Salotto Borghese. Italia agli immigrati
In occasione di Ouverture di TAG – Torino Art Galleries, negli spazi di Riccardo Costantini Contemporary inaugura la mostra personale di Andrea Villa, a cura di Marco Albeltaro, “Salotto Borghese – Italia agli immigrati”.
Comunicato stampa
Il 19 settembre, in occasione di Ouverture di TAG – Torino Art Galleries, negli spazi di Riccardo Costantini Contemporary inaugura la mostra personale di Andrea Villa, a cura di Marco Albeltaro, “Salotto Borghese – Italia agli immigrati”.
L'artista, di cui non si conosce l'identità ma fenomeno mediatico nazionale, soprannominato dai media “il Banksy torinese”, presenta una serie di lavori inediti, collage tridimensionali su carta fine art, in edizione limitata di 10 esemplari, di matrice pop e dadaista.
Attraverso l’utilizzo di un linguaggio pubblicitario non convenzionale, Andrea Villa cerca di trasformare l’arte da un prodotto di nicchia a un prodotto di massa, così come aveva profetizzato Andy Warhol, e ci invita a riflettere su quale sia il limite dell’informazione e della pubblicità.
Il suo intento sembra essere quello di creare una situazione sociale simile alla “banalità del male”, descritta nel libro di Hannah Arendt, rendendo ironici ed empatici i protagonisti e i fatti descritti nelle sue opere, così che le persone si mettano a ridere creando una situazione ludica e dimenticandone i potenziali risvolti. Il suo lavoro restituisce così all’arte quella capacità di lucida visione e graffiante ironia della realtà, che ci permette di sorridere delle assurdità e delle ossessioni che agitano la società contemporanea, ricordandoci in definitiva che, come recita lo slogan dell’anarchico Michail Bakunin, “sarà una risata che vi seppellirà”.
La mostra "Salotto borghese" è la visione nichilista e critica di come l'immigrazione venga vista dai bianchi italiani tramite i filtri del mondo mediatico. Oltre a vari collage inediti sarà presente, durante la serata di inaugurazione della mostra, il performer guineano MUSO, rinchiuso in una gabbia come una scimmia ammaestrata, che canterà quando il pubblico farà delle offerte come a un mendicante. La performance è una rielaborazione del lavoro di Coco Fusco e Guillermo Gomez-Pena "Due amerindi visitano il West", dove gli immigrati, stereotipati e ridicolizzati, finiscono per diventare l' intrattenimento mediatico del popolo.
Andrea Villa è lo pseudonimo di un giovane artista a cui è stato attribuito questo nome. Il vero Andrea Villa è una persona qualsiasi, che per primo aveva pubblicato su Twitter uno dei finti manifesti oggetto di questa mostra.
Il nome venne ripreso dal quotidiano “Libero” ed è quindi rimasto “incollato” all’artista, soprannominato anche dai media ”Il Banksy torinese”. Manifesti dunque anonimi, che da 4 anni appaiono a Torino mettendo alla berlina il mondo della politica assieme ai suoi personaggi e ai fenomeni sociali a loro connessi. In ogni singolo lavoro c’è un fotomontaggio, un remix di concetti e immagini che destruttura i significati, mischiando il colto con il trash, in una sorta di “street art” 2.0. Questo “detournement” di elementi estetici, per certi versi simile al “situazionismo” degli anni Sessanta, utilizza il collage e il fotomontaggio di matrice dadaista come linguaggio globale e democratico ma al tempo stesso “alto”, citando in ciascuna opera elementi tratti dalla storia dell’arte. Questo “modus operandi” si riscontra fin dal primo striscione di 6m x 3m realizzato nel 2014 e appeso sul cavalcavia di Corso Unità d’Italia, dal titolo “Il Quinto Stato” (dedicato al celebre dipinto di Pelizza da Volpedo), in cui a corredo di una parata di personaggi politici, campeggia lo slogan “Solo chiacchiere e vitalizio”.