Rocio Monasterio – Enigma
Rocio compie 8 azioni verso la risoluzione dell’enigma, alcune visibili e fisiche e altre più astratte, alcune sono proposte allo spettatore per l’attivazione dello spazio altre come un semplice stimolo razionale o anche ludico e assurdo come può esserlo a volta un’equazione iniziale.
Comunicato stampa
EN(I)2G(M)2A
di Rocio Monasterio
Aperta dal 26 al 29 Ottobre
Inaugurazione: Mercoledì 26 Ottobre alle 18:00
Giovedì e Venerdì dalle 14:30 alle 19:00
Sabato dalle 16:00 alle 19:30
Chiasso Perduto
Via de’ Coverelli 4R
Firenze
Scavare, cercare, rivelare, scoprire, lo spazio Rocio lo legge come indovinello, un rebus pieno di indizi da esplorare e nel farlo si arriva ad una conclusione finale enigmatica quanto il luogo e le storie di esso. Affronta la scoperta a partire dal corpo che compie azioni ripetitive a modo di diari rivelatori all'interno dell'arco come contenitore, talvolta architettonico talvolta immaginario e poetico, dove si sviluppano i gesti dell'abitare e del riconfigurarsi.
Rocio compie 8 azioni verso la risoluzione dell'enigma, alcune visibili e fisiche e altre più astratte, alcune sono proposte allo spettatore per l'attivazione dello spazio altre come un semplice stimolo razionale o anche ludico e assurdo come può esserlo a volta un'equazione iniziale.
L'elemento del rovesciamento della percezione attraverso il testo speculare e l'uso degli specchi per ripercorrere lo spazio è uno aspetto ludico che impregna tutto il percorso dove troviamo racconti sul corpo, il riflesso, la decostruzione, l'azione, la ricerca, la rivelazione, la ripetizione e infine la decifrazione poetica del luogo che ci arriva sonoramente come unico testo articolato e concreto sull'immaginario dello spazio, dove probabilmente gli animali venivano appesi per l'elaborazione e conservazione della carne, sono loro che abitano la dimensione onirica di Rocio, anche loro appesi rovesciati, anche loro verso un portale sconosciuto, in questa assenza presenza, azione, rivelazione che ogni gesto tende a scoprire, una sorta di archeologia poetica che per sua natura torna a noi incompleta.
A cura di Sandra Miranda Pattin & Francesca Morozzi