Roberto Giglio – Le forme dell’oblio

Informazioni Evento

Luogo
MARCA - MUSEO DELLE ARTI CATANZARO
Via Alessandro Turco 63, Catanzaro, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

9.30-13.00 e 15.30-20.00, chiuso il lunedì

Vernissage
07/05/2022

ore 18.30

Biglietti

intero Euro 4,00 - ridotto Euro 3,00

Artisti
Roberto Giglio
Curatori
Giorgio de Finis
Generi
arte contemporanea, personale

Gli spazi espositivi del piano inferiore del Museo MARCA, dal 7 maggio 2022, ospiteranno la mostra di Roberto Giglio “Le forme dell’oblio”, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro.

Comunicato stampa

Gli spazi espositivi del piano inferiore del Museo MARCA, dal 7 maggio 2022, ospiteranno la mostra di Roberto Giglio “Le forme dell’oblio”, promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro. L’esposizione, curata da Giorgio de Finis, antropologo e direttore del Museo delle Periferie di Roma, proporrà alla visione 35 opere pittoriche, alcune di grande formato, selezionate tra le più significative della produzione dell’artista, e oltre 90 disegni.

Roberto Giglio, artista originario di Badolato, ha voluto rivolgere con “Le forme dell’oblio” un riconoscimento alla sua terra natia e non solo; la mostra si apre con una sequenza di opere dedicate alla Calabria e riassume il percorso artistico di un architetto che a un certo punto della sua vita ha deciso di dedicarsi più compiutamente all’arte. Un percorso segnato da una convincente continuità nel modo di fare pittura, nelle tecniche, nelle atmosfere evocate: da “I fantasmi di Badolato”, alle piazze e agli scorci di numerosi altri antichi borghi abbandonati della Calabria che non recano più tracce d’umano, nelle sue tele c’è l’urgenza di ridare un senso a questi luoghi e agli abitanti. “[…] I suoi quadri guardano avanti e non solo indietro, e guardano ben oltre i confini del proprio territorio…”, come sottolinea il curatore della mostra nel suo testo in catalogo.

Giglio mostra una sensibilità profonda per le arti visive, per la pittura e in particolare per l'acquerello, passando dalla figura all’informale. Utilizza il bianco e la luce per decostruire volti e architetture, nell’istintivo bisogno di cercare l’essenziale delle cose e della vita. Dipinge luoghi e persone sospesi nel mistero, nel dolore, nella bellezza, nella loro pura e semplice essenza, forme sospese tra cielo e terra, figura e astrazione, realtà e immaginazione, materia e spirito, centro e periferia, progresso e immobilità.

La mostra si inserisce nel più vasto progetto ideato dalla Fondazione Rocco Guglielmo, Glocal V, nella sezione Attraversare il Territorio, offrendo ancora una volta l’occasione per conoscere e apprezzare il dinamismo creativo di quegli artisti che si dedicano con passione ad arricchire il patrimonio culturale del territorio.

Per l’occasione è stato realizzato un catalogo bilingue (italiano /inglese), edito da Silvana Editoriale per la collana “Quaderni del Marca”, contenente i testi critici di Rocco Guglielmo, Giorgio de Finis, Mimmo Gangemi e Giuseppe Sommario.

ROBERTO GIGLIO - Biografia

Roberto Giglio nasce a Badolato, in Calabria e precocemente inizia a dipingere sotto la guida del padre. Nel 1986 è a Roma dove frequenta la facoltà di Architettura, laureandosi con una tesi in scenografia avente come tema “Il teatro dei luoghi”. Durante gli studi universitari avviene l’incontro con il pittore spagnolo Pedro Cano, che diventerà suo maestro e sarà fondamentale per la maturazione della sua cifra artistica. Dopo gli studi universitari inizia una lunga collaborazione con l’architetto Pasquale Piroso, che lo porterà a sperimentare fusioni di linguaggio tra arte, artigianato e design. Dal 2008 a oggi partecipa alla progettazione e realizzazione, tra Roma e la Calabria, di spettacoli teatrali, festival ed eventi artistico-culturali. In particolare, ha dato vita a una serie di installazioni-laboratorio per bambini, ambientati in piccoli centri storici calabresi a rischio d’abbandono. Laboratori che abbracciano l’idea di arte nei luoghi e arte come esperienza condivisa, il cui proposito è quello di scoprire immagini, simboli e valori, attraverso il racconto, la manualità e la creazione artistica, quale strumento educativo per eccellenza.

La pittura di Roberto Giglio è narrazione e concentrazione di memoria immaginativa. Passando dalla figura all’informale, utilizza il bianco della luce per decostruire volti e architetture. Il suo lavoro esprime un senso di mistero e sospensione. Attraverso visioni incantate e surreali, la sua tecnica elabora un lento passaggio filtrato nella memoria, anti-descrittivo e lirico. La pittura è nei suoi lavori un viaggio della lentezza in cui la vera poesia è tutto il vissuto che si deposita tra l’ombra e la luce. Attualmente vive e lavora tra Badolato e Roma.

FONDAZIONE ROCCO GUGLIELMO

La Fondazione Rocco Guglielmo è considerata nel panorama dell’arte contemporanea una tra le più importanti istituzioni culturali del Sud Italia. Costituita nel 2010 a Catanzaro, dal Notaio Rocco Guglielmo, è un'istituzione culturale aperta, un laboratorio d'idee, con un articolato programma di attività nel settore delle arti visive volte a favorire la conoscenza dei linguaggi contemporanei: mostre, workshop, seminari, reading, appuntamenti tematici e giornate di studio. Coniugando rigore scientifico e interesse per la ricerca, in questi anni la Fondazione ha realizzato importanti mostre monografiche a carattere storico. Tra esse ricordiamo "Corpo Elettronico" (la prima mostra interamente dedicata alla videoarte italiana); "Lo Sguardo Espanso" (retrospettiva dedicata alla storia del cinema italiano d'artista); "Artisti nello Spazio" (collettiva dedicata alla storia dell'arte ambientale italiana). Numerose sono, poi, le mostre personali dedicate ad artisti di grande rilievo come Aurelio Amendola, Alberto Biasi, Cesare Berlingeri, Aron Demetz, Chiara Dynys, Giosetta Fioroni, Pino Pinelli, Turi Simeti, Emilio Scanavino e molti altri. Tutte le iniziative proposte sono concepite secondo una logica di programmazione "glocal", capace cioè di trattare i contenuti culturali da una prospettiva globale - incline alla contaminazione internazionale - ed agire, per la loro valorizzazione, in maniera locale - facendo leva sulle risorse del territorio, le professionalità in esso presenti e le sue eccellenze.