Roman Signer
Pigna Project Space presenta la prima mostra italiana di Roman Signer. Le sue azioni possono prendere la forma di performance, fotografie, disegni e installazioni che utilizzano le leggi della fisica applicate al vento, alla forza di gravità, al galleggiamento dei corpi e alla pirotecnica.
Comunicato stampa
Pigna Project Space presenta la prima mostra italiana di Roman Signer.
Roman Signer è un artista singolare. Nato nel 1938, incarna l'epitomo della
figura solitaria, un po' Buster Keaton, un po' Robert Smithson. Pur
rimanendo legato a San Gallen, città nativa nella svizzera tedesca, Singer
realizza le sue "Aktionen" in giro per il mondo, da Parigi a Dubai a Città del
Messico, e per la prima volta a Roma in occasione di questa mostra.
Le sue azioni possono prendere la forma di performance, fotografie,
disegni e installazioni che utilizzano le leggi della fisica applicate al vento,
alla forza di gravità, al galleggiamento dei corpi e alla pirotecnica. Sono
lavori che delineano una sorta di paradigma filosofico sul funzionamento
delle leggi del mondo e della vita umana. Questo approccio non fa di lui
"un artista degli elementi", espressione che rifiuta, quanto piuttosto un
"fisico emozionale". A partire dalla metà degli anni Settanta, le opere di
Roman Signer mettono in discussione e riattivano alcuni paradossi
mediante un’arte del corpo che può essere facilmente ridotta a un unico
denominatore comune. Ogni azione è caratterizzata da un approccio
personale rispetto ai diversi elementi, che assumono spesso un sapore
autobiografico.
Prendiamo l’esempio dell’aria. Da asmatico, Roman Signer, ha sofferto
per la sua mancanza e per questo l’aria è nei suoi lavori onnipresente, ci
circonda, ovunque ci troviamo. L’aria rimanda all’istitinto di sopravvivenza
ma anche a un eccesso, a un’idea di soffocamento. Nella mostra romana i
due ventilatori si affrontano in una coreografia, molto umana, in cui si
attua di volta in volta un’attrazione o un respingimento. Essi creano così
una poesia del vitale attraverso un vocabolario estetico ridotto al minimo.
Si tratta di un’azione che porta a un destino ineluttabile, quello di un bacio
poetico e impossibile. L’economia dei mezzi permette di dare un
carattere intimo alle opere e rinforza l’aspetto di trasformazione di questo
momento di sospensione.
Signer combina la semplicità dei gesti o degli oggetti del quotidiano alla
complessità di dispositivi tecnici e di fenomeni fisici che mette in atto
senza per questo volerli controllare. L’aspetto metafisico e l’audacia
intellettuale di un tale percorso rivelano l’assenza di criteri di giudizio, il
successo e la sconfitta non hanno in questo luogo alcun valore. Messe in
scena pericolose, in cui situazioni assurde si risolvono con sottigliezza, sul
filo del libero arbitrio e dell’aleatorio. Le opere che Pigna Project Space
presenta a Roma, come Turm – Tisch (1977), Nasse Tücher (1982),
Bügeleisen (1986) e Installation avec 2 ventilateur (2010), riflettono -come
sempre accade nel suo lavoro- una precisa poetica dell’istante. Il dato di
fatto che qualcosa sia in procinto di accadere presume un’esistenza nella
quale il passato e quell’istante stesso potrebbero, in qualsiasi momento,
vacillare, cambiare, facendo presagire una possibilità di futuro.