Sabrina Notturno / Fabio Ranzolin – Kairos
La mostra Kairos vede esposte le riflessioni che i due artisti Sabrina Notturno e Fabio Ranzolin hanno sviluppato circa il concetto di tempo, colto attraverso la loro profonda percezione intimistica.
Comunicato stampa
KAIROS
Gli antichi Greci diversificavano il concetto di “tempo” attraverso l'uso di due parole: chronos indicava il tempo visto come successione di momenti nel loro aspetto quantitativo, kairos era invece utilizzato col senso di momento indeterminato durante il quale accade qualcosa di extra-ordinario, una sorta di momento opportuno, dalla natura del tutto soggettiva.
Da quando l'uomo esiste, il tempo ha rappresentato una tematica-stimolo, che lo ha spinto a riflettere sul senso stesso della vita: continua ad essere tra i concetti che più hanno ispirato profondissime visioni nell'arte, nella letteratura, nella filosofia. Nella sua incomprensibilità e drammaticità, esso è tanto inafferrabile, quanto quotidiano e onnipresente. I Greci, popolo di saggi e filosofi, hanno saputo coglierne il momento positivo-affermativo, facendo del kairos un vero e proprio esercizio spirituale di “concretizzazione” del tempo, in un tempo più “umano”, più concreto e perciò più affrontabile.
La mostra Kairos vede esposte le riflessioni che i due artisti Sabrina Notturno e Fabio Ranzolin hanno sviluppato circa il concetto di tempo, colto attraverso la loro profonda percezione intimistica.
Attraverso le opere, si evince quanto per entrambi esso rappresenti il fondale entro cui si stagliano tutte le grandi tematiche esistenziali che coinvolgono l'uomo, come il senso di emergenza, le morte,la malattia, il quotidiano tanto esigente quanto annichilente.
Kairos raccoglie perciò l'espressione dei due artisti lungo i loro percorsi personali, nei quali si ritrovano ad essere testimoni e messaggeri anch'essi dell'eterna impellenza di una risposta, amara o confortante, spaesante o rassicurante che sia.
A cosa andiamo incontro? Esiste la durata, e qual è la nostra? In quali termini ci rapportiamo al presente? Cosa significa per noi pensare in senso progettuale? Siamo in grado di riconoscere e di difenderci dal quotidiano che dissimula ai nostri occhi il nostro stesso presente, e ce ne parla come fosse il presente di qualcun altro? Stiamo vivendo in terza persona e stiamo forse perdendo di vista i valori? Cosa significa vivere il proprio tempo in senso autentico? Qual è il nostro “momento
opportuno”? Per noi stessi, ha senso parlare di kairos?