Rodrigo Blanco – Foresta erotica
Rodrigo Blanco (Latina 1975) porta alla Millenium Gallery quindici dipinti per una mostra intitolata “Foresta erotica”, a cura di Gabriele Perretta.
Comunicato stampa
Rodrigo Blanco (Latina 1975) porta alla Millenium Gallery (Via Riva di Reno 77 Bologna) quindici dipinti per una mostra intitolata “Foresta erotica”, a cura di Gabriele Perretta. La sala underground di Via Riva di Reno, diventa il luogo per sviluppare, con una logica spaziale del senso, una abitazione di pitture caratterizzate da segni archeologici e protofigure. La storia, la soggettività sono assenti. E’ il senso dell’abitazione archetipica che si afferma, quale condizione esistenziale nell’istante successivo alla apparizione del reale. L’apparizione è proiezione di qua dal nulla (o espressione della sua alterità), che avviene come una sempre nuova nascita, via via dotata di riflessione. Come una antropofania. Per vedere le apparenze, libere dalla tirannia logodromica della realtà, è necessario rimanere immobili, contemplare le cose, a distanza debita, giustamente sfocate o quasi dissolte nei vapori di atmosfere umide. La foresta erotica implementa il meccanismo dell’apparizione. Essa è misteriosa e gaudente, partorisce infinite nascite anonime, nell’incoscienza della morte. Questo ha di eterno.
I dipinti selezionati, fanno parte di un ciclo fondamentale sviluppato dall’autore nell’ultimo biennio a partire dalle riflessioni condotte assieme a Gabriele Perretta sulla poetica del D[‘]i-stante.
La mostra sarà visitabile dal 13 al 29 febbraio.
BIOGRAFIE
Rodrigo Blanco nasce nel 1975 a Latina. Trascorre gran parte della sua infanzia con i nonni, e in compagnia degli amici coetanei nelle strade di una periferia di pasoliniana memoria, strappata alla palude. A scuola intraprende lo studio di materie tecniche, nel contempo pratica la disciplina del salto triplo. Saranno entrambe esperienze il cui segno ritornerà in seguito. Durante l’anno della naia scopre la lettura filosofica e attraverso di essa inizia a maturare una visione dell’esistenza al di fuori delle strutture prestabilite. A ventun anni entra a lavorare in una fabbrica metalmeccanica, contemporaneamente prosegue la disciplina del salto triplo che gli fa acquisire una coscienza profonda del proprio corpo e delle possibilità in esso insite: il salto rappresenta un gesto ordinato e nello stesso tempo un atto di liberazione. Nel 2001 giunge ad Ancona, qui guiderà una squadra “rimediaticcia” di operai nei lavori di ristrutturazione del Teatro delle Muse: la tecnica, l’etica e l’estetica troveranno in questa esperienza una sintesi fondante nella sua concezione della realtà. Contemporaneamente inizia a dipingere. Ricerca in questa pratica il ritorno alla libertà del corpo, vi ritrova una sensualità molto vicina a quella della carne e in essa vive l’attimo di sospensione dell’immagine al di sopra del trascorrere tumultuoso del tempo. Aggiornando via via il suo processo pittorico, tiene mostre personali in varie città. Nel 2010, alla Galleria Puccini di Ancona, la personale intitolata “Opere recenti” rappresenta un momento di verifica dopo i preziosi consigli ricevuti da Giovanna Bonasegale. Nel 2012 è la volta di “Umanovacuo”, all’ Università degli Studi di Trieste, nell’ambito della rassegna curata da Marcello Monaldi; al 2013 risale la mostra dal titolo “Guardiani e figure involute nello spazio” tenuta alla Galleria Studio d’Arte Andromeda di Trento, in cui fa coppia con Francesco Lozzi. Particolarmente significativa nel 2014 è le personale “Cieli, display e Lacrima di Morro D’Alba” presentata da Marvi Maroni alla Galleria Puccini di Ancona e “Segnali residui progressivi” curata da Marianna Cozzuto allo Spazio Comel di Latina. Sempre nel 2014 fonda con Marvi Maroni e Francesco Colonnelli l’Associazione “Ginolimmortale” che mette insieme artisti ed intellettuali anconetani ispirati alla vita e all’opera di Gino De Dominicis, con l’obiettivo di elaborare percorsi di analisi dell’estetica contemporanea e realizzare produzioni artistiche collettive di natura interdisciplinare. Nel 2016 intraprende una proficua collaborazione con il gallerista Alessandro Leanza ed allestisce vari interventi presso la galleria di quest’ultimo, il Laboratorio 41 di Macerata. Le tematiche delle sue molteplici espressioni riguardano la pluralità dei significanti nella realtà della rete connettiva (reti di esseri umani) e il principio di atemporalità ritracciabile in figure e forme ibride e combinate. Il 2017 è l’anno della mostra “Forma non forma” al Laboratorio 41, presentata da Paola Gennari, che riassume e rappresenta le tematiche suddette. Agli inizi dell’anno seguente conosce il semiologo, scrittore, critico Gabriele Perretta, già teorico del Medialismo, con cui stringe un’autentica amicizia intellettuale. E’ con lui che avvia una ricognizione sulla possibilità di esprimere in pittura la poetica del distante, che si compie sul finire del 2018 con la mostra intitolata “D[‘]i-stante” (Accademia della Loggia di Ancona - catalogo edito da Affinità Elettive). Nel 2019 tiene alla Rocca Malatestiana di Fano la mostra a quattro curata da Milena Becci e intitolata “duemanondue” con Serena Giorgi, Giulio Perfetti e Marco Puca; partecipa alla mostra internazionale curata da Gabriele Perretta, intitolata STENDALE, L’abbraccio delle Muse, nell’ambito della 55° edizione del Corciano Festival (catalogo edito da Edizioni Fabbri); tiene al Macro Asilo di Roma la mostra performance intitolata Interno Lettura e nella stessa occasione presenta assieme a Gabriele Perretta scrittore, il libro di narrazioni mediali e protopitture intitolato