Roberto Ghezzi – Res Una
La mostra chiude la programmazione 2022-2023 dell’Open Studio che ha per tema “La natura delle cose”.
Comunicato stampa
Giovedì 25 maggio ore 18.30 inaugura Res Una di Roberto Ghezzi (Cortona, 1978), presso l’Open Studio Italo Bolano di Prato (Via Fra’ Bartolomeo, 57). La mostra personale, promossa dalla Fondazione Italo Bolano e a cura di Erica Romano, sarà visitabile fino al 22 giugno e chiude la programmazione 2022-2023 dell’Open Studio che ha per tema “La natura delle cose”.
Il cortonese Ghezzi è inventore delle Naturografie©, termine da lui stesso coniato per indicare al contempo sia il processo sia l’opera finale. Le sue opere nascono dall’idea di fare spazio al paesaggio naturale che imprime la propria immagine su una tela che l’artista ogni volta predispone come supporto di deposito e come spazio comune di dialogo e di incontro. Preparate con speciali imprimiture ecologiche scelte sulla base di studi effettuati sul campo sulla biodiversità delle acque e dei diversi habitat, le tele vengono installate nei luoghi oggetto di osservazione e lasciate il tempo necessario affinché la natura possa liberamente fare il suo corso. Pertanto, le opere esposte presenteranno il risultato visivo di terre e di acque esplorate in tutto il mondo, ma stavolta, in particolare, dell’Appennino toscano e del Lago Trasimeno, territori molto amati dall’artista e specchio della propria identità personale.
All’interno dell’intima relazione che viene a crearsi tra arte e natura, artificio umano e ordine naturale si intrecciano come fossero res una, “una sola cosa”, dando vita ad opere che la mano dell’uomo quasi non tocca, non altera, non manomette, ma predispone, accoglie ed espone. Infatti, le tele in cotone stese come vele spiegate nello spazio, restituiscono l’immagine spiata al microscopio che ogni piccolo ecosistema restituisce di sé e della sua composizione più interna, alla stregua di una stampa fotografica a contatto. Il processo, dunque, mette insieme il fattore propriamente creativo dell’irripetibilità che ogni habitat restituisce di sé, con la ripetibilità, invece, di dati che offrono un approccio quasi scientifico alle opere, permettendo così quasi di riconoscere le caratteristiche di ecosistemi tra loro somiglianti e di indagarne lo stato di salute. Forse il fascino di questa antica comunione tra artista e spirito dei luoghi, dove la natura generosa offre sempre le sue segrete ispirazioni a chi sa ascoltarle, può essere riassunto proprio dalle parole di un grande scienziato quale Albert Einstein: “Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata”.