Russia
Mostra internazionale arte contemporanea di artisti russi
Comunicato stampa
L’arte moderna in Russia è molto varia e risulterebbe praticamente impossibile definirla interamente nella cornice di una mostra relativamente piccola. Il Ventesimo secolo ha portato una vasta gamma di idee all’arte, e alcune sono nate e si sono sviluppate inizialmente in Russia. Se si volesse posare lo sguardo sullo stato dell’attuale vita artistica, si potrebbe vedere una complicata mescolanza di differenti tendenze, che vanno dall’arte molto tradizionale, tuttora molto comune, alle varianti delle nuove ricerche. Dovendo selezionare gli artisti per questa mostra a San Leo ho intenzionalmente escluso l’ondata di artisti “urgente/topica” (“reale”, per usare un termine più comune in Russia) e gli artisti “concettuali”. Mi sono proposto di mostrare di fatto un altro aspetto dell’arte — quello che sviluppa le ricche tradizioni dell’arte russa astratta. Avevo inoltre intenzione di sottolineare molteplici tendenze artistiche la cui comparsa è legata all’intenso sviluppo delle nuove tecnologie alla fine del Ventesimo secolo e negli ultimi decenni.
La caratteristica principale di questo piccolo gruppo di artisti russi è che nessuno di loro è un esponente di una principale corrente artistica russa. Non sono alla convulsiva ricerca delle tendenze cosiddette in voga, ma piuttosto scelgono di restare in maniera sequenziale lungo il percorso che si sono scelti dall’inizio.
Oleg Kudryashov è stato rifiutato dalla società artistica “ufficiale” per la maggior parte della sua vita. Quando emigrò dall’Unione Sovietica all’Inghilterra nel 1974, bruciò migliaia di opere che non gli fu consentito di portare con sé. La ragione dell’emigrazione era semplice: voleva soltanto fare il suo lavoro, e al tempo era impossibile. Quest’uomo è indubbiamente un vero e proprio creatore. Kudryashov non ha bisogno di stimoli creativi esterni, è assorbito dalla sua stessa vita interiore e cerca di trarne pensieri e sensazioni. É estremamente sensibile ed emotivo. “Impara prima a conoscere te stesso e conoscerai il mondo intero” è la massima di saggezza che lo aiuta a continuare la sua evoluzione artistica. L’opera creativa di Kudryashov diviene sempre più immersione nel sé. Le tecniche di colorazione migliorano, le combinazioni stesse dei colori sono più audaci, ma l’armonia rimane intatta.
Una generazione separa Vladimir Martynov e Oleg Kudryshov ma la stessa saggezza contraddistingue tutta la vita artistica di Vladimir. Da giovane è rimasto impressionato dalla grande arte astratta russa, e ne ha sviluppato le tradizioni attraverso l’uso di strumenti diversissimi, dalla matita e pennello dei suoi disegni e dipinti degli anni ‘80 e ‘90, al computer per arte e animazione grafica e digitale degli ultimi dieci anni. Le sue opere strutturali e piene di colore ricordano i totem degli indiani del nord America, le vetrate gotiche, le splendenti icone della chiesa ortodossa russa o ancora semplicemente un falò nella foresta che emerge dai nostri ricordi di infanzia. Le nuove stampe in bianco e nero ci trascinano verso il mondo infinito del “Quadrato Nero” di Malevič o le prospettive future di “Matrix”.
Usando carta artigianale come materiale, Valery Orlov crea la sua storia dell’arte russa: “Come un guaritore filippino, con le sue mani scava nel corpo modellato della carta, e rimuove rapidamente qualcosa dall’interno. Qualcosa di inutile, malato, pericoloso per l’organismo. Però, a differenza di quanto accade per il guaritore, le tracce del suo intervento chirurgico non guariscono. Sono evidenti, sono sul corpo della carta: si aprono a noi attraverso buchi, cicatrici, tagli”. Per questa particolare mostra, in contrasto con le opere astratte degli altri due artisti, Valery Orlov suggerisce una serie di fotografie che mostrano “Il mondo delle cose semplici”: un cavatappi e un pennello, una vecchia macchina da scrivere o anche solo scarpe consumate: sono oggetti ordinari, come la carta, e di solito li USIAMO o USAVAMO in passato ma non li VEDIAMO, talvolta addirittura ce ne dimentichiamo e ci chiediamo “a cosa servono?”.Nelle foto di Valery questi oggetti a volte dimenticati trovano una nuova vita come soggetti artistici, e le foto stesse somigliano più che altro a vecchi rotocalchi.
Altra parte della mostra è il progetto a quattro mani di Valery Orlov e Alexandra Mitlyanskaya. Manipolano cibo e piatti o figure in porcellana, giocando con diversi simboli ufficiali di vita sociale e potere o con diversi periodi della storia dell’arte russa. Il risultato di questo “gioco” è che anche ricordi quasi cancellati risalgono alla superficie, aiutandoci a comprendere la nostra vita attuale.
Non ci siamo scordati della videoarte alla mostra, e abbiamo presentato questo settore, divenuto molto popolare in Russia negli ultimi decenni, attraverso una collezione di opere di Alexandra Mitlyanskaya. Tra I vari artisti russi che si cimentano con la videoarte, le sue opere sono le più “private” o “liriche” e riguardano questioni umane più basilari, o arte “pura”, invece di idee sconvolgenti, montaggi estremi, aspetti culturali dei mass media o noiosi soggetti concettuali.
L’idea di presentare arte internazionale a San Leo è nata inizialmente da una conversazione tra Frank Dituri e Lorenzo Di Loreto. Grazie a loro e all’amministrazione di San Leo, questa mostra russa apre un progetto artistico a lungo termine, volto a portare arte internazionale da Paesi come Stati Uniti, Giappone, Canada ed altri in questa antica cittadina, rendendola fruibile al pubblico italiano e ai numerosissimi turisti stranieri che ogni anno la visitano.
Andrey Martynov - Mosca 30 maggio 2011