Romano Bertuzzi – Tracce
Allacciandosi in un filo ideale alla mostra “Chi ha paura del disegno”appena conclusasi al Museo del Novecento a Milano con opere della collezione Ramo da Boccioni a Paolini, lo spazio Vanna Casati presenta il lavoro di un artista che ha fatto del disegno a grafite la propria tecnica d’elezione: Romano Bertuzzi.
Comunicato stampa
Allacciandosi in un filo ideale alla mostra “Chi ha paura del disegno”appena conclusasi al Museo del Novecento a Milano con opere della collezione Ramo da Boccioni a Paolini, lo spazio Vanna Casati presenta il lavoro di un artista che ha fatto del disegno a grafite la propria tecnica d’elezione. Romano Bertuzzi in un magnetico bianco e nero di memoria fotografica ma percorso da una sottile sfumatura onirica che rende altro il suo lavoro da intenti iperrealistici, accompagna il nostro sguardo su un mondo che natura è ma una natura immobile,pietrificata. E di pietre appunto si tratta: i soggetti dei suoi disegni sono i ciottoli dei greti dei torrenti appenninici della zona di Bobbio , memorie arcaiche di un mondo rimasto immobile da sempre. Isolati in singole immagini,ammassati in cumuli informi, dilatati a dismisura sino a perdere la loro realtà per divenire una tavola percorsa da linee bianche , l a superficie scura del foglio diviene altro, una composizione astratta di intensità e sensibilità pittoriche
. I lavori più recenti sono un’ulteriore approfondimento di tale processo di dilatazione sino a divenire una disseminazione di minuscoli tratti quasi dei pixel che suggeriscono nella trasparenza della texture l’ombra di una forma.
Una ultima curiosità di ordine storico:sarà esposto in questo anno di celebrazioni leonardesche,il disegno di Bertuzzi di uno dei “njchi” di Leonardo testimonianze di quel gran mare scomparso di cui aveva avuto intuizione e di cui parla nel codice Leicester.