Roberto Kusterle – Unioni
L’esposizione “Unioni”, a cura di studiofaganel, vuole essere un momento di presentazione al pubblico di due serie fotografiche e di due pubblicazioni realizzate da Roberto Kusterle nel 2016: Zoóxylos, già esposta lo scorso anno al MIA photo fair, e Fluxus, ancora inedita.
Comunicato stampa
L’esposizione “Unioni”, a cura di studiofaganel, vuole essere un momento di presentazione al pubblico di due serie fotografiche e di due pubblicazioni realizzate da Roberto Kusterle nel 2016: Zoóxylos, già esposta lo scorso anno al MIA photo fair, e Fluxus, ancora inedita.
Fin dagli inizi del suo percorso artistico Kusterle indaga la relazione tra uomo e natura, cercandone connessioni e sperimentando contaminazioni tra le loro forme, materie, corpi e linguaggi. Nelle immagini che ne derivano, gli esseri umani trovano armonia e spesso si fondono ad altri esseri viventi, sia animali sia vegetali, o a elementi minerali. Anche le serie proposte in questa mostra non si sottraggono al tema caro all’artista.
Zoóxylos è l’esito di una consueta abitudine e vicinanza dell’artista con l’elemento naturale fluviale. Le fasi di osservazione, scoperta, raccolta catalogazione di diversi frammenti lignei, reperiti lungo il corso dei fiumi, per Kusterle seguono l’intuizione di un istante e la pre-visione di immagini possibili, alternative alla realtà.
Dall’ordinario così deriva uno straordinario mondo in cui i frammenti di legno, riassemblati e ricomposti, mutano in animali favolosi che posti su basamenti di pietra sembrano volersi presentare nel presente e narrare un passato. Frattanto, nuove storie sono immaginate dall’osservatore e altre sono suggerite dalla voce fuori scena dell’artista, “(...) il quale, in questa circostanza, pare fingersi arguto archeologo, raccoglitore di tracce di vita di un tempo perduto, forse mai esistito, ma in grado di aprirci mondi finora inesplorati, in ogni modo capaci di parlarci di noi”, come scrive Franca Marri.
In Fluxus “c’è un fluire di pensieri, suggestioni, richiami ed analogie, visioni e possibili simbologie” (Marri, 2016). In queste opere crollano i confini che separano i tradizionali generi artistici e riescono a coesistere un ritratto e una natura morta. Corpi immobili e silenziosi come statue si mescolano a oggetti quasi animati e straripanti di frutti e carni, in un’atmosfera neutra che esprime la sospensione tra realtà e finzione, tra un presente certo e quel qualcosa di inaspettato che da un momento all’altro può rivelarsi. A legare le immagini è il flusso visibile ora nel succo dei frutti che tinge e macchia corpi e ceramiche ora nel sangue di ferite ed escoriazioni che rimanda ad una sofferenza fisica o anche solo immaginata; e, infine, quella sorta d’inquietudine che si prova davanti queste immagini, in cui i corpi sono “belli e tremendi” alla maniera degli angeli di Rilke nelle Elegie Duinesi, come scrive Giuseppe O. Longo: “intendendo forse con ciò che vi è un confine labile tra l’estati che proviamo di fronte ai capolavori della natura o dell’arte e lo sgomento intriso di angoscia e sopraffazione che ci suscita la bellezza eccessiva”.
La mostra si inaugurerà il 4 marzo sia allo studiofaganel, con una selezione di opere delle due serie e una presentazione di Franca Marri, sia nella sala espositiva del Kinemax, dove sarà esposta un’opera della serie Fluxus.
Dal 17 al 19 marzo, con inaugurazione venerdì 17 alle 18.30, ci sarà una seconda esposizione e la presentazione di due pubblicazioni alla presenza dei curatori dei testi Franca Marri e il prof. O.Longo. Quest’ultimo evento avrà come sede belo189, uno spazio appena rinnovato e destinato per la prima volta alla funzione espositiva, esito della collaborazione tra la KB1909 e lo studiofaganel, nel quale nei prossimi mesi saranno proposti altri eventi artistico- culturali.