Ryts Monet – Maybe you will win

Informazioni Evento

Luogo
SRISA GALLERY OF CONTEMPORARY ART
Via San Gallo 53/r, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

mon-fry 10:00 am – 9:00 pm

Vernissage
12/01/2018

ore 18,30

Artisti
Ryts Monet
Curatori
Pietro Gaglianò
Generi
arte contemporanea, personale

La prima personale a Firenze di Ryts Monet è incentrata sulla criticità della memoria collettiva che si sedimenta nelle forme dei monumenti storici, il cui portato simbolico è riconoscibile a tutti, e nella declinazione che ne ha dato la cultura di massa.

Comunicato stampa

La prima personale a Firenze di Ryts Monet è incentrata sulla criticità della memoria collettiva che si sedimenta nelle forme dei monumenti storici, il cui portato simbolico è riconoscibile a tutti, e nella declinazione che ne ha dato la cultura di massa. L’artista si è concentrato in vari modi su questo tema nel corso della sua ricerca, isolando ogni volta fattori controversi del rapporto che l’uomo contemporaneo intreccia con il vasto panorama della produzione di immagini, delle iconografie del potere, dei miti dell’identità e della realizzazione personale sollecitati dal sistema consumista.
Dalla furia iconoclasta dell’ISIS, che producendo rovine di rovine ha moltiplicato il feticismo occidentale nei loro confronti, allo svuotamento di senso delle immagini nelle ricaduta della loro moltiplicazione (attraverso lo spazio e attraverso il tempo), Ryts Monet descrive senza moralismi una irrevocabile vocazione dell’umanità a contraffare i simboli, a distruggerli, a crearne di nuovi. In mostra vengono presentati lavori recenti ripensati in un nuovo allestimento e una serie di opere appartenenti a un progetto più ampio esposto in questa occasione per la prima volta.

Nato a Bari nel 1982, vive e lavora tra Venezia e Vienna. Dopo gli studi allo IUAV di Venezia, dove si è laureate in Arti Visive nel 2007 con relatore Nicolas Bourriaud, e la specializzazione in Comunicazione visiva nel 2011, Ryts Monet è attualmente Docente nella facoltà di Arti visive della stessa università. Ha partecipato a programmi di residenza in Italia e all’estero, come RAVI, Residences Ateliers Vivegnis International, Liegi (2016); BijlmAir, programma avviato da CBK, Flat Station and Stedelijk Museum Bureau, Amsterdam, (2015); Institute of Contemporary Art and International Cultural Exchange, Tokyo Wonder Site, Tokyo (2013); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2012); Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Torino (2012). È stato finalista in diversi premi e nel 2013 ha vinto Premio Celeste, sezione Scultura, Installation e Performance, con il progetto ‘Black Flag Revival’. Il suo lavoro è stato esposto in numerose sedi: Kunsthaus Graz (2016); Fondazione Antonio Ratti, Como (2016); Stedelijk Museum Bureau, Amsterdam (2015); PAN, Palazzo delle Arti di Napoli (2013);15th Tallinn Print Triennial at KUMU Art Museum. Nel 2011 è stato presente alla Biennale di Venezia con un evento performativo al Padiglione danese (Osloo Floating Pavilion) e con un’installazione site-specific nella mostra collettiva ‘Baton Sinister’, Padiglione norvegese curato da Bjarne Melgaard e OCA, Office for Contemporary Art Norway.

Ryts Monet
Maybe you will win
dal 12 gennaio al 1 febbraio 2018
Lunedi – Venerdi 10:00 – 21:00 - ingresso libero
SRISA Gallery of Contemporary Art - Santa Reparata International School of Art
Via San Gallo 53r, 50129 Firenze
055 4627374 - [email protected] - www.santareparata.org/gallery/gallery_home.html

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Ryts Monet
Maybe you will win

curated by
Pietro Gaglianò

opening January 12, h. 6.30 pm
SRISA Gallery of Contemporary Art, Firenze

For his first solo show in Florence, Ryts Monet focuses on the criticality of collective memory, the way it situates itself within historical monuments, its symbolic meaning as well as its declination in relation to mass culture.
The artist stresses various themes connected with this topic including all the controversial elements that contemporary culture creates in relation to the vast landscape regarding the production of images, the iconography of power, identity, the myth of success and consumer solicitation.
From ISIS iconoclast rage, who by producing ruins have multiplied the western fetishism towards them, to the loss of meaning in pictures as a result of their multiplication through time and space.
Ryts Monet describes without moralism humanity’s irrevocable need to fake, destroy and create new symbols.
The show proposes recent works, revisited in a new set-up and a series of new artworks in a project displayed at SRISA Gallery for the first time.

Born in Bari (Italy) in 1982, he lives and works between Venice and Vienna. He studied at the University IUAV of Venice, where he graduated in the BA Visual Arts in 2007 with Nicolas Bourriaud as thesis’ supervisor. In 2011he specialised in Visual Communication (MA Program) in the same university. Ryts Monet is currently Professor in the Faculty of Visual Arts at University IUAV of Venice (BA Degree of Visual Arts.
He took part in national and international art residency programs, such as RAVI, Residences Ateliers Vivegnis International, Liège (2016); BijlmAir, a residency program established by CBK, Flat Station and Stedelijk Museum Bureau, Amsterdam, (2015); Institute of Contemporary Art and International Cultural Exchange, Tokyo Wonder Site, Tokyo (2013); Fondazione Bevilacqua La Masa, Venice (2012); Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Torino (2012).
He was finalist in various national Art Prizes and in 2013 he was winner of Premio Celeste, in the section Sculpture, Installation and Performance, with the work ‘Black Flag Revival’.
His work has been exhibited in Kunsthaus Graz (2016); Fondazione Antonio Ratti, Como (2016); Stedelijk Museum Bureau Amsterdam (2015); PAN, Palazzo delle Arti di Napoli (2013);15th Tallinn Print Triennial at KUMU Art Museum. In 2011 he was present in the 54th Venice Biennale, with a performative event in the Denmark Pavilion (Osloo Floating Pavilion) and with a site-specific installation in the group show ‘Baton Sinister’, Norvegia Pavilion curated by Bjarne Melgaard and OCA, Office for Contemporary Art Norway.