Rossana Taormina – Notturno
L’immagine di un bosco o quella di un fondale lacustre: avvolti ella luce notturna. Di questo ci parlano gli acrilici di Rossana Taormina?
Comunicato stampa
L’immagine di un bosco o quella di un fondale lacustre: avvolti ella luce notturna. Di questo ci parlano gli acrilici di Rossana Taormina?
Sono di certo notturni. Ma con notturno si indica generalmente una composizione musicale ispirata - appunto - alla notte, per sua natura espressiva e lirica. Notturni sono stati lavori per orchestra di Mendelsoohn e Debussy, anche se resta Chopin l'esponente più celebre di questa forma musicale: le sue partiture per piano, alternano a sentimenti sognanti momenti di profondo sconforto. Ma c’è di più, perchè a ben vedere le pitture di Rossana Taormina - innervate come sono di una strana energia -riportano alla mente un altro pianoforte, quello di Erik Satie.
“Nascono dall’esigenza di tradurre in immagini la sensazione di spaesamento causata dai recenti mesi della pandemia. Questa serie ne ha assorbito i pensieri e le inquietudini, ne ha registrato luci e ombre e ha poi visto germinare una nuova consapevolezza. È quasi un diario, intimo e sussurrato che porta in sé il desiderio di ritornare alla natura, alle origini, al giardino della casa della mia infanzia”
Così si esprime l’artista.
“Notturna è l’immagine che affiora dal buio, è l’esaltazione di un improvviso silenzio che rivela un’anatomia fino a quel momento rimossa e, finalmente, ritrovata. Anche formalmente questi lavori si propongono come radiografie”.
Taormina non è un’artista “facile“ e le sue opere non sono fatte per il consumo immediato. Lo si può dire con certezza per la serie delle sue fotografie ricamate, per i suoi frottage o per i lavori su tessuto per cui è più conosciuta: tutti legati da questa caratteristica. Non è uso de La Cernobbina del resto proporre quadri come facili oggetti d’arredo: un’attività che lasciamo volentieri ad altri.
Con questi Notturni in realtà l’artista apre un nuovo capitolo nella sua arte. Sono dipinti che rientrano senza dubbio nella categoria del “bello” e provocano una punta di turbamento: il fogliame di cui Taormina sottolinea sempre le nervature si irrigidisce talvolta in una visione ossea, come osservato attraverso una lastra radiografica.
Nessuna opera d’arte del resto è estranea al turbamento. Per Adorno, tra i più grandi pensatori del secolo scorso “Dire di un paesaggio “come è bello” è ferirne il muto linguaggio e diminuirne la bellezza; la natura che si manifesta vuole silenzio… Quanto più intensamente si contempla la natura, tanto meno si diviene consapevoli della sua bellezza, se non la si possiede già per istinto” (T.W. Adorno, Teoria estetica, 1970).
Perché il bello prevede in sé il nascosto e ogni nascondiglio è opaco. La vera bellezza è dunque sempre solo parzialmente svelabile. Forse perché in piena luce non esiste bellezza, al più pornografia.
I Notturni di Rossana Taormina hanno in sè qualcosa di musicale, ma la loro musica risuona in uno sforzo di silenzio e matura lentamente nello spazio dell’immaginazione. Questi acrilici non lasciano scampo; richiedono lo sguardo prolungato che è necessario per percepire una figura in penombra.
Il loro linguaggio è un protocollo onirico da cui emerge certo un solo desiderio: quello di tornare alla natura, come fonte salvifica. Al soffio del bosco, forse alla risacca del lago.