Roberto Giavarini – De Pictura
La sublime poetica di Roberto Giavarini (Calcinate – Bergamo, 1973) si esprime innanzitutto in un’osservazione appassionata, insistente, accanita dei soggetti prescelti, come accade in uno scienziato naturalista o in un botanico.
Comunicato stampa
La sublime poetica di Roberto Giavarini (Calcinate – Bergamo, 1973) si esprime innanzitutto in un’osservazione appassionata, insistente, accanita dei soggetti prescelti, come accade in uno scienziato naturalista o in un botanico.
Il disegno accurato, dal tratto leggero ma incredibilmente preciso, nitido all’occorrenza come una punta d’argento, eseguito rigorosamente dal vero, è senza dubbio il suo principale punto di forza.
La linfa vitale che anima la sua visione non è in primo luogo generata solo da una questione tecnica, nella quale in Italia ha ben pochi rivali, quanto piuttosto dall’aver criticamente assimilato lo sguardo dei maestri del passato, mediando dalla tradizione veneziana a quella toscana, e aver imparato a scoprire la natura come la guardavano loro, limpidamente, con timidezza.
I suoi disegni più belli, che sembrano germinare come muschi direttamente dal legno delle tavole, tanto sono meticolosi, respirano di questa incantata contemplazione dell’infinito, come polla sorgiva della quotidianità. La sua è innanzitutto una poetica del silenzio, dove l’Essere, minerale, vegetale, animale o umano, viene osservato con grande rispetto perché altro da sé.
È su quest’intreccio discreto di segni, che tanto ricordano gli studi di Leonardo da Vinci, come fili di trama e ordito d’un tappeto persiano, che la sua pittura, così trasparente, luminosa e leggera da sembrar composta d’aria e rugiada, trova il suo autentico punto d’appoggio.
Al colore Giavarini quindi approda, con una discrezione assoluta, come soltanto i grandi sanno fare.
Pacato, timido, nasce per accenni a evidenziare la singolarità morfologica di fiori frutti, piante, saprofiti sino a giungere al paesaggio.
Questi luoghi gli si pongono innanzitutto come incontri casuali, inaspettati, perché il suo primo problema essenziale non è quello di dipingere ma di trovare il soggetto adatto, improvvisamente corrispondente all’immagine che sente nascere in sé.
L’inaspettato, ed è qui la specificità della sua visione, accade però nell’ambito del quotidiano.
È in queste vedute che il carattere della sua pittura si palesa in tutta la sua evidenza: trasparente, cristallina, a velare la purezza dell’aria d’un primo mattino.
(estratto dal testo di Vladek Cwalinski in catalogo)