Romualdo Schiano – Cesare Augusto bimillenario della morte

Informazioni Evento

Luogo
CASTEL DELL'OVO
Via Luculliana , Napoli, Italia
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Date
Dal al

tutti i giorni dalle ore 11 alle 17 festivi 10 - 13

Vernissage
18/10/2014
Artisti
Romualdo Schiano
Generi
arte contemporanea, personale

Nelle tele e nelle tavole di Schiano la mano destra dell’imperatore s’alza ieratica a indicare oro e argento simboli del potere ma sta su un fondo nero che vuol dire vuoto assoluto; il suo volto angelicato spesso emerge dalla nera terra lavica scrigno delle nostre memorie.

Comunicato stampa

Orgogliosi dei propri artisti. Così dovrebbe essere ciascuno di noi, e anche capace di guardare sentire capire al cospetto delle loro opere. Non subito, giusto il tempo di liberarsi dalle forme e dai suoni che senza requie ci tempestano ma devono cedere il posto alla sensazione primigenia informe autentica del piacere sensoriale, soprattutto al cospetto dell’arte silenziosa che sortisce con forza di tanto in tanto, che rompe ogni personale solitudine ravvivando la vita con segni forme colori oggetti trasformati nel modo che ti sorprende. Niente da tradurre, il linguaggio di quei segni diventa tuo e per qualche lungo attimo sei l’artista, stai dentro il suo pensiero e negli occhi.
Lo studio-laboratorio-casa e le opere di Romualdo Schiano sono stati per me un gran viaggio, costellato da sensazioni che auguro a tutti coloro che visitano questa mostra napoletana e anche riempito dai ricordi che è giusto e saggio rievocare. Il tempo della protesta è sempre.
Schiano non rinuncia tuttora a dire che non si riconosce in una società che ha distrutto il rispetto e dimenticato la civile convivenza, che disprezza norme e leggi. E lo ribadisce nelle opere di questa mostra inducendoci a guardare a quel Cesare Augusto che morì dalle nostre parti (a Nola) giusto duemila anni fa dopo quaranta anni di regno segnati da leggi che hanno superato i secoli. Nelle tele e nelle tavole di Schiano la mano destra dell’imperatore s’alza ieratica a indicare oro e argento simboli del potere ma sta su un fondo nero che vuol dire vuoto assoluto; il suo volto angelicato spesso emerge dalla nera terra lavica scrigno delle nostre memorie.
La figura del più effigiato personaggio dell’antichità riemerge, quasi come da un ritrovamento archeologico, in frammenti dal giallo del tufo, dal pigmento rosso, dal predominante nero della lava vesuviana macinata, segnando il tramonto di un’epoca che era stata piena di speranza.

(Eleonora Puntillo)