Roberto Matta / Maurizio Vetrugno
Tommaso Calabro inaugura la mostra “Matta” nella sede di Palazzo Donà Brusa in Campo San Polo a Venezia. All’interno di uno degli spazi appartenenti alla nuova sede a Venezia, in Campo San Polo, che prende il nome di Pop (the Chapel) up, ci sarà anche la mostra “Michel Foucault” di Maurizio Vetrugno.
Comunicato stampa
Sabato 31 agosto, Tommaso Calabro inaugura la mostra "Matta" nella sede di Palazzo Donà Brusa in Campo San Polo a Venezia. Fino al 23 novembre, la mostra celebra Roberto Matta (
Definito da Marcel Duchamp come "il pittore più profondo della sua generazione", Matta nasce a Santiago del Cile, ma inizia la sua carriera in Europa lavorando come architetto, insieme a Le Corbusier. Dopo l’incontro con García Lorca, André Breton, Salvador Dalí e, poi, Picasso mentre lavora al Guernica, Matta decide di dedicarsi alla pittura. Trasferitosi a New York nel 1939, frequenta la comunità di Surrealisti emigrati – tra cui Max Ernst, Yves Tanguy, André Masson e André Breton – e diventa presto un punto di riferimento per la pittura contemporanea. Contribuisce a creare un nuovo concetto di spazio all’interno della pittura Surrealista, anticipando alcune innovazioni dell’Espressionismo astratto. Rompe i principi concettuali e costruttivi della rappresentazione spaziale, aprendo quest'ultima a esplosioni cosmiche e implosioni soggettive, abitate da forme organiche fluttuanti dai colori squillanti, spesso audaci.
La mostra "Matta" presenta una serie di oltre venti opere, tra tele e lavori su carta, realizzate dall’artista durante i suoi anni più creativi e prolifici. Sono opere del periodo newyorkese (1939-1949), quando Matta espone presso le più importanti gallerie della città – dalla Julien Levy Gallery, alla Pierre Matisse Gallery fino alla celebre Art of This Century di Peggy Guggenheim – e affascina artisti quali Pollock, Rothko, Gorky e Motherwell con l’estremo automatismo del suo gesto. La mostra include poi opere degli anni Cinquanta, realizzate a Roma e Milano, e, dal 1954, a Parigi, in cui l’artista raggiunge la maturità stilistica. In questi anni Matta elabora la sua visione del "cubo aperto" e realizza cicli di grandi tele improntati a un'epica di impianto cosmologico, in cui prendono forma l'evoluzione delle specie, l’universo onirico della mente, le mutazioni della natura nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande.
Una sezione della mostra sarà interamente dedicata a pezzi di design realizzati da Matta per la collezione Ultramobile, pensata e prodotta nel 1971 da Dino Gravina in collaborazione con i maestri del Surrealismo. Sono incluse le sedute Sacco Alato – nelle due versioni in bronzo e alluminio – Margarita e Malitte, un sistema di sedute continuamente modificabile di cinque blocchi in poliuretano, che è oggi nella collezione permanente di importanti musei, tra cui il MoMA di New York e la Galleria Nazionale di Roma.
Dopo le grandi mostre dedicate a Leonor Fini, Stanislao Lepri, Tiger Tateishi, William Copley e Harold Stevenson, con questa mostra Tommaso Calabro continua a sostenere la riscoperta e la valorizzazione di artisti legati al movimento surrealista e alla figura di Alexander Iolas.