Roberto Sanchez – Anaiconica l’anagramma visuale

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO MINIMO
Via Detta San Vincenzo 3, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

lun e merc ore 15-18mart, giov e ven 9-12 o appuntamento

Vernissage
21/02/2012

ore 18

Artisti
Roberto Sanchez
Generi
arte contemporanea, personale

Anaiconica, l’anagramma visuale. L’artista con Arte Anaiconica indica l’esperienza dello spostamento di segni, di immagini che produce un mutamento di significati pur all’interno di un quadro di riferimento dato.

Comunicato stampa

Installazione dimostrativa di Roberto Sanchez.

"Arte componibile, opere a struttura variabile , sono definizioni possibili ma forse anche banali di una ricerca artistica che,con una certa temerarietà potrei definire col neologismo anaiconica (dal greco anà, inversione ed eikòn, immagine ). Tale termine deriva dal concetto di anagramma che a sua volta significa inversione, spostamento di lettere: con questo gioco enigmistico lo spostamento di lettere dell’alfabeto conduce da una parola di senso compiuto ad un’altra con l’uso delle stesse lettere. Quindi con arte anaiconica vorrei indicare l’esperienza dello spostamento di segni, di immagini che produce un mutamento di significati pur all’interno di un quadro di riferimento dato.

In definitiva, attraverso elementi componibili di immagini non figurative, si possono combinare e ricombinare strutture significanti. Gioco fine a sé stesso? Allora la natura compie un gioco inutile, l’evoluzione è un gioco inutile, le stesse relazioni tra fatti e persone cosa sono? Combinazioni casuali o causali, dipende dalla propria filosofia, che costruiscono la realtà come in un immenso caleidoscopio dove ciò che funziona ha spesso anche un’eleganza e una suggestione che percepiamo noi umani in senso estetico. Come cablaggi e connessioni che volutamente o casualmente permettano dei flussi comunicativi supponendo, come nel caso di Sanchez, un Artefice Primo del sistema. La rottura della composizione statica, l’esplorazione di nuovi assetti dell’immagine, sono la metafora di questo tempo di trasformazione che insegue forse nuovi assetti o prova a cavalcare la continua e veloce mutazione. Con queste opere quindi viene ripreso un concetto dell’alchimista Cesare Della Riviera :“Far la pietra de’ Filosofi altro non è che fare il mondo picciolo,…” In questo caso la “pietra filosofale”non è l’”Opus”maiuscolo ma un opera che, seppur in rapporto minuscola, imita qualcosa della Creazione. Mi piace, a questo punto, citare Giancarlo Da Lio, critico veneziano ed animatore culturale internazionale:

“…Dissoluzione della forma (apparente) con l’offrire la possibilità di operatività al pubblico. Ma le caratteristiche essenziali rimangono sempre di proprietà dell’artista. Una scomposizione attiva, positiva per un fruitore non pigro e soprattutto Mobile rispetto alle esigenze dello spazio in cui viene inserito. Quindi uno spazio che oltre che essere fisico è psicologico. Lo spazio e il tempo sono assai diversi nel concetto delle varie culture (W-E) e l’opera diventa più democratica nel senso di offerta, possibilità. Naturalmente per quelle persone che con le loro sensibilità riescono a comprendere le possibilità offerte loro da Roberto Sanchez, artista del III millennio.”
Carolina Mantellini