Sabrina Mezzaqui – L’incorruttibile ricamo
Sabrina Mezzaqui torna alla Fondazione Luigi Rovati con L’incorruttibile ricamo, una nuova opera in cui il visitatore è invitato a estrarre da tre recipienti una frase tratta da tre libri scelti dalla stessa artista.
Comunicato stampa
A un anno dalla mostra La vulnerabilità delle cose preziose, Sabrina Mezzaqui torna dal 27 al 30 settembre alla Fondazione Luigi Rovati nel Padiglione del giardino con il nuovo progetto: L’incorruttibile ricamo. L’opera è composta da tre recipienti bianchi di ceramica sottile, come la pagina bianca “di un libro che idealmente contiene tutte le parole e tutte le frasi che ancora potrebbero esservi scritte…”. All’ interno sono raccolte alcune frasi tratte dai tre libri scelti dall’artista, trascritte su foglietti ripiegati, arrotolati e adornati da piccoli fiori rossi.
Ogni visitatore potrà “pescare” nella casualità uno solo di questi foglietti, e “leggere e trovare in quella frase la risposta alle proprie domande”. I greci e i latini chiamavano bibliomanzia questo esercizio di divinazione. Fu ripreso anche dai popoli cristiani, che affidavano le loro domande allo scorrere cieco delle mani sulle pagine della Bibbia per fermarsi a un tratto su una riga, su una parola, e ricevere dalla profondità della “mente divina” il messaggio cercato.
Per Sabrina Mezzaqui: “I libri non contengono unicamente gli insegnamenti che gli autori hanno affidato alle loro pagine. Possiedono anche la capacità di parlare attraverso frasi o parole che giungono a noi da un luogo diverso del pensiero. Possono rispondere, se aperti casualmente, alle interrogazioni che occupano in quel momento la nostra mente.” E ancora: “Non è necessario che le pagine sondate siano quelle di sacri testi, ogni libro ha voce e saggezza sufficienti per risponderci. I tre libri scelti sono parte di una ricca letteratura che tenta di rispondere alla prima esortazione filosofica: conosci te stesso.”
I libri scelti: 1. Pablo d’Ors, Biografa del silenzio, Milano, Vita e Pensiero, 2014; Eva Pierrakos, Il male e come trasformarlo, Spigno Saturnia, Edizioni Crisalide, 2016; Eckhart Tolle, Un nuovo mondo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2022.
Sabrina Mezzaqui, nata a Bologna nel 1964, vive e lavora a Marzabotto (BO). Si è diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Bologna nel 1985 e in seguito all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1993. Molti suoi lavori sono una materializzazione dello scorrere del tempo, mettendo in gioco il senso del fare manuale nella ripetizione per ore e ore di gesti minuti (infilare perline, ritagliare, piegare, disegnare piccoli motivi). Nelle opere spesso compare la scrittura (brevi testi, memorie, riferimenti letterari, libri rimaneggiati). Anche i suoi video raccontano di tempi lenti, registrando variazioni di luce o semplici fenomeni naturali come il pulviscolo nei pressi di una finestra socchiusa o le stelline riflesse dal sole sulle onde o la neve che cade. Negli ultimi anni ha sperimentato modalità di lavoro condiviso ed è stata avviata la pratica della copiatura calligrafica dei quaderni di pensatrici del ‘900 (Simone Weil 2010-2016, Hannah Arendt 2017-2021). Lavora con la Galleria Massimo Minini di Brescia e con la Galleria Continua di San Gimignano. Ha esposto in spazi pubblici in Italia (MAR, Ravenna; Palazzo da Mosto - Fondazione Palazzo Magnani, Reggio Emilia; Pilotta - Galleria Nazionale, Parma; Museo Civico d’Arte, Modena; GAM, Torino; Triennale, Milano; Maxxi, Roma; Castel Sant’Elmo, Napoli; Palazzo delle Papesse, Siena; Museion, Bolzano; Mambo, Bologna) e all’estero (New York; Milwaukee; Saint-Étienne; Birmingham; Los Angeles; Buenos Aires; Dhaka - Bangladesh).