Salvatore Garau – Tiepolo In divenire
Salvatore Garau, dopo otto anni, torna alla Biennale di Venezia presentando ‘Tiepolo, In divenire’, un’opera volutamente aperta, che sarà frutto dell’interazione con il pubblico dei visitatori.
Comunicato stampa
Salvatore Garau, dopo otto anni, torna alla Biennale di Venezia presentando ‘Tiepolo, In divenire’, un’opera volutamente aperta, che sarà frutto dell’interazione con il pubblico dei visitatori.
L’artista di Santa Giusta è stato segnalato da Gavino Sanna secondo l’originale progetto curatoriale di Vittorio Sgarbi, che ha chiesto ad intellettuali di riconosciuto prestigio di selezionare gli artisti per il Padiglione Italia 2011.
Dal 4 giugno sino al 27 novembre l’opera di Salvatore Garau sarà esposta presso le Corderie dell’Arsenale.
‘Tiepolo, In divenire’ consiste in un’unica grande tela di cm.300 x 260, dominata dal colore viola, spirituale per eccellenza, il cui soggetto ricorda una tipica visione prospettica che dal basso va verso l’alto.
L’opera è caratterizzata da due strati di colore: l’uno destinato a morire, l’altro a nascere. La pittura sottostante, realizzata con colore acrilico indelebile, è infatti coperta da un secondo strato a tempera, che sarà invece soggetto a un continuo mutamento da parte del pubblico: chiunque potrà intervenire sulla tela usando un pennello messo a disposizione accanto all'opera, dentro un secchio d'acqua. La tempera, essendo priva di colla, è soggetta, sotto l'influsso del pennello bagnato, a sciogliersi e asciugarsi nello spazio di poco tempo.
Le modificazioni dello strato di pittura superiore, col passare dei giorni, lasceranno intravedere poco alla volta la pittura sottostante acrilica che invece non si modificherà. Questo secondo strato potrà così apparire e scomparire a seconda degli interventi che il pubblico apporterà “ridipingendo” lo strato a tempera.
Pittura “in divenire”, o meglio in continua trasformazione, è un concetto che appartiene e domina costantemente il lavoro di Salvatore Garau.
“L'impermanenza delle cose” - sostiene Salvatore Garau – “il loro invecchiare, morire e rigenerarsi, modificarsi continuamente, è un tema che in questo momento storico, in particolare, mi sembra sia sentito e vissuto in maniera ossessiva. Accettare di cambiare non sembra facile, direi fa quasi paura. Preferiamo restare affezionati al conosciuto. Anche per me sarà una sfida accettare l'intervento sulla mia opera da parte di mani esterne e sicuramente inesperte. Ma è una sfida che vale la pena di affrontare; un buon esercizio di “distacco” dal possesso a tutti i costi. Le cose che ci appartengono sono nostre, certo, ma provvisoriamente”.