Sabrina Mezzaqui – L’abilità di mutare con le circostanze
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna promuove L’abilità di mutare con le circostanze, un’installazione site-specific di Sabrina Mezzaqui all’Oratorio San Filippo Neri di Bologna. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Galleria Continua, fa parte del programma istituzionale di ART CITY Bologna 2021.
Comunicato stampa
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna promuove dal 5 al 9 maggio 2021, all’Oratorio San Filippo Neri della Fondazione del Monte, L’abilità di mutare con le circostanze, l’installazione site-specific di Sabrina Mezzaqui a cura di Maura Pozzati.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Galleria Continua, fa parte del programma istituzionale di ART CITY Bologna 2021 nell'ambito di Bologna Estate.
L’opera di Sabrina Mezzaqui una grande decorazione site-specific posizionata nel centro della navata dell’Oratorio di San Filippo, sul pavimento, sotto il grande lampadario, cambierà ogni giorno: ogni mattina l’artista modificherà la forma dell’opera, sposterà i singoli elementi metallici di cui è fatta, trasformando i ritmi delle sue forme, i perimetri e il proprio centro per riflettere in silenzio sull’impossibilità di avere delle certezze, oggi più che mai, dato che tutti stiamo vivendo la grande precarietà di questi tempi. Il disegno, che muterà di giorno in giorno, è quello di un mandala, un elemento meditativo a cui Sabrina Mezzaqui è molto legata essendo una pratica trasformativa che porta verso la pace interiore e la meditazione e che è destinato a essere spazzato via in un soffio, dopo un lungo e paziente lavoro. Il pubblico è invitato a tornare a vedere l’opera e a seguirne lo sviluppo nei cinque giorni di apertura della mostra per notare come muta e osservarla attentamente nel suo disegno e nelle sue linee armoniche, perché - anche se fatta di materiale comune e semplice, così come semplice e meditata è la pratica manuale dell’artista- l’opera di Sabrina Mezzaqui ha una forte valenza simbolica. Il titolo del lavoro, pensato apposta per lo spazio dell’Oratorio, indica l’abilità dell’essere umano, dell’artista e delle sue opere di mutare con le circostanze: in questo caso si tratta di uno sguardo profondo e consapevole sulla realtà che stiamo vivendo, così instabile e piena di incertezze, così difficile e pur bisognosa di interscambi personali e di progetti condivisi, dato che per realizzare questa mostra l’artista si è avvalsa di diverse collaborazioni: il mandala di Sabrina dunque cercherà di superare i limiti di una percezione considerata esaurita una volta per tutte ma cercherà di dialogare con lo spazio “sacro” del luogo, indicandoci una nuova via, che non è certo quella di smettere di progettare ma di progettare in modo flessibile e insieme agli altri. Per questo l’opera sarà fotografata e ripresa durante il montaggio e lo smontaggio per produrre la documentazione delle sue modificazioni e per caricarle sul sito dell’artista, aggiornato in tempo reale, reso fruibile all’ingresso della mostra. Nell’ovale sopra al palco, invece, scorrerà ogni giorno la proiezione di un video diverso, così come differenti saranno le immagini scelte per la comunicazione della mostra, che cambieranno ad ogni annuncio e invito. Sarà infine realizzato un libro d’artista con le foto e i disegni dei mandala realizzati in occasione della mostra e brevi testi.
Sabrina Mezzaqui (Bologna, 1964) vive e lavora a Marzabotto, in provincia di Bologna. Si è diplomata presso l’Istituto Statale d’Arte di Bologna nel 1985 e presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1993.
Molti dei suoi lavori sono concepiti come una materializzazione dello scorrere del tempo e mettono in gioco il senso del fare manuale nella ripetizione per ore e ore di gesti minuti (infilare perline, ritagliare, piegare, disegnare piccoli motivi). Nelle sue opere compare spesso la scrittura (brevi testi, memorie, riferimenti letterari, libri rimaneggiati) e i video raccontano di tempi lenti, registrando variazioni di luce o semplici fenomeni naturali come il pulviscolo nei pressi di una finestra socchiusa, il riverbero del sole sulle onde o la neve che cade. Negli ultimi anni ha sperimentato modalità di lavoro condiviso (Tavolo di Lavoro di Marzabotto, Parma, San Gimignano, Cesena, Maccastorna) ed è stata avviata la pratica della copiatura calligrafica dei quaderni di pensatrici del ‘900 (Simone Weil 2010-2016, Hannah Arendt 2017-2021). Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive presso gallerie e istituzioni italiane e internazionali come Galleria Continua (2005, 2008, 2011, 2014, 2017); Galleria Massimo Minini, Brescia (1999, 2001, 2006, 2010, 2016); MAR, Ravenna, 2018; Palazzo da Mosto - Fondazione Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 2018; Pilotta – Galleria Nazionale, Parma, 2014; Bengal Art Lounge, Dhaka, 2012; Museo Civico d’Arte, Modena, 2010; Istituto Italiano di Cultura – MOCA, Buenos Aires, 2009; Musée d’art moderne et contemporain, Saint-Etienne, 2009; GAM, Torino, 2006; La Triennale di Milano, 2016; MAXXI, Roma, 2007; Castel Sant’Elmo, Napoli, 2007; One Severn Street, Birmingham, 2005; Raid Projects Gallery, Los Angeles, 2005; Palazzo delle Papesse, Siena, 2003; Museion, Bolzano, 2003; MAMbo, Bologna, 2003; INOVA, Milwaukee, 2002; MoMA PS1, New York, 1999.