Rossana Taormina – Amo le mappe perché dicono bugie
Rossana Taormina (Partanna, 1972) debutta sulla scena artistica palermitana con la personale Amo le mappe perché dicono bugie, titolo tratto dalla poesia La mappa di Wislawa Szymborska, autrice polacca molto amata dall’artista.
Comunicato stampa
Rossana Taormina (Partanna, 1972) debutta sulla scena artistica palermitana con la personale Amo le mappe perché dicono bugie, titolo tratto dalla poesia La mappa di Wislawa Szymborska, autrice polacca molto amata dall’artista.
Rossana Taormina inizia relativamente tardi a dedicarsi in maniera esclusiva alla creazione artistica ma è da subito una rivelazione. Alle spalle ha una formazione classica, studi universitari in archeologia e alcuni anni di lavoro a Roma per una grande azienda italiana. Proprio a Roma affiora con potenza, insieme alla memoria e alla nostalgia per la propria terra di origine, il bisogno e il desiderio di esprimerle attraverso il disegno e la manipolazione di vecchie carte e fotografie. L'infanzia è, nella memoria di Rossana, un mondo incantato, felicemente intrecciato con i tempi lunghi dei giorni trascorsi tra i ricami, il telaio e i racconti della nonna in una terra che, segnata dai postumi del terremoto della Valle del Belice, cerca faticosamente di ricostruire se stessa. Rossana quindi torna in Sicilia, inizia a studiare le tecniche artistiche e i grandi maestri dell'arte contemporanea, pratica il disegno in ambito pubblicitario e nel campo dell'illustrazione didattica fino a dedicarsi totalmente alla sua ricerca.
Dopo alcune esperienze all’estero e nella Sicilia orientale, Rossana Taormina espone alla Galleria Nuvole di Palermo una serie di lavori su carta datati dal 2011 a oggi, appartenenti a serie differenti ma obbedienti a una poetica comune. Esse sono unite dalla ricerca di una geografia del possibile e dell’anima, concretizzata nelle sue mappe cucite, ma anche dal rapporto con gli elementi, la terra e l’acqua, con le tracce che affiorano nei suoi frottage, scaturiti dal contatto con la materia – il selciato, il muro, la strada – e con la libertà che si manifesta nel volo dei suoi uccelli, nella serie Flight.
Pieno e vuoto, pesantezza e leggerezza si traducono nell’anelito alla conquista dello spazio immenso che convive con la ricerca quasi speleologica delle stratificazioni del vissuto. Tra cielo e terra, Taormina disegna le sue latitudini, costruisce con i fili di tessuto o con i segni del suo carboncino itinerari di un viaggio che dalla memoria personale si slancia verso mondi possibili e utopie collettive.