante, smanioso, pronto alla metamorfosi. L’ambiente sacro dedicato ai santi Vincenzo e Anastasio è divenuto il guscio entro il quale è maturato questo senso di rinnovamento che è stato immortalato da Cicchinè nella fase in cui la coscienza vaga fra timore e necessità, reticenza e consapevolezza. Si tratta di un percorso circolare che non ha direzione o orientamento, un circuito che evoca l’eternità, riflette l’ordine di una pace superiore e zittisce ogni intima forma di titubanza per accrescere il senso di armonia. Il titolo in|coscienza rivela proprio il momento in cui si rimane in bilico fra consapevolezza e istinto, quando il corpo è ancora fasciato dalla pellicola protettiva di una coscienza abitudinaria, ma i muscoli iniziano a fremere per liberarsi da quei preconcetti cristallizzati nel tempo. Descrive il dubbio, il lungo attimo di insofferenza e irrequietezza che inizia a traballare di fronte a un’intima contemplazione dell’Io in relazione all’infinito universo spirituale. Una serie di istallazioni concettualmente inanellate fra loro sembrano dialogare con quegli affreschi che in passato erano presenti nella cripta dedicata a San Silvestro, i quali celebravano proprio il potere della rigenerazione, l’unica in grado di guarire sia la carne che la mente da quel rigido dittatore che vive nell’Ego, il parassita che destabilizza l’autostima, riduce le capacità empatiche e fa vacillare i propri caratteri identitari.” (Valentina Falcioni)
“Non ricordo tutto quello che ho fatto in questi anni, ma ricordo bene tutti gli artisti con cui ho lavorato, il piacere delle discussioni sull’arte e sulla vita, il freddo di inverno e il caldo d’estate. La Galleria Marconi mi ha dato molto, un percorso umano e professionale ricco e avvincente, che si è incrociato strettamente con la mia vita, anche se non è tutta la mia vita. Penso agli affetti, alla famiglia, alla mia casa e a chi la frequenta. Penso di avere fatto molto, penso di avere ancora molto da dire e non voglio rinunciare a nulla di tutto questo. È con questo spirito che mi sono chiesto Cosa c’è di nuovo oggi? E adesso aspetto solo di avere la risposta.” (Franco Marconi)